Alle 19 partirà l’ultimo treno notte da Messina: la Rete No Ponte al fianco dei lavoratori Servirail

Il lungo, inesorabile e sconfortante addio delle Ferrovie, che abbandonano sempre più lo Stretto, e l’ostinazione con cui si vuol portare avanti l’idea della realizzazione del Ponte sullo Stretto. Destrutturazione e infrastrutturazione che fanno a pugni. Due motivi di lotta che si incrociano. Ecco perché oggi pomeriggio, intorno alle 18, la “Rete No Ponte” e il “Comitato verso il 18 dicembre” porteranno la loro solidarietà attiva ai lavoratori della “Servirail” (ex Wagon Lits) che stanno, per protesta, dal 3 dicembre occupando il loro impianto accanto al binario 1 della stazione ferroviaria centrale di Messina, giorno e notte, con tende e sciopero della fame, in vista del loro licenziamento dovuto alla cancellazione dei treni-notte a lunga percorrenza decisa dalle Fs, che avverrà a partire da giorno 11.

«La Servirail – scrivono in una noto Rete e Comitato – a causa dei parametri inaccettabili dal punto di vista economico previsti dal nuovo bando di Trenitalia (che preferisce investire solo nell’alta velocità al Nord e nel continuo miglioramento del servizio nelle tratte Roma-Milano e Milano-Torino, a tutto discapito invece del meridione, dove galoppa la dismissione e il definanziamento) ,ha preferito gettare la spugna e non partecipare». Risultato: adesso sono più di 800 in tutto i lavoratori del servizio cuccette dei treni che in Italia dall’11 dicembre prossimo perderanno il posto di lavoro. A Roma circa 100 di loro da giorni stanno occupando un edificio delle Ferrovie e i loro rappresentanti sindacali sono in trattativa con il Governo e il Gruppo Fs. Trattativa però che ieri sera è stata sospesa perché il nuovo gestore del servizio, peraltro incaricato dalle Fs solo temporaneamente per 6 mesi, ha fatto sapere di poter assorbire solo poco più di 1/3 degli oltre 800 lavoratori. 85 di questi sono messinesi appunto, i quali ieri mattina hanno anche occupato i binari 7 e 8 della stazione.

Il nuovo orario quindi disposto da Trenitalia che entrerà in vigore a partire da domenica e che prevede la cancellazione dei treni notturni fino al nord (con scalo forzato d’ora in poi a Roma), «si prefigura inoltre come violazione del principio costituzionale ed europeo della continuità territoriale. Noi – continua la Rete No Ponte – ci siamo sempre battuti per le vere priorità per il nostro territorio, perché il nostro no al ponte è sempre stato un sì alle infrastrutture di prossimità. Da sempre denunciamo la dismissione di Rfi in riva allo stretto (sia in termini di navi che di treni) e lottiamo per far sì che lo Stato, invece di continuare a scialacquare fondi pubblici per la società concessionaria del Ponte sullo stretto (che noi consideriamo opera faraonica solamente inutile e dannosa) ,la “Stretto di Messina” S.p.a. (di cui appunto chiediamo lo scioglimento), investa questi fondi nel trasporto pubblico marittimo e ferroviario in Sicilia e Calabria».

Tra i motivi: il fatto che il proseguo dell’iter della costruzione del Ponte potrebbe causarela perdita di oltre un migliaio di posti di lavoro proprio nel settore della navigazione. Ecco perché oggi, in concomitanza dell’ultimo treno-notte a lunga percorrenza (che avverrà alle 19), i due movimenti manifesteranno «la propria solidarietà attiva ai lavoratori licenziati e a lottare insieme con loro per far sì che Messina non subisca inerme questo ennesimo scippo».