S. Alessio Siculo, lunedì in aula la terza manovra salva Comune per scongiurare il dissesto

Il Consiglio comunale di S. Alessio Siculo tornerà a riunirsi lunedì prossimo, alle 20, su convocazione del presidente Giuseppe Pasquale, per esaminare ed approvare un solo punto all’ordine del giorno: il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Dalla esecutività della deliberazione scatteranno i 90 giorni per l'approvazione del piano di riequilibrio. Si tratta della terza manovra salva comune, dopo quelle ordinarie dell’ottobre 2014 e del novembre 2015.

“Questa volta è straordinaria – spiega l’assessore al Bilancio, Giuseppe Bartorilla – ed è mirata ad evitare all’ente il rischio di dichiarare il dissesto finanziario, mettere in sicurezza l’ente, azzerare i debiti, al fine di avere un bilancio sano e spendibile, nel prossimo futuro, presso tutti i livelli di governo”. Ad oggi lo squilibrio ammonta a circa 200mila euro cui vanno aggiunti circa 150mila euro di debiti fuori bilancio da riconoscere, oltre al potenziale debito fuori bilancio derivante dall’ormai noto lodo arbitrale, pendente presso la Corte d’Appello di Messina, pari a circa mezzo milione di euro e riguardante i lavori della barriera soffolta, primo lotto funzionale ed altri in corso di istruttoria”. L’argomento prima di essere sottoposto al consiglio comunale, cui spetterà l’ultima parola, è stato illustrato dettagliatamente ai consiglieri comunali da parte dell’intero ufficio finanziario dell’ente.

“Tengo a precisare – rimarca Bartorilla – che non si tratta di predissesto, per come erroneamente interpretato dai non addetti ai lavori, ma di una procedura di riequilibrio pluriennale straordinaria per rimettere in equilibrio il bilancio, squilibrato, principalmente, a causa della mole di debiti ereditati e non più sostenibili con le ordinarie procedure”. La manovra è stata messa a punto dall’Ufficio finanziario composto da Bartorilla, dal segretario comunale Antonella Li Donni, dall’esperto esterno Angelo Scandurra e dal revisore dei conti Daniela Carnabuci. Al momento non dovrebbero esserci conseguenze per i dipendenti. La durata è fissata in un massimo di dieci anni.

Carmelo Caspanello