In 26 giovani hanno fatto un sogno. Senza sapere che a Messina il Pd non sa sognare

Loro hanno fatto un sogno. E hanno pensato che per realizzarlo sarebbe bastato crederci. Loro non hanno nostalgie di ciò che non hanno vissuto, ma in questo sogno c’era la salsiccia e un bicchiere di vino, c’erano i volontari, l’autogestione e la parola unità. Loro hanno fatto un sogno e non sapevano che a Messina il Pd non sa sognare. Senza saperlo, i 26 Giovani Dem hanno sognato quel che i loro papà organizzavano quando c’erano le Feste dell’unità, quando c’erano i comunisti, i Ds, i PDS, le canzoni di Fossati, De Andrè, Gaber, le feste si organizzavano in autogestione, c’era il dibattito e non doveva mancare il fumo della salsiccia arrostita ed il bicchiere di vino. I Giovani Dem a settembre hanno fatto un sogno: organizzare la Festa dell’unità a Messina perché “occorre reagire alla rassegnazione che condanna all’impotenza. Per tracciare nuove rotte bisogna uscire dalla palude e navigare in mare aperto”. Ma lon sapevano che a Messina il Pd non sa sognare. Così dal 24 al 26 ottobre a Piazza del Popolo ci saranno i dibattiti, le mostre, la musica, il vino, le associazioni, la lotteria, ma non ci sarà quel Pd che li ha lasciati soli.

Oggi vi racconto la storia di Alba Marino, Guglielmo Sidoti, Andrea Aliotta, Simone Coletta, Sebastiano Rizzotto, Daniele Chiara, Christian Campo (e dei loro compagni) che in un pomeriggio di settembre hanno chiamato il Pd a raccolta, invitando ad uno scatto di orgoglio per costruirlo davvero questo Pd, e tutti a dire, “bravi, belli, è giusto”. Ma poi li hanno lasciati a sbrigarsela da soli, “che se la facciano da soli questa stupida festa dell’unità visto che non vogliono cappelli da metterci sopra, non vogliono passerelle e posti riservati in prima fila, visto che non mi hanno telefonato per chiedermi aiuto”. Che se la facciano da soli visto che non hanno voti e hanno solo questa stupida voglia di parlare di politica e sono convinti di essere il futuro ed il presente e non sanno che il loro futuro e il loro presente ce lo siamo mangiati noi. In verità i Giovani Dem non hanno chiesto soldi, hanno fatto un appello a quanti volessero dare una mano all’autogestione. La Feltrinelli era piena di soloni quando l’11 settembre i 26 hanno annunciato l’idea. Tutti a dire “ma che bravi, ma che belli”. Così Alba, Guglielmo e gli altri i sono messi al lavoro. La festa si farà e si farà grazie a loro, che hanno organizzato tutto. Ci sarà una lotteria come nelle vecchie feste dell’unità di paese, ci saranno gli stand del Pd e i gazebo delle associazioni, i dibattiti la musica e il resto. Ma del Pd degli eletti sapete in quanti hanno risposto? In 14… Ecco l’elenco (pubblicato anche su facebook) di quanti hanno messo mano al portafoglio: Paolo David, Giuseppe Santalco, Daniele Zuccarello, Claudio Cardile, Donatella Sindoni, Pietro Iannello ( consiglieri comunali e che hanno messo 100 euro a testa), poi Emilio Fragale, Santi Interdonato, Patrizio Marino, Paolo Barbera, i tre presidenti di quartiere Francesco Palano Quero, Santino Morabito, Lino Cucè. Infine il segretario provinciale Basilio Ridolfo che oltre a mettersi a disposizione ed a dare un contributo come segreteria ne ha dato un altro personalmente. All’appello hanno risposto in 14……. E su 13 consiglieri comunali delle liste Pd hanno contribuito solo in 6, meno della metà. Per il resto silenzio. Dall’elenco che ho appena reso mancano i deputati regionali e nazionali.

