Piemonte, chiude il punto nascita. Il Comitato:”Impudente illegalità. Dove sono i paladini?”

Da oggi non si può più partorire all’ospedale Piemonte. Dopo un secolo quella che è stata la “culla” di migliaia di messinesi sarà smantellata in poche ore con destinazione ospedale Papardo. Il tutto nel silenzio di quella politica che in questi mesi si è battuto per salvare il nosocomio ma che di fronte all’ultimo provvedimento del direttore generale Michele Vullo che ha disposto il trasloco dei reparti di ginecologia ed ostetricia, il punto nascita e pediatria.

Sulla vicenda interviene il Comitato salvare l’ospedale Piemonte: “La storia dell'Ospedale Piemonte e del suo Pronto soccorso rischia di concludersi all'insegna della più impudente illegalità e nel completo disprezzo delle esigenze dell'utenza: con un preavviso di poche ore senza notifica a termini di legge al personale, senza alcuna pubblicità per gli utenti che continueranno a fluire, si trasferisce il reparto di Ostetricia e Ginecologia, il Punto nascita, la Neonatologia, la Pediatria, e l'Utin – la rianimazione neonatale – dal Piemonte al Papardo”.

La circolare di Vullo è sottoscritta dal direttore amministrativo Domenico Moncada e dal direttore sanitario Paolina Reitano, ma la destinazione definitiva è il Papardino, struttura ancora alle prese con problematiche legate alla manutenzione e ad interventi di ristrutturazione.

“Il provvedimento del direttore generale Vullo – continua Minasi – è in violazione evidente e sprezzante dell'Ordinanza del Sindaco, confermata dal TAR di Palermo, che considera le incomprimibili esigenze di assistenza di Pronto soccorso al centro della città; della Legge regionale che, accorpando Neurolesi e Piemonte, ha fatto salvo, nelle more, il Pronto soccorso del Piemonte in tutte le sue articolazioni, e pertanto anche dell'Ostetricia e ginecologia e Pronto soccorso pediatrico; delle esigenze della popolazione le cui necessità sono eloquentemente espresse dai 1025 parti registrati al Piemonte dall’inizio dell’anno ad oggi a differenza dei dati del Papardo per i quali era addirittura prevista la chiusura del punto nascita”.

Minasi si chiede, poi, dove sono e cosa fanno coloro che si erano eletti “paladini” per il mantenimento del Piemonte. “Davanti a questa arrogante manifestazione di disprezzo della legge – dichiara ancora l’ex magistrato – assistiamo al completo silenzio dell'Assessore regionale; dei politici proponenti della legge di accorpamento e autonominatisi "salvatori" del Piemonte; del Prefetto; delle Autorità di vigilanza anche dei provvedimenti d'urgenza del Sindaco. Non resta che sperare in un tempestivo ed efficace intervento dell'Autorità inquirente – conclude Minasi – alla quale verrà inviato questo documento quale seguito della denuncia per la violazione continuata dell' ordinanza di necessità del Sindaco”.

Insomma ancora una volta il Comitato è costretto a rivolgersi alla Procura dal momento che tutte le altre strade sono chiuse ed anzi portano….al Papardo….

Rosaria Brancato