Lente sui servizi sociali, a Casa Serena 35 lavoratori in esubero e scatta la mobilità

Probabilmente è solo un atto dovuto, un passaggio obbligato in vista di quelli che potranno essere i passi da qui ai prossimi mesi. La certezza è che oggi la cooperativa Azione sociale ha inviato a tutti i sindacati l’atto con cui annuncia l’avvio delle procedure di mobilità per alcuni dei lavoratori di Casa Serena. Si riaccendono così prepotentemente i riflettori sulla casa di riposo di Montepiselli, dopo qualche mese di calma apparente. Perché se da un lato sembra ormai imminente la pubblicazione del bando per dare il via agli interventi di messa a norma della struttura, dall’altro il tempo corre e la cassa integrazione parziale avviata nello scorso mese di gennaio, per far fronte alla riduzione di 100mila euro mensili imposta dal Commissario Croce, scadrà a dicembre. Questi mesi dovranno servire per evitare che la messa in mobilità si trasformi in licenziamento.

Nel documento il presidente di Azione Sociale, Giovanni Ammendolia, spiega di vedersi “costretto a comunicare la necessità e l’urgenza di procedere ad una riduzione collettiva del personale dipendente in esubero con la conseguente risoluzione del rapporto di lavoro”. Alla base della scelta, spiega la cooperativa, la disposizione dell’ottobre 2012 del Commissario Croce di trasferire gli anziani in altre strutture e poi la riduzione sul costo del personale imposta dal gennaio 2013 attraverso il cosiddetto “atto di sottomissione” che ha tagliato anche sul numero delle ore lavorative e sui costi generali di gestione. A dicembre non sarà più possibile rinnovare la cassa integrazione, morale della favola si riproporrà il problema dei 35 lavoratori in esubero.

In particolare su un totale di 104 dipendenti, i lavoratori individuati come “di più” sono: 1 assistente sociale, 1 dietista, 2 animatori qualificati, 3 infermieri professionali, 7 impiegati amministrativi, 2 autisti, 1 addetto alla centrale termica, 1 magazziniere, 3 manutentori speciali, 2 giardinieri, 1 cuoco, 4 ausiliari di assistenza, 1 barbiere, 3 portieri/centralinisti, 2 addetti alla lavanderia, 1 infermiere generico.

Duro il commento della segretaria dell’Orsa Servizi Francesca Fusco che ritiene “inammissibile” questa presa di posizione da parte di Azione sociale. “Invece di mettere sulla graticola i lavoratori, la cooperativa dovrebbe dialogare e cercare soluzioni con il Comune. E’ assurdo accendere i riflettori proprio adesso che sono quasi stati ultimati tutti gli adempimenti per il bando dei lavori e che la vertenza, invece di assumere caratteristiche di emergenza sociale, potrebbe risolversi positivamente sia per gli anziani che per i lavoratori”, ha dichiarato la sindacalista.

Di servizi sociali in generale si è invece occupato il consigliere comunale del Megafono Angelo Burrascano che ha scritto all’amministrazione comunale per avere ulteriori chiarimenti sui motivi per cui non siano state subito bandite le nuove gare e si sia scelto di andare avanti per proroghe. L’assessore Mantineo aveva già spiegato che la scelta era stata dettata dalla necessità di evitare l’interruzione dei servizi in attesa del bilancio e dunque di bandi pluriennali, Burrascano però, oltre a ricordare che sarebbe stato compito del Dirigente bandire le gare già lo scorso anno, chiede anche perché negli avvisi per l’affidamento a trattativa privata sia stato inserito il criterio di assegnazione di 20 punti al massimo per ogni punto percentuale di ribasso d’asta. Per il consigliere questo criterio ha probabilmente creato turbative d’asta, considerato che tutti hanno presentato il ribasso massimo e che per l’affidamento si è proceduto al sorteggio.

Francesca Stornante