Masterplan, Garofalo e D’Alia suonano la sveglia alla giunta:”Il tempo è poco, si passi ai fatti”

Il Masterplan è un treno che rischiamo di perdere se ci facciamo distrarre. Non è una casella che era rimasta vuota e l’abbiamo riempita con il nome Messina. Servono i contenuti e senza una visione strategica di sviluppo complessivo del territorio resteremo al palo con la sola soddisfazione di avere visto Messina tra le 8 Città Metropolitana ma neanche una lira in tasca per il nostro sviluppo (leggi qui). In parole povere, senza capacità di pensare e progettare in grande resteremo “villaggio” anche chiamandoci Città Metropolitana di Messina.

E’ con quest’ottica che i due parlamentari di Area Popolare Enzo Garofalo e Gianpiero D’Alia, dopo aver nei mesi scorsi sollecitato il governo ad adottare misure d’investimento per il Mezzogiorno adesso incalzano affinchè lo strumento individuato, appunto il Piano per il Sud, non lasci Messina alla stazione di partenza.

Da qui un’interpellanza che sarà presentata nei prossimi giorni.

"Il Governo- sottolineano D’Alia e Garofalo– dovrà chiarire la ragione dell'inserimento tardivo di Messina e dovrà chiarire se alla base dell'iniziale esclusione vi siano motivazioni politiche, economiche o strategiche o se si sia trattato del risultato di una inerzia o mancata attivazione da parte dell'amministrazione del comune, ovvero di una semplice, ma grave, dimenticanza del Governo". I due deputati di Area Popolare (Ncd-Udc) sottolineano come il Masterplan rappresenti un’occasione unica per la crescita del sud, alla luce sia dei 95 miliardi che saranno a disposizione per il Mezzogiorno (per 8 regioni e per le 8 città metropolitane) dal 2016 al 2023, sia della possibilità di poter pensare allo sviluppo in modo ampio e non “a bocconi”. Entrambi si sono già mossi per fare rete progettuale con la Regione e con l’ex Provincia.

“Il Masterplan- spiegano Garofalo e D’Alia- Consente ai territori di dire cosa vogliono essere, verso quale direzione si stanno muovendo. Consente di uscire da una visione e da un approccio individuale e microeconomico per approdare ad un approccio collettivo e macroeconomico. Di questo deve essere ben consapevole l'amministrazione comunale. I progetti che verranno messi sul piatto, di cui la città ad oggi non ha notizia, non potranno essere elaborati nel chiuso di una stanza ma, al contrario, condivisi e frutto di processi partecipati cui prendano parte le componenti vive della città. In quest'ottica il documento del presidente di Confindustria Alfredo Schipani (leggi qui) appare una grave accusa all'atteggiamento dell'amministrazione in quanto denuncia una mancanza di dialogo che non è accettabile né, soprattutto, proficua.”.

Un altro aspetto sul quale i due parlamentari si soffermano riguarda proprio i progetti che, nello spirito del Piano del sud non devono essere “localistici” ma devono comprendere le istanze di tutti i comuni compresi nella città metropolitana.

“Ci si aspetta quindi un piano di sviluppo integrato con proposte che vengano dai 108 comuni della provincia. I sindaci sono stati interpellati? Si è avviato con loro un dialogo costruttivo? Sono state individuate le vocazioni di ciascuno dei territori? E, ancora, si sono attivati i canali grazie ai quali intercettare i contributi delle forze più vivaci della città? Se è così il comune ne dia notizia. L'amministrazione comunale ha il compito di sfruttare al meglio questa occasione elaborando progetti condivisi e aprendo, da subito, un tavolo di confronto perché il tempo è poco e occorre attingere a tutte le risorse che la città offre per costruire un piano ben congegnato. Lo faccia presto".

Entro dicembre infatti Messina Città Metropolitana dovrà siglare il Patto con il governo che la riguarda e che sarà la “base” dalla quale poi sviluppare, secondo gli assi tematici individuati e le risorse, i progetti concreti. A differenza di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, ed Enzo Bianco, sindaco di Catania, Renato Accorinti ha più volte fatto comprendere di non voler assumere quel ruolo trainante e da protagonista in termini di leadership della Città Metropolitana. Accorinti si è detto favorevole alle elezioni per la scelta del sindaco metropolitano e fino ad oggi non sono stati attivati quei tavoli determinanti per far sì che la Città Metropolitana sia un fatto concreto al di là dei tempi della riforma più barzelletta della storia.

A rassicurare su questi fronti ci pensa l’assessore all’urbanistica Sergio De Cola: “Il Masterplan è un’occasione per noi importante per avviare quei ragionamenti sulle infrastrutturazioni che sono vitali per il nostro territorio. Parlando anche con il ministro Delrio abbiamo concordato sul fatto che la Città Metropolitana deve saper mettere in rete servizi indispensabili per tutti i comuni che ne fanno parte. Sono le infrastrutture che poi servono a far funzionare l’intero sistema. Ad esempio: se vogliamo puntare sul polo agroalimentare nella zona tirrenica piuttosto che in un polo industriale o ancora sulla portualità, dobbiamo essere in grado di portare avanti quei progetti che forniscano gli strumenti per aiutare quelle realtà. Quindi infrastrutture e servizi. Dobbiamo operare con la logica di sistema e con progetti che guardano al lungo periodo. Certo, nel frattempo è importante anche riuscire a batterci per quelli che sono i nostri progetti in corso d’opera”.

L’amministrazione, spiega De Cola, sta già pensando ad attivare alcuni incontri con i comuni per poi passare a quelli con i cosiddetti portatori d’interesse.

C’è da rilevare però che Catania e Palermo queste fasi le hanno già superate da un pezzo mentre a Messina abbiamo ormai meno di un mese per capire come sederci al tavolo e soprattutto cosa dire. Ottenuto il risultato di essere in quell’elenco dal quale siamo stati esclusi e ancora oggi non sappiamo ufficialmente il perché rischiamo di restare con un pugno di mosche in mano, con la soddisfazione di esserci in quell’elenco ma non di “esistere”…. Un conto è essere comparse un conto protagonisti.

Rosaria Brancato