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Fare prevenzione contro i tumori a Messina: l’incontro in Aula Magna

Tantissimi studenti, sia ragazzi che ragazze, pronti ad ascoltare e comprendere come combattere quello che costituisce il male del nostro secolo e che, da vicino o da lontano, tocca ciascuno di noi. Discorsi chiari, alla portata di tutti, comprensibili, di impatto e diretti a ciascuno di loro. “È importante volersi bene a partire dalla vostra età, per proteggersi e valorizzarsi” afferma il professore Alfredo Ercoli. Tanta nuova consapevolezza e voglia di agire per migliorare le cose.

È l’atmosfera che si vive all’interno della gremitissima Aula Magna del Rettorato dell’Università di Messina per l’incontro “Prevenzione, screening e diagnosi precoce dei tumori dell’utero e dell’ovaio nell’era della Medicina Personalizzata”, organizzato dalla FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) e dall’ AMMI (Associazione Mogli Medici Italiani). Con la grande partecipazione di Alfredo Ercoli e la sua lectio.

Mandano i loro saluti il Sindaco Cateno De Luca, il Prefetto Maria Carmela Librizzi, l’Assessore alle Politiche Sociali Alessandra Calafiore e l’Assessore Regionale alla Sanità Ruggero Razza, assenti per motivi istituzionali ma molto vicini all’evento.

Ad aprire l’incontro è la presidente della sezione AMMI di Messina Rosellina Zamblera Crisafulli ringraziando tutti i presenti, primi fra tutti i numerosissimi studenti: “la prevenzione è l’arma più potente che possediamo per ridurre i rischi e la mortalità dei tumori, deve iniziare proprio dalle scuole, i ragazzi vanno educati a conoscere la problematica, perché la miglior difesa è l’attacco, prevenire vuol dire vivere”.

In accordo con lei la presidente FIDAPA di Messina, Rosa Maria Trischitta Nuccio e la segretaria nazionale Francesca De Domenico, poiché “la scuola deve educare prima di tutto i ragazzi alla vita”.

Interviene, allora, il Rettore Salvatore Cuzzocrea, con grande soddisfazione per un evento sentito da parte della città: “vedere questa sala piena dà un senso a ciò che facciamo ogni giorno, è con molto piacere che ho qui accanto, da una parte, Alfredo Ercoli, una punta di diamante per la nostra Università, maestro, collega, amico e, dall’altra, il Monsignor Di Pietro a trattare un argomento un tempo lontano dalla religiosità. Per me che sono credente sapere di avere la comprensione e il supporto del mondo cristiano è fondamentale. Non è un venir meno al proprio essere ma camminare insieme in un percorso formativo. La prevenzione deve essere un motivo culturale, non soltanto un indicatore medico”.

E a lui risponde, subito, il Monsignore Cesare Di Pietro: “testimoniamo oggi un segno di grande avanzamento per la civiltà e di respiro culturale. L’apertura del mondo dell’Università è importantissima per gli studenti e la fecondità di un dialogo come quello tra fede e cultura non può chiudersi nel bigottismo della Chiesa né nel pregiudizio del mondo laico; soltanto nel confronto reciproco facciamo un cammino umano di crescita e innovazione. La dottrina della Chiesa è basata sul personalismo cristiano, ogni uomo è un soggetto irripetibile, perciò sono felicissimo di sentir parlare di Medicina personalizzata, calibrata sulla figura di ciascuno. Richiede un lavoro di squadra ancora più significativo, mette in gioco insieme competenze diverse, valorizzando l’equipe”.

A parlare, ancora, di prevenzione e ribadirne l’importanza sono il presidente di Federspev Antonino Arcoraci, precisando come riguardi tanto gli uomini che le donne; Alberto Barbera, responsabile del servizio di Ecografia interventistica al Policlinico e Stefano Pergolizzi, Direttore Scuola di Specializzazione in Radioterapia, affermano “la sinergia tra radioncologo e ginecologo è essenziale nella cura dei tumori dell’utero ma, se la prevenzione funzionasse, non avremmo tanti dei nostri pazienti e questo è l’obiettivo che vogliamo raggiungere nel futuro” perché, come continua l’urologo Salvatore Tigani, “funziona ancora il vecchio detto: prevenire è meglio che curare”.

“Prevenire vuol dire essere sicuri di stare bene; deve partire dall’attività fisica e da una corretta alimentazione, stili di vita sani e controlli periodici in qualsiasi fase della vita, senza perdere mai, però, il pensiero positivo. Bisogna andare sempre avanti con buoni propositi” manda così il suo messaggio di speranza Luisa Barbaro, Specialista in Ginecologia ostetricia ed Oncologia, seguita dalla giornalistica scientifica Maria Grazia Elfio. “Mi occupo di comunicazione, quindi parto proprio da lì. I ragazzi usano molto i social, ma bisogna essere critici nell’utilizzo del web e nella fruizione delle informazioni reperite. La parola cancro è la più imbattuta in rete, va sviluppato, allora, un senso critico di tutto ciò che ci sta intorno, un messaggio per indirizzare i pazienti dentro percorsi appropriati. A questo servono incontri come il nostro”.

