La denuncia della Uil: “In alcune coop operatori senza contratto, stipendi e tfr non pagati”

Ormai dal variegato mondo delle cooperative sociali a Messina siamo abituati a sentire di tutto, e tutto sempre a danno dei lavoratori e degli utenti, ma l’ultimo esposto presentato dalla UilFpl all’Anac, all’ispettorato del lavoro, all’assessore ai servizi sociali, al dirigente di settore ed al responsabile della prevenzione e corruzione è inquietante perché fa emergere per la prima volta un dato: ci sono operatori che lavorano senza regolare contratto di lavoro. La denuncia è inquietante per due motivi, da un lato perché stiamo parlando di gestione di risorse pubbliche e dall’altro perché, per legge, “spetterebbe” ed il condizionale è d’obbligo, all’amministrazione comunale il compito di vigilare sul rispetto delle norme da parte delle cooperative, che peraltro risultano aggiudicatarie di diversi appalti.

Il segretario generale UilFpl Giuseppe Calapai e la responsabile del III settore Laura Strano nell’esposto accendono i riflettori, in particolare sulle coop Progetto Vita e Azione sociale, elencando una serie di problematiche che vanno dal ritardo negli stipendi fino alla mancata corresponsione del Tfr e al mancato rispetto delle normative previste dal Cnl.

“Gli operatori dei servizi sociali impiegati nelle cooperative- si legge nell’esposto- vivono gravi condizioni di precarietà e disagio economico dovuto ai continui ritardi nella percezione degli stipendi, che sovente vengono corrisposti anche nell’anno successivo a quello di riferimento. In taluni casi in sede di passaggio di gestione da una cooperativa alla nuova aggiudicataria del medesimo servizio è invalsa la discutibile pratica della cosiddetta “donazione delle ore che consiste nella riduzione delle ore previste nel capitolato d’appalto per ciascun profilo professionale , a fini di “solidarietà” e cioè per garantire occupazione ad altri operatori non previsti nell’ organico, ma che risultano in esubero poichè utilizzati per garantire le sostituzioni nel servizio. La situazione evidenzia che gli organici degli operatori impiegati risultano quindi sottodimensionati rispetto all’effettiva esigenza dei servizi. Tale pratica non accolta con favore da tutti gli operatori potrebbe ipotizzare violazione dei capitolati d’appalto e appare non giustificata all’inizio del servizio considerato che la cooperativa con l’aggiudicazione accetta tutte le condizioni contrattuali stabilite dall’Ente appaltante e cioè numero degli operatori e ore previste espressamente per ciascuno di essi”.

Il sistema della cosiddetta “coperta corta” è diventato ormai una sorta di prassi che gran parte degli operatori accettano malvolentieri e che mal si sposa con il fatto che le coop sanno sin dal primo momento le reali condizioni del bando, salvo poi appunto ricorrere a queste modalità di riduzione.

“Nei passaggi di gestione da una coop a un’altra- continuano Strano e Calapai- sono emerse alcune anomalie come l’impiego di operatori in regime di sostituzione ma senza regolare contratto di lavoro. La Uil aveva chiesto che nei bandi di gara fosse disciplinato il regime delle sostituzioni per garantire i diritti contrattuali ed evitare il possibile annidarsi di una zona d’ombra nelle assunzioni che può consentire indebiti inserimenti di operatori privi di esperienza a scapito di chi nel servizio ha maturato esperienza specifica, con elusione delle graduatorie, contenziosi e aumento del precariato”.

I due sindacalisti passano quindi ad elencare le anomalie riscontrate. In particolare si chiede all’Anac, al Comune ed all’ispettorato del lavoro di verificare il “ presunto impiego di lavoratori non messi in regola con le norme previdenziali ed assicurative, come nel caso della Cooperativa Progetto Vita che gestisce il servizio trasporto disabili del Comune. Nell’incontro sindacale del 30 dicembre per il passaggio dei lavoratori dalla Progetto Vita alla Genesi (che si è aggiudicata la gara) “è emerso che alcuni lavoratori inseriti nell’elenco trasmesso dalla ditta uscente sono stati assunti con regolare contratto di lavoro il giorno 05 dicembre 2014, ma, come dagli stessi asserito e dimostrato con la consegna dei fogli firma, erano impegnati nel servizio in parola, fin dal mese di gennaio 2014”.

