Attualità

Farmacia Asp a Messina tra disservizi e proteste

L’Assistenza Farmaceutica Territoriale dell’Azienda Sanitaria Provinciale è ancora al centro delle proteste dei cittadini. Da tempo, infatti, il servizio ubicato nei locali dell’ex Ospedale Psichiatrico “Mandalari” non appare in grado di soddisfare, in tutta la sua pienezza, le esigenze dell’utenza.

Nei magazzini della struttura di viale Giostra, sempre più evidenti appaiono le carenze di taluni presidi sanitari necessari per la cura delle persone più sfortunate. Così, le lunghe e stressanti file di parenti o amici in attesa di ritirare quanto richiesto e ovviamente concesso dal Servizio Sanitario Nazionale, si trasformano il più delle volte in “viaggi” utili solo a metà. Molto spesso, ma solo per citare qualche esempio, mancano le garze idrofile, i cerotti, poi le bende, le soluzioni fisiologiche, quelle saline, quindi creme per ulcere e piaghe da decubito oppure spray disinfettanti che dovrebbero, invece, essere regolarmente garantiti.

Così, chi si reca alla Farmacia provinciale per poter usufruire di un proprio diritto, non solo è chiamato a fare fronte al rispetto della normativa anti-Covid che comporta quel distanziamento che costringe la persona incaricata al ritiro a rimanere sotto il sole cocente o la pioggia battente, ma anche a recarsi in altre farmacie, in un secondo momento, ad acquistare quanto mancante nella busta. Ovviamente con le dovute spese. Sulla bolla recante nome e codice fiscale del paziente e i prodotti farmaceutici essenziali richiesti, è quindi divenuto sempre più probabile riscontrare l’assenza di uno o più ausili “giustificandola” con la scritta “buono per…”.

Oltre il dovere affrontare la malattia di un parente nella maniera più adeguata possibile, insomma, per chi è chiamato a fare da supporto al paziente si tratta di un’autentica Odissea alla quale, fino ad oggi, nonostante le rassicurazioni espresse anche da parte dell’Asp, non si riesce a fare fronte.

Ma, visto il perdurare di tale incresciosa situazione che si protrae da anni, ci chiediamo se il disservizio sia dovuto esclusivamente a un problema di forniture o a una inadeguata organizzazione del servizio che dovrebbe essere garantito al cittadino. Nel primo caso i vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale dovrebbero fare la “voce grossa” con l’Assessorato regionale alla Sanità. Nel secondo farebbero meglio a guardarsi allo specchio…

Cesare Giorgianni