Operazione Tris, tutti i nomi e i dettagli delle truffe assicurative

Si chiamava Gestin Service lo studio di consulenza di Gaetano Molino, il quarantunenne arrestato nell’operazione Tris per le truffe assicurative commesse con la complicità di familiari e conoscenti. Peccato che il nome della Gestin Service non esista nei registri dei periti incaricati Ivass, non sia registrata alla Camera di Commercio, e che la partita IVA denunciata in carta intestata non risulti nei registri Iva. Insomma, era una truffa bella e buona quella che Molino aveva messo in piedi, un’attività di consulenza per i sinistri volta a confezionare incidenti del tutto falsi, o gonfiare quelli realmente accaduti. Tutto per intascare i risarcimenti liquidati da svariate compagnie assicurative: dalla Reale Mutua alla Directline, dalla Unipol Ugf alla Genertel, passando per la Linear e la Cattolica.
Tra il 2009 ed il 2013 sono numerosi gli incidenti passati al setaccio dagli investigatori. Soltanto in alcuni casi, però, la compagnia assicurativa ha denunciato la presunta truffa. Ecco perché per alcuni episodi, malgrado le prove ci siano, il GUP Maria Teresa Arena ha dovuto dire no alle richieste d’arresto avanzate dal sostituto procuratore Antonio Carchietti, titolare del caso. I faccia a faccia con gli arrestati prenderanno il via già da oggi. La lista degli indagati è però parecchio lunga e conta 52 persone.
E c’è anche un’indagine collegata, in corso a Trieste, da cui quella di ieri ha preso le mosse. In un caso, infatti, Molino ha “esagerato” nei toni e nel modo di fare, con uno dei liquidatori che aveva contattato, per farsi liquidare un sinistro. Il modo di fare, e la documentazione presentata dal perito, non hanno convinto affatto il liquidatore, che ha deciso di denunciare l’accaduto, dando il via all’inchiesta. Oltre che a prestare dichiarazioni di comodo come falsi attori o testimoni di incidenti mai avvenuti, Molino e i complici si prestavano anche a procurare referti veri e falsificarli, o produrre falsa documentazione medica.
Tra le carte sequestrate tra gli investigatori anche alcuni certificati su carta intestata del dottor Bernardino Salamone, di Barcellona. Inizialmente coinvolto nell’inchiesta Indennizzo sui falsi incidenti nella zona del Longano, le accuse al medico si erano poi ridimensionate. Tra le carte presentate dagli assistiti della Gestin gli investigatori ne hanno trovata una apparentemente firmata dal professionista, come detto. Ma il dottor Salamone ha disconosciuto la firma ed ha mostrato l’autentica carta intestata del proprio studio, affatto simile a quella adoperata da Molino.
Oltre alle 20 persone colpite dal provvedimento del giudice per l’indagine preliminare Maria Teresa Arena sono indagati anche: Domenico Fede(66 anni), Giovanni Muscolino (54), Angelo De Luca (26),Ahmed Mhuoub (24), Sabrina Sciuto (33), Antonino Celona (32), Nicola Auditore (49), Lorenzo Donato (42), Angelo Scopelliti (28), Angelo Di Bella (50), Sebastiano Visalli (54), Salvatore Russo (67), Paolo De Luca (58), Pasquale Di Stefano (43), Saghir Mouhoub, Concetta Campagna, Antonino Piccolo, Stefano Ingegnere, Nicola Tindaro Basile, Pesco Antonino, Nunzio Commisso, Antonino Tavilla, Davide Galletta, Andrea Mutto, Tommaso Arena, Umberto DI Blasi, Sebastiano Scalzo, Rosy Marchetta, Cristian Panarello, Emanuele Cariddi, Pina Settimo, Giacomo Lo Surdo. Sono tutti residenti tra Santa Margherita, Santo Stefano Briga, San Filippo, Roccalumera, Fiumedinisi e Venetico.