Omicidio Calogero Franco: chiesto il giudizio per il pentito Giuseppe Cipriano

A ventidue anni di distanza dall’omicidio di Calogero Franco la DDA di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio per uno dei basisti. L’uomo fu ucciso mentre si trovava in auto con la fidanzata la sera del 28 giugno 1990 a Capo d’Orlando. Il delitto rientrava nella guerra fra i sanguinosi clan tortoriciani dei Bontempo Scavo e dei Galati Giordano che si contendevano il controllo delle attività illecite, ed in particolare delle estorsioni, nel territorio nebroideo. Per questo omicidio sono già stati condannati nel maxiprocesso Mare Nostrum il boss Cesare Bontempo Scavo, Mario Bontempo Scavo, Francesco Cannizzo, Vincenzo Crascì e Vincenzino Mignacca. A distanza di qualche anno a fare i nomi di mandanti ed esecutori fu uno degli organizzatori del fatto di sangue, Giuseppe Cipriano, 69 anni, collaboratore di giustizia e già capo della ‘ndrina di Brolo. Cipriano, interrogato dai PM nel corso delle indagini preliminari, si autoaccusò, svelando i retroscena dell’omicidio. Per un mero errore dei giudici l’omicidio di Calogero Francò non gli fu mai contestato né in primo grado né in appello. Poiché il pentito, per motivi di salute, non si presentò in aula a deporre fu necessario acquisire i verbali dei suoi interrogatori e solo a quel punto si scoprì che mai nessuno aveva pensato di contestargli la partecipazione all’omicidio. Gli atti sono stati inviati al sostituto procuratore della DDA Fabio D’Anna che ha avanzato al gip la richiesta di rinvio a giudizio per Cipriano. L’uccisione di Franco, ritenuto vicino ai Galati Giordano, fu decisa dai Bontempo Scavo nel corso di una riunione. L’uomo, oltre ad essere considerato alleato di Orlando Galati Giordano, era ritenuto responsabile di un attentato ad un ristorante che era sotto la protezione dei Contempo Scavo. I killer utilizzarono una Fiat Croma rubata a Gioiosa Marea. Si appostarono sotto il faro di Capo d’Orlando in attesa dell’auto di Franco e quando gli uomini della staffetta gli segnalarono il suo arrivo sbarrarono la strada con la Croma. Antonino Coci e Cesare Bontempo Scavo scesero dall’auto e uccisero Franco con numerosi colpi di fucile calibro 12 e di mitraglietta raggiungendolo alla testa ed al torace. La fidanzata di Calogero Franco rimase illesa. La Croma fu trovata incendiata vicino ad un ponte a Sinagra.