I precari vogliono risposte da Governo e Regione: “Modificare subito la legge D’Alia”

Si prepara un autunno caldo per i precari degli enti locali. Oggi assemblea indetta dalla Fp Cgil per gettare le basi di questa nuova stagione di mobilitazione per costringere i governi nazionale e regionale a dare risposte entro la fine di questo anno. Per il sindacato non ci sono dubbi: “E’ necessario modificare la legge D’Alia che porterà nei prossimi due anni al licenziamento dei precari”. In ballo il futuro occupazionale di migliaia di precari siciliani. All’iniziativa, presieduta dalla segretaria della Fp Cgil Clara Crocè e dal Segretario degli Enti Locali, hanno preso parte anche i coordinatori territoriali Nino Cammaroto, Sebastiano Noto e Nino Pizzino, coordinatore provinciale precari.

Le RSU provenienti da tutta la provincia di Messina hanno accesso un vivace confronto sulle iniziative da intraprendere, il Coordinatore regionale Alfio Bufalino (precario del Comune di Scardia), che nei giorni scorsi ha partecipato all’incontro con il Ministro Madia, ha detto chiaramente che la vicende dei precari siciliani ormai dev’essere decisa dal governo Renzi, infatti le deroghe al Patto di stabilità e alle capacità assunzionali dipendono esclusivamente dal governo nazionale. “Non comprendiamo i motivi per cui – ha detto Bufalino- soltanto per i precari siciliani vengono imposti limiti e paletti che non valgono per gli altri precari, vedi quelli della scuola che sono stati assunti tramite graduatorie. Anche i precari siciliani sono inseriti in delle graduatoria redatte dalla stessa Regione. Il percorso che dobbiamo seguire è chiaro ed è condiviso dai sindacati e dall’ANCI”.

Un percorso che secondo organizzazioni sindacali e Anci prevede tappe per precise:

– storicizzazione della spesa: Il costo dei precari per la regione è una spesa strutturale. Se si prende come base di riferimento l’anno 2013, l’assunzione dei precari non comporta un centesimo in più per le casse regionali;

– abrogazione dell’art. 30 della legge regionale n. 5: secondo la Fp Cgil quell’articolo dev’essere immediatamente abrogato. Si tratta del copia incolla della legge D’alia che, se viene mantenuto in vita, provocherà nello spazio temporale di due anni il licenziamento di massa dei precari, a causa dei limiti imposti (blocco del turn over, patto di stabilità per i comuni dissestati) .Molti comuni siciliani a bocce ferme potranno stabilizzare al massimo tre quattro unità. Successivamente non saranno garantite nemmeno le proroghe.

– mobilità del personale precario: è necessario aprire i processi di mobilità, al pari del personale della Provincia, anche per i precari siciliani verso le amministrazioni statali che hanno carenza di personale.

“Non siamo disponibili ai concorsi per le categorie C e D – ha continuato Bufalino- le deroghe negli anni hanno visto l’assunzione dei giovani della 285, dei LSU della Calabria, dei forestali, i precari assunti con la legge Prodi, i precari della scuola assunti tramite graduatorie. Il governo deve comprendere che siamo pronti alla mobilitazione e non accetteremo proroghe vogliamo chiudere la vergognosa pagina del precariato siciliano”.