Ardizzone: “Io sindaco? Sto costruendo un programma con Liberi e Forti”

Lascia il suo ruolo di presidente dell’Ars, con serenità e con la consapevolezza di aver svolto il delicato compito al massimo dell’impegno e rigore. “Non mi sento lasciato solo, mi sento a posto con la mia coscienza, ho fatto il mio dovere fino in fondo”.

Giovanni Ardizzone, approdato in Assemblea per la prima volta nel 2001, candidatosi con AP il 5 novembre e non riconfermato, guarda avanti e non si sottrae alle domande che riguardano la sua città, Messina.

Nel 2016 il suo nome era stato tra i papabili per la candidatura a Palazzo Zanca ed in quel periodo disse “se dovessi farlo lo farei al di fuori dei partiti”. Dopo la sconfitta alle Regionali quel progetto potrebbe tornare in primo piano, attraverso un movimento che ha già un nome: “Liberi e forti”.

Incontrando i giornalisti a Palermo Ardizzone nel concludere un percorso non ha escluso la sua candidatura a sindaco, proprio con quel movimento con il quale sta predisponendo il programma.

Intanto sono avvocato e torno a fare la mia professione- ha dichiarato- Inutile fare previsioni ma sto costruendo un programma insieme a tanti che la pensano come me. Liberi e forti e' il nome del progetto che richiama il messaggio di Don Luigi Sturzo. Bisogna essere veramente forti sapendo qual è il rischio che si corre in una citta' molto complessa com'e' Messina. Certamente, sto contribuendo a scrivere un buon programma. Accorinti rappresenta il male minore rispetto a quello che sta succedendo in citta'. Da messinese ho molta tristezza e ho dichiarato che il mio partito in futuro potrà essere Messina. Abbiamo avuto tanti cambi di casacca, un segretario regionale del Pd che e' diventato responsabile di FI e che risponde al nome di Genovese, abbiamo nel Pd persone che di sinistra non hanno assolutamente nulla. C'è da rimanere smarriti. C'è bisogno di recuperare tanta coscienza civica a Messina e fare uscire le persone dallo stato di bisogno. Perchè quando c’è questo il voto è condizionato", ha concluso.

Già lo scorso anno, in occasione delle sue dichiarazioni a proposito di una candidatura al di fuori dei partiti, gli fu contestato che proprio nei partiti (l’Udc di D’Alia) ha portato avanti la sua carriera politica ed i ruoli ricoperti.

Tra i rimpianti rispetto al passato, ed all’esperienza da Presidente dell’Ars, Ardizzone annovera il non essere riuscito a far approvare il Codice etico, un’idea che era stata di Musumeci e sposata da più parti. “Abbiamo insistito a portarlo in Aula e ci sono state tantissime resistenze, anche meno palesi, che hanno portato fuori strada".