Giudizio immediato per caso Scajola, memoria difensiva di Chiara Rizzo

La Dda di Reggio Calabria ha chiesto il giudizio immediato per l’ex ministro Claudio Scajola, Chiara Rizzo e Martino Politi, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su presunti aiuti alla latitanza di Amedeo Matacena, l’ex deputato di Forza Italia condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.

Nella richiesta avanzata dalla Procura non viene contestata agli indagati l’aggravante ex art. 7, cioè l’aver agevolato l’associazione mafiosa. La contestazione era già stata esclusa dal Gip Olga Tarsia. I legali della messinese Chiara Rizzo, gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi, sono contrari alla richiesta.

”Appena saputo della richiesta abbiamo immediatamente presentato una memoria, via pec e via fax, in cui dichiariamo inammissibile il giudizio immediato. Non esistono i requisiti necessari. Anzi, pur rispettando l’iniziativa, la troviamo palesemente strumentale. Non possiamo non rilevare che questa nuova iniziativa, assunta a pochi giorni dalla scadenza dei termini di custodia cautelare, a nostro avviso appare avere l’unico obbiettivo di mantenere ferma la misura a carico della nostra cliente e di altri due indagati, peraltro in pendenza di due appelli della difesa aventi a oggetto la richiesta di annullamento della misura, che saranno discussi il 6 agosto dinnanzi al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria e di quello proposto dall’ufficio di procura, rinviato all’udienza dell’1 ottobre”.

“A nostro giudizio – concludono i legali – la richiesta di giudizio immediato, certamente lecita, e’ una forzatura giuridica che, peraltro, discrimina di fatto la posizione della nostra assistita e di altri due indagati rispetto a quella di altri che avrebbero concorso nei medesimi reati”.