Istituzioni siciliane a confronto col ministro Lupi. Cacciola: Essenziale il trasporto sullo Stretto

Lo “Sblocca Italia” ha confermato quanto previsto dal Contratto Istituzionale di Sviluppo. Sono disponibili 2 miliardi e mezzo di euro per le ferrovie siciliane ed altrettanti ne sono previsti pur se non ancora finanziati. In questa seconda tranche, ancora senza fondi, rientra il raddoppio Giampilieri – Fiumefreddo, per un importo di 2 miliardi e 270 milioni di euro. Per il resto, alla provincia di Messina restano solo le briciole visto che, ad esempio, il raddoppio tra Patti e Castelbuono non è in previsione perché considerato troppo costoso. L’obiettivo è quello di accelerare i tempi, fornendo date certe. Per questo, è stato nominato un commissario, che sarà l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato.

Se n’è discusso nel corso di un incontro che si è svolto ieri a Roma tra il ministro alle Infrastrutture e trasporti, Maurizio Lupi; il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione; l'assessore alle Infrastrutture e mobilità della regione Sicilia, Domenico Torrisi; col dirigente al ramo, Giovanni Arnone; sindaci e rappresentanti delle città siciliane di Palermo, Catania, Messina, Caltanissetta ed Enna; gli amministratori delegati di Ferrovie dello Stato, RFI e Italferr, rispettivamente Michele Mario Elia, Maurizio Gentile e Matteo Triglia.

In rappresentanza del Comune di Messina, l’assessore alla Mobilità, Gaetano Cacciola. “Purtroppo viene esclusa la tratta Castelbuono-Patti – ha affermato al termine dell’incontro – e le risorse già disponibili coprono solo la progettazione del doppio binario tra Giampilieri e Fiumefreddo, ma non la sua realizzazione. L’auspicio è che si possa fare in fretta per avere un rapido collegamento con la città di Catania e l’aeroporto”.

Cacciola è intervenuto per ricordare il ruolo specifico di Messina quale naturale e storico collegamento con il “continente” attraverso la via ferrata. “E' necessario ed urgente individuare soluzioni tecniche coerenti con le attuali tecnologie disponibili, affinché il sistema che a fine ‘800 era considerato all’avanguardia tecnologica, il ferry-boat, si trasformi in un sistema di trasporto intermodale sicuro e confortevole di persone e bagagli. In caso contrario – ha concluso Cacciola – avremo sistemi ad alta velocità <isolati> e non comunicanti e ai residenti siciliani sarà nei fatti negata la possibilità di un'efficiente possibilità di spostamento in treno verso il nord, rimanendo quasi obbligato ad utilizzare l’aereo per recarsi anche a Napoli o a Roma".