M5S insiste sul Punto Franco nella Zona Falcata: “Prp è speculazione edilizia”

L’intera gestione della Zona Falcata all’Autorità Portuale e lo spostamento del Punto Franco, istituito 60 anni fa e mai attuato, nelle aree di Giammoro. In considerazione del fatto che, nel tempo, la “falce”, una delle aree più preziose della città, è stata abbandonata a sé stessa, quasi tutti sembrano convinti che l’accordo possa rappresentare una svolta in positivo per la Zona Falcata e per Messina.

Non così i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, che continuano a credere che il punto franco nascerà nei “miseri” 144mila metri quadri della Zona Falcata, chiedono alla Regione di assumerne la gestione diretta e non vogliono si “regali” all’Autorità Portuale.

Da troppo tempo, però, si attende invano che la Regione faccia la sua parte. Eppure, secondo i 5 Stelle, l’accordo sarebbe penalizzante per Messina. “Non vorremmo – affermano – che questo accordo sia l’ennesimo atto con cui la Regione cederà la propria sovranità e le proprie prerogative ad un ente statale non elettivo e non soggetto a forme di controllo democratico, ma squisitamente tecnico, slegato dal territorio e finanziarizzato, facendone pagare le conseguenze ai cittadini messinesi e ai siciliani”.

“Dietro questo accordo – si chiedono i deputati – c’è la volontà di riqualificare l’area più preziosa dello Stretto e di creare ricchezza equamente distribuita tra i cittadini? Oppure tra le linee del piano regolatore portuale redatto dall’Autorità portuale di Messina – sconosciuto ai cittadini e condiviso non si sa con chi – si nasconde l’ennesima speculazione edilizia che gioverà ai “soliti noti” e sottrarrà per l’ennesima volta il mare alla città?”.

“Da una recente interlocuzione con l’assessore Vancheri – dichiara la deputata Valentina Zafarana – non è stato possibile avere la certezza se questo “storico accordo” farà salvi i 144mila metri quadri su cui, con legge nazionale, è stato stabilito che debba sorgere il punto franco di Messina, prerogativa del governo regionale, o se ancora una volta la Regione farà finta di nulla, nascondendo la testa sotto la sabbia. Il segreto, evidentemente, sarà svelato ai cittadini solo dopo l’incontro di domani. D’altro canto in un recente incontro, l’Assessore Vancheri aveva garantito la volontà di costituire un tavolo tecnico, allo scopo di individuare e attuare l’iter amministrativo che porti alla realizzazione del punto franco di Messina”.

“Appare doveroso ricordare al governo regionale – continua Valentina Zafarana – che sui 144mila metri quadri su cui deve sorgere il punto franco insiste un vincolo legislativo apposto con la Legge n. 191/51 e che l’ Alta Corte della Regione siciliana, con decisione dell’11 luglio 1951/31 ottobre 1951 n. 48, stabilì che, essendo il punto franco compreso nel territorio della Regione, la competenza della materia industriale, commerciale ed amministrativa del punto franco è del presidente e degli assessori regionali, mentre solo la vigilanza doganale spetta agli organi del Ministero delle Finanze. Tanto più che negli ultimi anni diversi studiosi e lo stesso vice sindaco di Messina, prof. Guido Signorino, si sono già espressi circa la legittimità, la realizzabilità e la sicura convenienza in termini di livelli occupazionali e ricchezza diffusa del punto franco. Al contrario, non è dato sapere quale sarà l’impatto economico e occupazionale del piano regolatore portuale che prevede la realizzazione di opere edilizie, alberghiere, uffici, parcheggi e che quindi sembrerebbe, come sempre, a vantaggio di pochi e non dell’intera collettività”.