Il Frecciarossa arriva a Lecce. Solo Calabria e Sicilia restano fuori

Il Frecciarossa arriva a Lecce. Solo Calabria e Sicilia restano fuori

Marco Ipsale

Il Frecciarossa arriva a Lecce. Solo Calabria e Sicilia restano fuori

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martedì 11 Dicembre 2018 - 10:47

Per calabresi e messinesi cambio obbligato a Roma, con tutti i disagi che ne conseguono. Ma l’esperienza salentina insegna che un treno veloce diretto per il nord Italia è fattibile. Anzi impiegherebbe anche meno rispetto a quelli

“Ragazzi, voi scendete a Salerno? Sì e voi? Noi proseguiamo per Catania”. Una vignetta ormai famosa in rete, sopra il Frecciarossa, sotto la carrozza trainata da cavalli. Che la nazione sui binari sia divisa in due è un dato di fatto, basti pensare che Italo, la seconda impresa ferroviaria italiana, non opera a sud di Salerno, anzi arriva, ma solo col collegamento in bus, fino a Cosenza.

Trenitalia copre ovviamente tutta l’Italia ma ferma anch’essa i Frecciarossa a Salerno. Anzi, negli ultimi anni, si è spinta ad est, toccando anche Potenza, Bari, Taranto, da domenica scorsa anche Lecce. Anche la parte sud della Puglia, in pratica, è collegata in Frecciarossa con Milano in nove ore.

Le uniche due regioni escluse, allora, restano la Calabria e la Sicilia. E se per noi ci sarà ancora da aspettare il raddoppio della Messina – Catania, che dovrebbe andare in gara nel 2019, e una soluzione per la strozzatura dello Stretto, qualunque essa sia, la linea tirrenica calabrese è in condizioni accettabili per accogliere l’alta velocità, o qualcosa di simile, sin da subito. Del resto, già oggi Villa San Giovanni e Roma sono collegate con Frecciargento in 4 ore e 35 minuti, che diventano 5 ore e 15 da e per Messina, ora che finalmente entrambe le coppie di corse sono ben collegate con gli aliscafi (VEDI QUI).

E non si tratta di un problema di Frecciargento o Frecciarossa. Ad esempio, il Frecciarossa in partenza da Taranto, ogni giorno alle 5.50, impiega 5 ore e 20 minuti per arrivare a Roma Termini, quindi un tempo superiore rispetto a quello che si impiega da Villa/Messina/Reggio, poi prosegue per Milano, dove arriva 8 ore e 50 minuti dopo la partenza. E’ vero, c’è stata la compartecipazione economica delle regioni Puglia e Basilicata, circa 3 milioni, ma è la dimostrazione che il servizio è appetibile eccome, tanto che nel 2017 ha registrato quasi 90mila passeggeri.

In Calabria e Sicilia la situazione non è diversa, se non per il fatto che i viaggiatori sono costretti al cambio a Roma, con tutti i disagi che ne conseguono, mentre sarebbe possibile un treno diretto per Milano in tempi anche inferiori rispetto a quelli in partenza da Taranto o Lecce. Se alle 4 ore e 35 minuti del Villa – Roma, infatti, aggiungiamo le circa 3 ore del Roma – Milano, ecco che sarebbe possibile un treno dall’area dello Stretto a Milano in 8 ore (e a Torino in 9 ore), una in meno rispetto a quanto ci si impiega dal Salento.

Oggi si può andare da Messina a Milano in 8 ore e 35 minuti. Si può fare prendendo l’aliscafo delle 6.20, il treno da Villa delle 6.58 con arrivo a Roma alle 11.35, un altro treno per Milano alle 12 con arrivo alle 14.55. Il problema è che quel cambio a Roma crea difficoltà per possibili ritardi e per i disagi che ne derivano nel trasportare le valigie da un treno all’altro, magari in binari distanti tra loro. Per le persone a mobilità ridotta è praticamente impossibile. Se si pensa che si riempie persino l’Intercity Notte che impiega 18 ore e 30 minuti (!), senza contare i costanti ritardi, tra Milano e Messina…

E’ una battaglia dell’associazione Ferrovie in Calabria, che si appella a Trenitalia, a Italo, alla Regione Calabria e ai parlamentari calabresi, ma che in realtà interessa anche la Sicilia o almeno la città di Messina, che ha accesso agli aliscafi.

“La realizzazione di questo collegamento – scrivono i rappresentanti dell’associazione – sarebbe ovviamente ottimale con l'istituzione di un collegamento ex novo, ma riteniamo possibile, salvo volontà politiche avverse, anche il prolungamento a Reggio Calabria Centrale di una delle già esistenti coppie di Frecciarossa tra Torino Porta Nuova e Napoli Centrale/Salerno e viceversa (come già avviene nel periodo estivo con prolungamento su Sapri di un Frecciarossa attestato a Salerno), magari per un periodo di prova. Con il passare dei mesi, ne siamo più che sicuri, nascerebbe da sé l'esigenza di istituire un nuovo collegamento dedicato alla Calabria e non semplice prolungamento di un Frecciarossa già esistente ed attestato nella vicina Campania. Del resto, il grande successo del Frecciarossa Taranto – Milano Centrale passante per Potenza, dovrebbe insegnare: un collegamento nato con tanti interrogativi sull'effettiva appetibilità, partito con la necessità di parziale sovvenzione pubblica per coprire i mancati introiti per bassa frequentazione, e finito con il contare, ad oggi, una media di 200 viaggiatori quotidiani e conseguente auto-finanziamento della corsa, senza alcun contributo pubblico. Il Reggio Calabria Centrale – Milano Centrale/Torino Porta Nuova, che andrebbe a servire anche Firenze e Bologna oltre che Roma, con la sete di trasporti esistente in Calabria, probabilmente verrebbe letteralmente preso d'assalto fin dal primo giorno di effettuazione”.

Ferrovie in Calabria, infine, chiede anche che le due coppie di Frecciargento per Roma Termini proseguano per la stazione dell’aeroporto di Fiumicino, come di recente avvenuto per i collegamenti tra Venezia e la capitale. “Questa deve essere una battaglia seria, condivisa dalle forze politiche di ogni colore, per dare una concreta risposta alla decennale sete di mobilità dei calabresi, oltre che dei tanti potenziali turisti che non scelgono la Calabria per le proprie ferie, a causa delle estenuanti difficoltà nel raggiungerla – conclude l’associazione -. Chi ci aiuta?”.

E, almeno stavolta, gli interessi di Messina e della Calabria sono gli stessi.

(Marco Ipsale)

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