I debiti del Comune “lievitano” a circa 500 milioni di euro. Lettera al Ministero per mettere “in stand by” il piano di riequilibrio

Da malato cronico a malato terminale. Negli ultimi mesi, la situazione economico-finanziaria del Comune di Messina si è aggravata: dai 392 milioni di euro di debiti inseriti nel piano decennale dei riequilibrio si è arrivati a 492 milioni di euro. La fonte della notizia “criminis” è il commissario straordinario dell’ente, Luigi Croce, che nel pomeriggio ha incontrato i sei candidati a sindaco per discutere sullo stato delle casse comunali, in vista della possibile dichiarazione di dissesto.

Durante la riunione a Palazzo Zanca, Renato Accorinti, Felice Calabrò, Enzo Garofalo, Maria Cristina Saija, Gianfranco Scoglio ed Alessandro Tinaglia hanno appreso direttamente dalla voce del commissario – affiancato dal suo team di esperti (Nino Dalmazio, Paolo Tomasello e Luigi Montalbano) – dell’esistenza questi ulteriori 100 milioni di euro di debiti, che derivano dagli 80 milioni di euro di differenza tra i 200 milioni di debiti quantificati dalla gestione commissariale ed i 120 milioni di euro iscritti nel piano ed ancora da quei 20 milioni di euro previsti nel piano di rientro per i debiti con l’Ato, che si avvia alla bocciatura da parte della Regione.

Complessivamente, dunque, i debiti del Comune ammontano a 500 milioni di euro. Una situazione disperata, di fronte alla quale i candidati a sindaco non si sono arresi del tutto e, su espressa proposta di Scoglio, hanno chiesto al commissario di intercedere con il Ministero degli Interni affinché la sottocommissione sospenda momentaneamente la valutazione del piano decennale di riequilibrio, in attesa che si insedino il nuovo sindaco e la nuova giunta. L’obiettivo è quello d affidare alla prossima amministrazione il compito di rimodulare il piano e trovare le risorse necessarie per coprire il buco di 150 milioni di euro lasciato dalla mancata approvazione del contratto di servizio dell’Amam , stoppato in Consiglio comunale per via dei pareri negativi del Collegio dei revisori de conti e del Collegio di difesa. Alla luce dei nuovi dati forniti dal commissario, in realtà sarà necessario trovare anche altre risorse per garantire la totale copertura dei debiti di Palazzo Zanca e poter accedere al cosiddetto “salva-comuni” , attingendo ai circa 50 milioni di euro messi a disposizione per Messina nel Fondo di rotazione nazionale. Altrimenti il dissesto sarà inevitabile.

Il commissario Croce si è impegnato con i candidati a sindaco ad inviare la lettera al Ministero tra domani e venerdì. Contraria alla proposta solo Maria Cristina Saja del Movimento Cinque Stelle, per la quale il dissesto è già uno stato di fatto. La proposta è stata invece accolta favorevolmente da Renato Accorinti, che tuttavia considera preminente, così come anche il M5S, accertare le responsabilità di chi ha ridotto in questo stato il Comune.

Al termini dell’incontro ufficiale con i sei candidati, il commissario Croce ha accolto nella sua stanza anche i giornalisti. Sulla richiesta di inviare la lettera al Ministero, Croce non si è mostrato particolarmente convinto e ha sottolineato che si tratta di una «una procedura non rituale», alla quale però non si sottrarrà, assecondando la richiesta avanzata da cinque dei sei candidati a sindaco. Sia il commissario che i suoi esperti hanno, poi, smentito- come sostenuto da alcuni candidati – che la legge consenta la rimodulazione del piano una volta ricevuto il diniego, chiarendo come la normativa vigente preveda di fatto solo la possibilità di fare ricorso alla Corte dei Conti entro 30 giorni dalla bocciatura. Croce ha, infine, ribadito, che non sarà lui a dichiarare il dissesto, sia perché è un atto che spetta al Consiglio comunale sia perché non ci sono più i tempi, viste le imminenti elezioni di domenica e lunedì. La sensazione che traspare, ma in realtà è molto più che una sensazione, è che il commissario non veda l’ora di “fare le valige” ed andare via da Palazzo Zanca. (Danila La Torre)