Arriva il momento di Ercoli che, sin dall’inizio del suo discorso, canalizza le attenzioni di tutti. La sua professionalità e la sua esperienza si traducono nella semplicità e nella chiarezza con cui si rivolge ai giovani presenti. Alfredo Ercoli esegue circa 1300 interventi all’anno in laparoscopia classica e in 3D, in minilaparoscopia, in laparotomia e minilaparotomia, per via vaginale e in laparoscopia robotica con il robot DaVinci. È Ordinario Direttore Clinica di Ginecologica ed Ostetricia del Policlinico Universitario “G. Martino”, portando l’intelligenza artificiale anche da noi. Ha parlato ai giovani di prevenzione, dei diversi tipi di tumore e di Medicina Personalizzata.

“La vostra è l’età giusta per imparare a volersi bene. Prevenire insegna ad apprezzarsi, a proteggersi, a valorizzarsi e a prendersi cura anche degli altri. Quello che imparate oggi si trasferisce, immediatamente, a chi volete bene e ha bisogno di voi”.

Ha spiegato che esistono tre tipi di prevenzione. La prevenzione primaria per il soggetto sano che elimina, così, in anticipo le cause che potrebbero portare un domani allo sviluppo della malattia. La prevenzione secondaria, lo screening diagnostico nella fase precoce di una malattia per poterla curare in maniera adeguata e risolutiva. La prevenzione terziaria, la quale sta prendendo molto piede, riguarda, invece, recidive e complicanze di una malattia già installata.

“Il 35% dei tumori nel mondo sono attribuibili a fattori di rischio modificabili, dipendono cioè da ciò che si fa; le ragioni principali sono sovrappeso, inattività fisica (avremmo bisogno di due ore e mezza di attività fisica medio-intensa a settimana), fumo, alcol, rapporti sessuali non protetti. Nei paesi sviluppati, i principali fattori comportamentali su cui bisogna agire sono tre: fumo, sovrappeso ed alcol. L’Unione Europea ha promulgato 14 suggerimenti per prevenire il cancro e porre attenzione al problema. Alcuni elementi fondamentali sono l’uso sotto controllo medico della terapia ormonale sostitutiva; l’allattamento al seno, il cui valore protettivo enorme stiamo ignorando e perdendo; le vaccinazioni dei propri bimbi all’Epatite B, al Papilloma Virus e il prendere parte ai programmi di screening esistenti” precisa Ercoli.

Esistono, infatti, programmi di screening per il cancro intestinale, il secondo per incidenza, per il cancro della cervice uterina, per il tumore alla mammella e del colon-retto. “Lo screening inizia a funzionare bene, lo Stato è deficitario in tante cose, ma in questo non possiamo lamentarci. Dal 2001 ha posto grande attenzione alla problematica e, adesso, garantisce buoni percorsi, non attuabili per tutti i tumori, ma soltanto quando i programmi sono sostenibili, con esami sicuri e attendibili” continua il professore mostrando, poi, dei grafici sull’adesione alla prevenzione in Italia. “Lo screening per il cancro della cervice ha avuto un apprezzabile miglioramento, il Centro Italia è la zona in cui si aderisce di più ma il Sud non va affatto male. Non altrettanto positivi sono i dati riguardanti quello alla mammella o del colon-retto, anzi, sono dati drammatici. Il tumore alla mammella è il più pericoloso per le donne, una donna su otto ne avrà a che fare nella vita, è il più mortale, la prevenzione avviene per il 90 % a Nord per l’80% al Centro, mentre al Sud è drasticamente inferiore. Per il colon-retto ancora peggio”.

Ercoli prosegue con un’attenta disamina dei vari e più pericolosi tumori nelle loro caratteristiche fondamentali. I rapporti sessuali precoci e non protetti sono il fattore di rischio principale nel cancro cervicale, mentre tumori quali la Sindrome di Lynch, o quello della mammella e dell’ovaio hanno un forte carattere eredo familiare. È importante, allora, conoscere quanti casi di cancro abbiamo avuto in famiglia, iniziare dai vent’anni l’auto palpazione, eseguire mammografie ed aderire ai programmi di screening, ma solo il 20-30% lo fa. La sopravvivenza al tumore dipende, in grandissima parte, dallo stato di evoluzione in cui viene scoperto.

Ercoli, infine, introduce e spiega il valore della Medicina Personalizzata tramite la quale diviene finalmente possibile “offrire il trattamento più opportuno a portata d’uomo, conoscendo la persona ed il modo in cui il tumore agisce su di lei. Prima si interveniva solo sulla base di statistiche, adesso posso sapere che un determinato tumore per un soggetto risponde ad una terapia e non ad un’altra”. E, così, termina: “sta cambiando totalmente la mentalità, sta avvenendo davvero ed è incredibile. Molto spetta a noi, ma ancora di più a tutti voi”.

E lascia spazio alle domande dei ragazzi che non dimenticheranno sicuramente le parole della mattinata. Tornando a casa e parlandone con parenti e amici possiamo davvero cambiare le cose.