Le catene della rabbia e della disperazione, la protesta non si ferma

Nessuno li ha ascoltati, nessuno sembra neanche essersi accorto che da giorni trascorrono le ore in attesa che qualcosa si muova. Lunedì scorso le 37 guardie giurate ex Detective iniziavano la loro protesta a oltranza proprio di fronte la sede dell’Istituto di vigilanza Ksm, quello che per mesi hanno sperato diventasse il loro nuovo posto di lavoro. Fin dal primo giorno avevano avvisato che sarebbero andati avanti fino a quando qualcuno non gli avrebbe dato retta. Finora così non è stato e dal sit-in sotto il gazebo oggi hanno deciso di sistemarsi sullo spartitraffico di via Garibaldi, proprio di fronte piazza Unione Europea, legati con le catene che sono il simbolo di tutta la loro esasperazione. La segretaria dell’Orsa Servizi Francesca Fusco ricorda che da ben due anni combattono per la ricollocazione nel mondo del lavoro. “In occasione del cambio d'appalto dell'Università di Messina, il proprietario della Ksm aveva promesso loro l'assunzione una volta posti in mobilità. Così non è stato, alle parole non sono seguiti i fatti, per questo hanno deciso di presidiare la sede della Ksm messinese con l'intento di rompere il muro di silenzio che ha caratterizzato la loro vertenza” spiega la sindacalista. A quanto pare a nulla sono valse anche le richieste di incontro inoltrate dal sindacato in questi giorni. Non ha risposto l’azienda e non aveva risposto neanche la Prefettura che invece nei mesi scorsi si era mostrata vicina alla vertenza dei 37 ex Detective. Ma proprio dalla Prefettura è arrivata la convocazione: si discute domani alle 10. Ormai questi lavoratori sono pronti a giocarsi il tutto per tutto, a dicembre scadranno gli ammortizzatori sociali, non c’è più tempo da perdere. E ancora una volta avvisano: “Oggi è l'inizio di un lungo elenco di manifestazioni che diventeranno via via sempre più eclatanti. Questa protesta si fermerà soltanto quando le ex guardie giurate troveranno risoluzione della loro vertenza”.

(Francesca Stornante)

Martedì, 28 maggio, 2013 – 12:49