Incidente sul lavoro per un operatore di Messinambiente. I sindacati insorgono, l’azienda “si difende”

Partiamo dal fatto. Nella mattinata di ieri un operatore di Messinambiente impegnato nel servizio di svuotamento insieme ad un collega, in quel momento alla guida del mezzo, è stato protagonista di un incidente che, solo per un soffio, non si è trasformato in tragedia. L’uomo, infatti, in forza alla società di via Dogali da oltre 18 anni, quindi non certo “nuovo” al lavoro, è intervenuto, a motori ancora accesi, per sbloccare il sensore che aveva determinato il blocco del “braccio” che solleva il cassonetto. Il meccanismo, grazie all’intervento dell’operatore è tornato in funzione, ma proprio in quel momento il macchinario ha “agganciato” anche il giubbotto indossato dall’uomo che è stato tirato su dal braccio. Tempestivo l’intervento del collaboratore alla guida del mezzo, quest’ultimo tra i neo assunti per sentenza, che resosi conto immediatamente del pericolo ha spento i motori. L’uomo protagonista dell’incidente è stato comunque ricoverato al Policlinico a causa delle lesioni riportate, ma non è in pericolo di vita. Questa la ricostruzione effettuata dalla società di via Dogali che, come spiegato dall’amministratore unico, attualmente commissario liquidatore, Armando Di Maria, ha subito accertato la dinamica dei fatti, “contenendo” le reazioni dei sindacati, che non si sono fatte attendere.

Dura, come prevedibile, le affermazioni di Fp Cgil e Uil Trasporti. I segretari generali, rispettivamente, Clara Crocè e Silvio Lasagni, e del responsabile di settore per la Fp Carmelo Pino, considerano l’infortunio come il risultato della mancanza di formazione degli operatori che lavoro all’interno della società, oltre che dal malfunzionamento dei mezzi. “Riteniamo che su questa vicenda – scrivono – ci sia una grave responsabilità del sindaco Buzzanca nella qualità di socio di maggioranza della azienda cittadina non ha posto in essere tutte le misure necessarie per garantire il servizio ai cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Da anni denunciamo lo stato di precarietà e le condizioni generali in cui sono costrette a lavorare le maestranze. Se i cittadini nei prossimi giorni troveranno i cassonetti ricolmi di immondizia la colpa è da addossare esclusivamente al sindaco e all’Ato 3 e che hanno condotto l’azienda a questo stato. Su dieci automezzi che dovrebbero partire nel turno di mattina ben cinque si fermano a causa dei guasti”.

Una mancanza, quella appunto dei mezzi, che, come detto (vedi altro articolo) è però causato anche dai problemi di carattere finanziario della società. Alla luce dell’accaduto, Fp Cgil e Uiltrasporti rinnovano un immediato confronto con il primo cittadino: “La vicenda dei rifiuti – concludono i dirigenti sindacali- non può essere liquidata con un semplice piagnisteo rivolto al Ministro per richiedere i fondi”.