Città Metropolitana: niente bilancio e fondi a rischio. Allarme di Csa e Cisal

Città Metropolitana: niente bilancio e fondi a rischio. Allarme di Csa e Cisal

Città Metropolitana: niente bilancio e fondi a rischio. Allarme di Csa e Cisal

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lunedì 23 Luglio 2018 - 11:34

L'appello dei sindacati per evitare altri ritardi e poter usufruire dei fondi a disposizione

La Città Metropolitana di Messina non può predisporre il bilancio di previsione 2018/20 e rischia di perdere finora 36 milioni e altri che ne arriveranno. E' l'allarme lanciato da Csa e Cisal: "Quando due anni fa lanciammo l’allarme sul rischio che la mancata attuazione della riforma degli enti di area vasta in Sicilia e la loro condizione economica avrebbero messo a repentaglio buona parte delle risorse del Masterplan ed altri ingenti risorse in pochi accolsero l’appello. Anzi un anno dopo, l’allora assessore allo sviluppo economico del Comune, Guido Signorino, si affrettò a minimizzare precisando che solo una parte delle risorse si sarebbero perse, quasi che il nostro territorio si possa permettere di perdere anche solo un centesimo dei fondi disponibili".

A rischio, per i sindacati, un milione e mezzo stanziato per la Strada Panoramica dello Stretto, oltre 13 milioni del Masterplan/Patto per la Città Metropolitana di Messina e i 10 milioni destinati all’edilizia scolastica (che dovrebbero essere utilizzati per la costruzione dell’Istituto Polivalente di Santa Teresa Riva, e per interventi in altre scuole di Messina e Barcellona).

"Facciamo quindi appello a tutti i soggetti coinvolti – dicono i sindacati – affinchè mettano nell’immediato gli enti nelle condizioni di approvare i bilanci di previsione attraverso, nello specifico, due interventi urgenti: – Un assestamento del bilancio regionale che stanzi risorse sufficienti – La possibilità di approvazione del bilancio per il solo 2018 – L’eliminazione del “Prelievo forzoso” che, solo per Messina, si è ormai assestato sui 25 milioni di euro annui. Il presidente Musumeci pensi a mettere in sicurezza gli enti prima ancora di ricorrere all’Unione Europea per l’elezione degli organi a suffragio universale diretto: il suo programma, oltre al sistema elettorale, prevedeva il rilancio delle Province e su questo non si può più perdere tempo. Senza risorse, né un sindaco metropolitano eletto a suffragio universale né uno eletto con elezioni di secondo livello potrebbe garantire l’accesso ai finanziamenti e la realizzazione dei progetti".

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