In sostanza, secondo il loro stesso racconto, comprovato dai fogli di firma, erano stati assunti “solo verbalmente” nel gennaio 2014, ma il contratto è stato firmato il 5 dicembre, ovvero a fine anno lavorativo….Gli operatori hanno specificato che fino al mese di marzo/aprile hanno lavorato a prestazione occasionale e retribuiti con voucher INPS, mentre da marzo/aprile fino al 05 dicembre 2014 non hanno sottoscritto alcun contratto di lavoro. La UilFpl fa notare come la legge preveda che la prestazione occasionale possa essere svolta in via eccezionale e senza continuità, per non più di 30 giorni e 5 mila euro nell’anno solare con lo stesso committente, elementi non ravvisabili in questo caso, pertanto, “potrebbe configurarsi l’impiego di lavoratori non messi in regola con le norme previdenziali ed assicurative”. Progetto Vita inoltre non ha corrisposto ancora gli stipendi di novembre e dicembre, tredicesima e Tfr agli operatori impegnati nel servizio trasporto disabili del Comune, al punto che sono stati costretti a richiedere alla coop subentrante un acconto sulla retribuzione. Da sottolineare che Progetto Vita ha vinto i recenti bandi emanati dal Comune con il 100% del ribasso, fatto questo che “a naso” fa ipotizzare che a pagare le conseguenze di un’aggiudicazione in questi termini siano operatori e utenti. Ed alla luce delle denunce della Uil e dei lavoratori a proposito di stipendi e contratti si comprende come non sia un’ipotesi tanto remota.

Un’ulteriore denuncia riguarda la mancata corresponsione del TFR. In questo caso si tratta del servizio di trasporto degli studenti diversamente abili iscritti all’Università di Messina, effettuato nel periodo 17/06/2013-16/05/2014 aggiudicato alla Coop Progetto Vita. I quattro lavoratori impiegati nel servizio hanno firmato un contratto con la coop Comunità per VIVERE INSIEME onlus, e nonostante l’appalto sia terminato a maggio 2014 ancora tre di essi non hanno percepito il TFR.

Il terzo caso riguarda la cooperativa Azione sociale che gestisce in regime di “proroga a vita”, tra non poche polemiche Casa Serena. I lavoratori non hanno percepito gli stipendi di ottobre, novembre e dicembre.

Nell’esposto Calapai e Strano chiedono verifiche sul rispetto delle ore contrattuali previste nei capitolati d’appalto evitando il ripetersi della “donazione delle ore”.

Proprio a questo proposito la UilFpl aggiunge che in base al bando per il servizio di assistenza domiciliare anziani il numero di utenti indicato è di 480 ma in realtà sarebbe inferiore, comportando quindi una diminuzione nelle ore lavorative per gli operatori. “Appare inammissibile che in una città come Messina il numero di anziani che richiedono il servizio sia così esiguo pertanto chiediamo al Comune di dare adeguata pubblicità al servizio attraverso tutti i canali informativi a disposizione, sito web, circoscrizioni, sia per consentire all’utenza di fruire del servizio già appaltato sia per consentire agli operatori di raggiungere il numero delle ore lavorative richieste nei bandi. Si chiede altresì di valutare la rimodulazione oraria nei bandi futuri prevedendo espressamente la sostituzione dei lavoratori e di verificare il possesso dei titoli e delle qualifiche necessarie per l’espletamento del servizio onde fugare qualsiasi dubbio che in alcuni servizi lavorino anche operatori privi di qualifica”.

Rosaria Brancato