Quando Accorinti voleva i tir al molo Norimberga e 36 corse giornaliere

Giusto per rinfrescarci la memoria: 1) la guerra tra Franza e Accorinti non è scoppiata perché il sindaco ha puntato i cannoni sulle navi intimando di sparire all’orizzonte, ma solo perché, la scorsa estate,il sindaco ha chiesto alla società di cambiare l’orario della corsa estiva della Cartour e non farla sbarcare alle 11 del mattino 2) in piena campagna elettorale Accorinti e la sua futura giunta hanno annunciato in conferenza stampa che la soluzione al problema dei tir era la chiusura della rada San Francesco e il trasferimento del traffico gommato al molo Norimberga.

Oggi assistiamo ad un derby Milan-Inter con truppe schierate di franziani da una parte e accorintiani dall’altra che rischia di far perdere tutti. Recuperare lucidità e memoria potrebbe servire.

Era la mattina del 4 maggio 2013, quindi appena due anni fa,quando l’allora candidato sindaco di Cambiamo Messina dal basso Renato Accorinti, insieme al professor Guido Signorino e al comandante del Sasmant Sebastiano Pino, in conferenza stampa annunciarono il loro progetto per risolvere il problema tir (vedi articolo allegato e pubblicato su Tempostretto il giorno stesso).

Il punto di partenza in quei giorni era un porto di Tremestieri ancora alle prese con l’insabbiamento storico (quello durato tre anni), la concessione per la rada in fase di scadenza (a settembre 2013 ed è stata rinnovata) e la città invasa dai tir.

E’il momento per un cambio epocale” disse in conferenza stampa Accorinti, inaugurando così la stagione delle cose epocali e spiegando insieme a Signorino e Pino la proposta,messa nero su bianco per i giornalisti presenti: spostare gli attracchi dalla rada San Francesco al molo Norimberga in attesa del completamento del porto di Tremestieri. Ai giornalisti che ponevano l’ovvia domanda relativa al fatto che così facendo i tir avrebbero dovuto comunque attraversare il centro, percorrere il viale Europa,la via Farina e il cavalcavia per raggiungere il molo, Accorinti replicava: così facendo si ridurrebbero la percorrenza e il traffico dei mezzi pesanti in centro di almeno 2 km. “I tre approdi del Norimberga- spiegava insieme a Signorino e Pino- 2 disponibili 24 ore su 24 e uno per almeno 14 ore al giorno, quando non è impegnato dalla Cartour che opera sulla rotta Messina-Salerno, potrebbero garantire le 36 partenze al giorno effettuate attualmente con due navi dalla Rada San Francesco”. Secondo Accorinti e i futuri assessori la proposta era realizzabile sin da subito perché “il molo è strutturalmente capace di farsi carico di un traffico pesante che ad oggi si imbarca a San Francesco. E sarebbe adeguato anche in vista di futuri aumenti di traffico. Il risultato di un’operazione del genere, sosterrebbe il collegamento senza penalizzare l’attività privata che dovrebbe solo allungare di poco la sua tratta”.

Parole e musica di Accorinti targate maggio 2013.

Nella primavera di due anni fa, in campagna elettorale,sosteneva quindi da un lato la flotta comunale, dall’altro lo spostamento dell’intero traffico pesante dalla rada al molo Norimberga arrivando anche ad ipotizzare che 36 partenze al giorno sarebbero state possibili ed anzi avrebbero rappresentato una soluzione. Soltanto un anno dopo,nell’estate 2014 lo stesso Accorinti, diventato sindaco, ha contestato lo sbarco diurno di una sola corsa Cartour. L’intera proposta di maggio 2013 è stata totalmente dimenticata ed anzi, proprio sul molo si è consumata una guerra con la società che ha spinto il primo cittadino a fermare i tir sul cavalcavia.

Ed anche quella guerra, lo ricordiamo, non è nata perché il sindaco, sia pure smemorato quanto al suo programma elettorale, ha spianato i cannoni sul molo Norimberga ma ha semplicemente invitato i Franza a cambiare l’orario della corsa diurna della Cartour , incontrando però un muro insormontabile e l’impossibilità, anche attraverso vertici a catena, di trovare con il confronto una soluzione diversa. Chi è stato abituato a decenni di sì ha difficoltà anche solo ad ipotizzare un “no”.

Dall’incapacità di confronto è nata la guerra che oggi sta vedendo,come ha sottolineato l’Orsa, perdere tutti, perdere la città. Tutti,dalla giunta barricata su ordinanze-boomerang,alla società trincerata dietro posizioni consolidate nel tempo, alle truppe che si fronteggiano come se fosse una battaglia tra il bene e il male e che gettano benzina sul fuoco invece che provare a spegnerlo.

Nel frattempo, e distratti come siamo dagli “spari” e dai posizionamenti in trincea non ci pensiamo più, il porto di Tremestieri “è in alto mare”, in una condizione d’incertezza persino peggiore rispetto al maggio 2013, e i mezzi pesanti scorrazzano liberamente in pieno centro ed in qualsiasi orario. Rispetto al passato,peraltro, non si usano più i “pass” ma la deroga, gioco-forza, è diventata la norma, la regola.

Ma oltre al danno ed alla beffa c’è la doppia beffa ed il doppio danno, perché ad esempio non si capisce più nulla sulla vicenda ecopass, voluto negli anni scorsi per “risarcire” Messina dalle penalizzazioni derivanti dalla schiavitù ai tir e finito negli scantinati dell’oblio (quanto a certezze e controlli). L’ecopass di norma dovrebbe essere applicato quando è in funzione a pieno regime Tremestieri (ovvero mai…) e comporta una “tassa” di 30 euro per i mezzi pesanti che utilizzano la Rada o il porto storico. Con Tremestieri out dal momento che i due attracchi del centro diventano una tappa obbligata l’ecopass richiesto è di 3 euro (VEDI QUI). A prescindere dal fatto che il balletto delle cifre e degli utilizzi vanifica la norma stessa, c’è da chiedersi, visto che ormai la deroga è diventata norma perché non applicare un ecopass che risarcisca Messina a pieno titolo? Se cioè con Tremestieri fuori uso ormai per mesi i mezzi pesanti sono tornati alla “vecchia strada” perché non richiedere un ecopass che risarcisca i messinesi dai disagi patiti? E perché l’amministrazione non trova il modo per avviare verifiche sul funzionamento del sistema finora? Ma questo è un altro discorso. Nel frattempo tra una memoria corta e un’altra prepariamoci ad assistere alla guerra del molo,atto II.

Rosaria Brancato