Gli alieni del M5S, sbarcati in Parlamento senza volerci stare “per sempre”

Li guardano ancora un po’ come gli alieni, li tengono a distanza con un po’ di supponenza, ma val la pena conoscerli meglio, perché quella che è appena sbarcata in Parlamento, divenendo il primo partito alla Camera non è un’orda di barbari, una ciurma di incompetenti. Ha la stessa legittimazione di quanti hanno devastato il Paese negli ultimi 20 anni, perché è stata mandata lì dal popolo esattamente come loro. Messina, ad esempio ha mandato a Roma gente nuova, 3 sono grillini Tommaso Currò, Francesco D’Uva e Alessio Villarosa. Poi c’è Sofia Martino, Sel, il cui destino sarà deciso nelle prossime ore ma dovrebbe approdare anche lei alla Camera. Ieri mattina, alle 8.30, dopo l’esito del voto, ho iniziato a fare il giro di telefonate agli eletti. Ho chiamato i grillini e la Martino ed è successo un fatto strano: erano tutti al lavoro. Alle 8.30 del mattino, poche ore dopo la loro elezione, erano tutti sul luogo di lavoro, non in segreteria (che non hanno), non a stringere mani, non in riunioni con i “vertici”, non a smaltire i postumi della campagna e della sorpresa elettorale. Ho chiamato un attivista, Giuseppe Manfredi, che lavora al Cnr ancora per pochi giorni perché poi gli scade il contratto e per tirarlo su gli ho detto: “Ma adesso ci sono le amministrative, il M5S è in crescita, puoi stare tranquillo” e lui con naturalezza mi ha risposto: “Per noi la politica non è un ufficio di collocamento”. Mi sono vergognata della frase che avevo pronunciato, figlia di decenni di rapporti ed interviste con “i politici di professione”, per i quali l’elezione è per sempre e la politica una carriera (che spesso si eredita persino). Quindi è vero, possono apparire alieni e “bizzarri” se dopo essersi coricati alle 3 del mattino da “onorevoli” poche ore dopo si svegliano precari o impiegati come sempre e vanno al lavoro. Perché il lavoro sarà quello anche dopo, quando finirà l’impegno nelle Istituzioni. Sofia Martino è andata a fare lezioni al Cepu, da docente precaria per pochi euro indispensabili per mandare avanti la famiglia da madre- separata con tre bimbi a carico. Francesco D’Uva,25 anni, si è laureato in chimica lo scorso anno per poi lavorare alla Scuola Empedocle, Alessio Villarosa, 31 anni, ha un’impresa a Barcellona per prodotti farmaceutici e para-farmaceutici ed era lì ieri mattina “ma perché, dove dovevo essere? Per noi la politica non è carriera. Il mio lavoro è questo, sono un piccolo imprenditore”. Tommaso Currò, laureato in fisica lavora da 10 anni alla St Microelectronics di Catania e ieri mattina era lì. Se leggiamo i curricula degli eletti ci sono le mille facce di una società che vive le contraddizioni del precariato, della scommessa quotidiana, della disoccupazione e che ha deciso di provarci in prima persona ma “non per sempre”. Per loro non è il primo gradino (per quanto alto sia) di un percorso a tappe, oggi consigliere di quartiere, domani al Comune, tra due anni a Roma. E le deroghe dopo tre, quattro, sette mandati come avviene negli altri partiti per loro sono follia.

“Sono entrato nel M5S nel marzo del 2011- racconta Alessio Villarosa- poi un giorno sono andato a Messina, ho incontrato gli altri, Ciccio D’Uva, Alberto Laspada, e mi hanno detto: guarda che se sei qui per fare carriera hai sbagliato posto. Da quell’istante ho capito che ero con le persone giuste. Non m’interessa la carriera, m’interessa il mio Paese”.

A Messina in pochi mesi, dalle regionali, hanno aumentato i consensi arrivando al 27,67%, ad una manciata di voti da quel Pdl che è il primo partito e che però governa questa città da sempre. A Milazzo e in altri comuni della provincia sono il primo partito. Alla Camera, Sicilia Orientale sono i primi. Un motivo ci sarà se la gente li vota. Al Senato hanno rischiato per un soffio di prendere il premio di maggioranza. “E’ stato per via di Crocetta se non l’abbiamo preso-dicono- perché la sua lista al Senato ha preso i voti dei delusi del Pd che altrimenti sarebbero andati al M5S, come infatti accaduto alla Camera”.

Conti alla mano il M5S al Senato ha preso il 29,5% contro il 33,4% del Pdl che è valso il premio di maggioranza. Il centro-sinistra si è fermato al 27,3 con Crocetta al 6,2%. Senza Crocetta i voti degli scontenti del Pd sarebbero andati al M5S.

Sarebbe azzardato da parte della politica di professione liquidarli come “ingenui alla prima esperienza e senza competenza”, perché significa non conoscerne il metodo di lavoro. Dietro la deputazione alla Regione, ad esempio, ci sono gruppi di cittadini che offrono le loro specifiche competenze e segnalazioni per ogni singolo problema del territorio. E’un lavoro di squadra. Quanto alla competenza sono ragazzi cresciuti nel mondo reale non a Disneyland e chi è dovuto andar via a 20 anni per studiare e mantenersi facendo il cameriere in un pub, chi è tornato, chi quotidianamente combatte con la disoccupazione, la precarietà, i problemi li conosce benissimo….perchè gli bruciano sulla pelle.

“Noi non siamo con la gente o al fianco della gente. Noi siamo la gente”, ha dichiarato Francesco D’Uva. E questa è la semplice verità del divario consumato tra la politica e la vita reale e che la gente sta iniziando a colmare. E la gente, ogni mattina, si alza e va sul luogo di lavoro, anche se nella notte è diventato onorevole. Li aspettano tutti al varco sperando che inciampino e mettano il dito nella marmellata, che prima o poi, come disse Cuffaro dopo le regionali “diventino come gli altri”, ma intanto loro sono lì. Senza etichette né segreterie con la clientela dietro la porta a far la fila per un favore o un posto. Roba da alieni.

Rosaria Brancato