Crack Pesce, a processo gli indagati eccellenti per il fallimento della catena d’abbigliamento

Processo a partire dal prossimo 13 marzo, davanti ai giudici della I sezione penale, per il fallimento dell’mpero di Sandro Pesce, il commerciante messinese imputato del crack della società madre, la Margan, e le collegate attraverso le quali gestiva diversi negozi di abbigliamento in città, sequestrati. Il gup Giovanni De Marco ha rinviato a giudizio tutti gli indagati considerati prestanomi dell’imprenditore, ai quali sono stati sequestrati beni e conti correnti. Imputati, insieme a Pesce, il notaio e cognato Vittorio Quagliata, Gaetana Inferrera, Maria Ferrara, Rosa Maria Zocca, Giuseppe Leone, Margherita Bagnoli e il filippino David Remedios, che si sarebbe adoperato per un conto bancario come prestanome. Pesce era stato arrestato nel luglio 2011 per bancarotta fraudolenta per la distrazione di beni della “Margan Srl”, dichiarata fallita nel 2008. La Guardia di Finanza, a più riprese, ha messo i sigilli ad una barca di lusso, immobili a Messina e Catania. L’ultimo sequestro è dello scorso anno: sotto chiave beni per oltre un milione di euro tra due magazzini commerciali, uno in via Garibaldi di 54 mq. e l’altro in via Corbino Orso di 1200 mq., intestati alla Idra Srl, una società riconducibile a Pesce, come la Marlene e la Liz. Conosciutissimi i negozi messinesi del gruppo, “Aquarius” uno per tutti.