cronaca

Ex pentiti tornati a mafiare a Messina, tutte le condanne definitive dell’operazione Predominio

MESSINA – La Corte di Cassazione mette la parola fine alla trafila giudiziaria dell’operazione Predominio, rendendo definitive le 12 condanne emesse in primo grado nel 2020 e confermare in appello circa un anno fa.

Si tratta dell’inchiesta della Questura di Messina che mise fine ai nuovi “circoli” di mafia cittadina che si stavano riorganizzando sotto le direttive di ex pentiti tornati a delinquere. Sullo sfondo anche il fallito agguato a Giostra nel 2018, che ha rischiato di far tremare la “pax mafiosa” cittadina.

La Suprema Corte ha in sostanza rigettato e dichiarato inammissibili tutte le richieste, di difensori e anche della Procura, chiedendo un lieve “aggiustamento” del calcolo delle condanne per due persone, Antonino Stracuzzi e Orazio Bellissima, annullando le attenuanti generiche decise in appello e chiedendo ai giudici di secondo grado di tornare a decidere la condanna. No anche alla richiesta della Procura Generale di Messina di ripristinare le condanne per associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, reato che la corte d’appello aveva “cassato”.

Ecco la sentenza d’appello

15 anni di carcere per Nicola Galletta, 2 anni per Alberto Alleruzzo, 7 anni per Angelo Arrigo e Cosimo Maceli, 6 anni per Vincenzo Barbera e Giuseppe Cutè, 3 anni ad Orazio Bellissima e Giuseppe Selvaggio, 10 anni a Salvatore Bonaffini e Pasquale Pietropaolo; 2 anni per Antonino Stracuzzi, 1 anno e 4 mesi per Marco Galletta.

Impegnati nelle difese gli avvocati Giovanni Caroè, Salvatore Silvestro, Alessandro Billè, Gaetano Gemelli, Loredana Gemelli, Giuseppe Lipera, Gianpiero Calabrese, Marco Basile.

La nota del legale

“La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso promosso nell’interesse del sig. Stracuzzi Antonino, ha annullato la sentenza della Corte d’Appello di Messina, con rinvio ad altra sezione della medesima Corte al fine di decidere circa il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche”, precisa il difensore, l’avvocato Giovanni Villari.

“Mi preme da ultimo sottolineare come, fin dalla sentenza di primo grado, concetto ribadito poi anche in Corte d’Appello, il sig. Stracuzzi non è mai stato ritenuto facente parte dell’associazione mafiosa definita con il termine “Operazione Predominio”, essendosi piuttosto sin da principio chiarita la sua totale estraneità al circuito come contestato; dato, questo sì, oggi definitivamente confermato in ragione della irrevocabilità della pronuncia degli Ermellini sul punto specifico”, conclude il legale