Nuova lettera del commissario Romano: “Se ci sono scuole e strade a rischio vanno chiuse”

La prima lettera l’ha scritta il 5 novembre 2015. Adesso, 3 mesi dopo, la situazione economico-finanziaria dell’ex Provincia è rimasta immutata e quanto paventato in quella missiva si fa sempre più concreto. Per questo il commissario straordinario di Palazzo dei Leoni Filippo Romano ha nuovamente scritto ai sindaci dei 108 comuni ed ai dirigenti scolastici degli Istituti superiori per ribadire il concetto: le casse sono vuote, pertanto scuole e strade provinciali che necessitano di interventi straordinari dovranno essere chiuse. A meno che non si possa provvedere con altre risorse. Insomma la futura Città Metropolitana è sull’orlo del baratro a causa dell’incrocio fatale tra la drastica riduzione dei contributi e la richiesta di somme che il governo Renzi chiede alle ex province. E’ toccato al commissario allargare le braccia con sindaci e dirigenti scolastici e trasmettere la nota anche alla Regione, alla Procura ed alla Corte dei conti.

La nota del 12 febbraio è analoga a quella del 5 novembre (leggi qui) e riporta i tagli pesantissimi che gravano sugli enti intermedi nonché il contributo per il risanamento che le ex Province ogni anno versano allo Stato e che per il 2016 è stato raddoppiato rispetto al 2015. Ma c’è di più, perché il fatto che la riforma dei Liberi Consorzi in Sicilia sia quasi una leggenda metropolitana ha aggravato il contesto. La Sicilia infatti non avendo recepito la riforma Delrio ha perso i finanziamenti nazionali destinati a scuole e strade provinciali “e, almeno stando al testo della legge di stabilità nazionale varata a dicembre, non li otterrà fino al 2021 con un danno stimato di oltre 400 milioni di euro– scrive Romano a sindaci e dirigenti scolastici- Allo stato attuale permangono le forti preoccupazioni già esternate con nota prot n. 3456/Gab del 5.11.2015 malgrado l'impegno e la responsabilità profusi nell'attuare una politica di contenimento della spesa. Non soltanto questa amministrazione non è più in condizione di sostenere spese per interventi straordinari, ma si trova costretta a ridurre al massimo anche la manutenzione ordinaria mettendo a rischio le funzioni fondamentali della manutenzione dell'edilizia scolastica e della viabilità provinciale. Corre pertanto l'obbligo di ribadire ai sigg. Sindaci ed ai Sigg. Dirigenti Scolastici che qualunque problematica relativa alla viabilità e/o edilizia scolastica, che non possa essere risolta in via ordinaria con l'utilizzo delle risorse umane e strumentali di cui dispone l'Ente, comporterà necessariamente la chiusura dei tratti stradali o degli edifici a rischio, ricordando che gli unici investimenti che sarà possibile portare avanti sono quelli specificamente finanziati da risorse regionali o comunitarie”.

Insomma, senza soldi o i sindaci fanno da soli oppure chiudono le strade a rischio.

Già a novembre Romano spiegava che se nel 2015 il contributo richiesto all’ex Provincia era stato di 8.562 milioni di euro, per il 2016 la cifra è stata raddoppiata a 17 milioni (che diventeranno 25 per il 2017). Sul fronte tagli dei trasferimenti erariali si è passati da uno stanziamento storico di circa 30 milioni l’anno fino al 2010, a 22 milioni di euro nel 2011, a 10 nel 2012, a 2 milioni nel 2013, a 604 mila euro nel 2014 e a zero euro nel 2015. In sintesi si è passati dai 30 milioni di finanziamenti nel 2010 a zero euro in soli 5 anni, con l’aggravante che adesso alle ex Province il governo Renzi chiede pure soldi…. provenienti dalle entrate tributarie proprie dell’Ente (RCA, TEFA, IPT) che attualmente sono circa 48 milioni di euro annui, alle quali vanno ad aggiungersi altri 12 milioni provenienti da finanziamenti regionali e comunitari.

“Per effetto di queste riduzioni descritte- spiegava Romano- il Bilancio è sceso dai 90 milioni di euro storicizzati fino al 2010 ai 54 min di euro nel 2015, che diventeranno 45 nel 2016 e 36 nel 2017”.

Il Bilancio dell’ex provincia quindi è stato dimezzato in pochi anni. Ne consegue che da quelle cifre si devono togliere le spese per il personale (circa 38 milioni), più le spese fisse.

Una situazione drammatica che di anno in anno peggiora. E se il 5 novembre, con la prima missiva il futuro appariva nero, adesso con l’arrivo del 2016 quel futuro è diventato presente.

Rosaria Brancato