16 associazioni a favore del Ponte: “Accorinti non rappresenta il pensiero dei messinesi”

Le parole del presidente Renzi e del ministro Delrio hanno riacceso le speranze dei messinesi favorevoli al Ponte sullo Stretto. Entro dicembre la Camera dei Deputati esaminerà la proposta di legge presentata da Area Popolare che prevede la riattivazione delle procedure, bloccate dal governo Monti nel 2012.

Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno, Cisl, Uil, Confcommercio, Ance, Acli, Mcl, Reset, Cittadinanzattiva, Mondo Nuovo, Riabilitiamo Messina e gli ordini professionali di ingegneri, architetti, geologi, avvocati e commercialisti, chiedono con forza la realizzazione del Ponte sullo Stretto e si scagliano contro il sindaco Accorinti che “della lotta contro il Ponte – si legge in un documento – ha fatto una ragione di vita e a essa deve le sue fortune politiche”.

“Rappresentiamo una parte cospicua di città che vuole il Ponte – dice il coordinatore della rete civica, Fernando Rizzo -. Non servono capitali privati perché Rfi ha disponibili 94 miliardi per le reti di alta velocità, sprecare di nuovo quest’opportunità sarebbe disastroso. Già nel 2012 le somme del ponte furono stornate per l’Av Milano – Genova e oggi sarebbe di nuovo così, perché quei fondi non arriverebbero certo per le scuole o la messa in sicurezza dei territori messinesi e reggini. Le folcloristiche partecipazioni di Accorinti a Rai 3 e La 7 e le sue posizioni razziste, disfattiste e rassegnate danno un’immagine distorta della volontà della città”.

Rizzo presenta uno studio del Certet, il Centro di economia regionale, dei trasporti e del turismo, dell’Università Bocconi di Milano, che per la realizzazione del Ponte ha previsto 20mila posti di lavoro, di cui circa 7mila diretti e i restanti nell’indotto. “Negli ultimi 30 anni – conclude – la città di Messina ha perso 40mila abitanti, la Provincia ha perso 30mila posti di lavoro. Il Ponte non è più rinviabile. Apriamo il nostro tavolo anche all’Università, a tutti i sindaci dei 108 Comuni e delle città metropolitane confinanti, Catania e Reggio Calabria”.

Tutti sulla stessa linea gli altri partecipanti al tavolo. “A Messina la maggioranza è favorevole al Ponte – afferma il segretario generale della Cisl, Tonino Genovese -. E’ una scelta obbligatoria per dare sviluppo al sud e recuperare il gap col resto del Paese. Non è più un problema tecnologico o economico, si tratta solo di volontà politica e allora bisogna arrivare ad una decisione definitiva, univoca e veloce. Ricordo dichiarazioni di disponibilità da parte dei governanti da decenni, ora anche di Renzi. L’occasione buona è il prossimo 16 novembre, quando il presidente sarà qui insieme a Rfi e Anas, soggetti fondamentali per l’opera”.

Si concentra sull’aspetto economico il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto: “Mentre noi parliamo, altrove le opere si fanno. Il sì al Ponte è un sì all’economia e all’occupazione, non limitato solo alla realizzazione ma anche alla gestione. Sarebbe l’ottava meraviglia del mondo”.

I dubbi tecnici-strutturali sono superati anche secondo il vicepresidente di Ance, Giuseppe Lupò: “Per i costruttori è una speranza, nell’ultimo decennio si è toccato il fondo. I giovani se ne vanno perché non c’è lavoro, bisogna puntare sul Ponte e anche su altre opere, come la messa in sicurezza del territorio, perché una cosa non esclude l’altra”.

Il sì arriva anche da tutti gli ordini professionali messinesi. “Il Ponte è l’opera madre per lo sviluppo del sud – incalza il presidente degli architetti, Giovanni Lazzari -, per la continuità territoriale e le linee ferrate”. Pure secondo Lazzari, “servono opere per contrastare il rischio sismico e idrogeologico, mica sono in antitesi”. E ancora sul rischio di infiltrazioni mafiose: “Bisogna essere capaci di contrastarle – conclude -, non possiamo certo rinunciare a realizzare ogni grande opera per questo”.

Il Ponte “è l’unica soluzione alla crisi che ha messo in ginocchio le imprese” – secondo Luciano Taranto, in rappresentanza del Consiglio dell’Ordine degli ingegneri, che ricorda anche che l’opera è presente in tutte le pianificazioni degli ultimi decenni.

Poi le altre associazioni. Per Alessandro Tinaglia, di Reset, “è inaccettabile che il sindaco dica che la città è contraria, semplicemente perché non è vero. Il prossimo 16 novembre Renzi dovrà parlare di Ponte e delle infrastrutture collegate”. Poi invita il Consiglio comunale ad esprimere posizione in merito al più presto.

Contrario alla posizione di Accorinti pure il presidente delle Acli, Antonio Gallo. “E’ l’ultima possibilità per far rinascere il lavoro a Messina, mentre molti giovani vanno via. Il Ponte è collegato alle infrastrutture, non può esserci l’uno senza l’altro. A pensarlo siamo in tanti, associazioni eterogenee che, su altri temi, hanno idee diverse”.

Da sempre favorevole il Movimento Cristiano Lavoratori. “Le motivazioni del no si sono affievolite – dice il vicepresidente di Mcl, Lillo Zaffino -. Oggi ci vogliono due ore e mezza per attraversare lo Stretto in treno, siamo tagliati fuori dall’Europa. Serve una volontà politica forte”.

Le critiche al sindaco arrivano anche da un ex sindaco, Franco Providenti, oggi rappresentante di Cittadinanzattiva. “Quand’ero sindaco c’erano tante navi, oggi per i pedoni non ce n’è neanche una, si vuole isolare la Sicilia. Accorinti non può dire il suo no al Ponte senza intervenire, e non solo a parole, sull’assenza di navi. Il Ponte porterà l’alta velocità in Sicilia, facendo crescere i traffici”.

La città è invivibile ed è rimasta indietro, secondo Antonio Briguglio, di Riabilitiamo Messina. “Il lavoro genera lavoro, gli investimenti generano investimenti e l’assenza di lavoro e investimenti non genera niente. Il Ponte ci farà fare un salto nel futuro, non collega Messina a Villa San Giovanni ma la Sicilia all’Europa. Il sindaco parla di rischio mafia ma allora, se non siamo capaci di contrastare questo rischio, non si va avanti”.

Le argomentazioni di Accorinti sono “illogiche” per Giovanni Frazzica, di Mondo Nuovo, “è un disco rotto, parla per slogan. Si prende i meriti della manifestazione di 10mila persone dieci anni fa, ma era stata organizzata dal comitato Cariddi – Scilla, non da lui, ed era stato fatto proselitismo. Oggi i tempi sono cambiati e invitiamo i favorevoli al Ponte, che sono tanti, a farsi avanti”.

(Marco Ipsale)