Non stiamo parlando di un movimentuccio di periferia ma del Pd di Messina, quello del 30% degli eletti in Consiglio comunale, quello che alle primarie chiama migliaia di persone (vivi, morti e resuscitati), quello che ha il triplo dei circoli di Milano, quello dei signori delle tessere. Stiamo parlando di eletti che fanno spuntare patronati come i funghi in autunno, che diventano straordinariamente generosi quando inizia la campagna tesseramenti, che in occasione delle convention portano più pullman che ai concerti di Vasco Rossi. Nessuno di questi ha saputo spendere un euro per la festa del Pd, sotto le cui bandiere sono stati eletti. Non ho dubbi che si tratti di un equivoco. L’appello è stato fatto alla Feltrinelli, poi in assemblea alla presenza del segretario regionale, poi c’è stato il tam tam ed infine, anche ammettendo che i più anziani non usino facebook, non voglio pensare che non leggano giornali, non guardino tv e siano diventati pure sordi. Non ho dubbi che la deputazione, Maria Tindara Gullo, Franco Rinaldi, Filippo Panarello, Pippo Laccoto, e i consiglieri comunali eletti nelle liste Pd, con in testa la presidente Emilia Barrile, e poi Nicola Cucinotta, Carlo Cantali, Simona Contestabile, Francesco Pagano, Antonella Russo, Benedetto Vaccarino, daranno una mano ad una Festa che appartiene ad un’idea, la stessa che li ha portati su quelle poltrone. Nessuno diventerà un po’ più povero o meno potente per averlo fatto. Mi auguro che facciano lo stesso anche i dirigenti del partito, i leader, gli esponenti di primo piano ed i “vecchi saggi” che in passato hanno avuto tanto dal Pd. In realtà questa Festa dell’unità avrebbe dovuto organizzarla il “Pd ufficiale”, lo stesso che lo ha ridotto a brandelli. Lo vogliate o no questi ragazzi prima o poi saranno il Pd: “Siamo nativi Democratici e non riusciamo a vivere di ricordi e nostalgie, ma abbiamo necessità di costruire una nostra positiva memoria politica e partitica. Dal 2007 ad oggi, in riva allo Stretto, riusciamo a ricordare ben poco per cui possa dirsi orgogliosi di essere Democratici. Per questo ci siamo intestarditi nell'organizzare una dignitosa Festa dell'Unità. Con chi, come noi, vuole dimostrare di tenere a questo partito. Questa è una "chiamata alle armi".A chi fa politica da anni e dovrebbe essere per noi un esempio. A chi vuol cambiare verso ed invece si morde la coda. A chi ha smesso di credere nel Pd (di Messina) o nei suoi dirigenti. A chi ha una idea, una opinione progressista e non ha paura del confronto ed ha il coraggio di ascoltare. A chi pensa di essere maturo per andare oltre ed aprire la propria mente. A chi "vuol bene" al PD, perché è la propria casa. A chi non la pensa come noi, per crescere insieme. A chi vuole rispondere a questa ultima chiamata. Che detto da chi ha meno di 30 anni, suona decisamente come una sconfitta. Noi andiamo avanti”.

In tanti (nel Pd) sperano che fallisca e nessuno fa il tifo per loro. Io penso che se anche ci fossero solo 12 persone nella piazza, la salsiccia bruciacchiata, i dibattiti senza i vip, non canta Venditti e non arrivano i pullman dalla provincia, avete vinto lo stesso. Avete vinto perché avete alzato la testa in un partito in cui nessuno la alza più per guardare la città e i messinesi.

E visto che parliamo di Festa dell’unità voglio chiudere con le parole di Giorgio Gaber: “Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose,di cambiare la vita”.

La cantava più di 20 anni fa eppure sembra il sogno che hanno fatto i Giovani Dem un mese fa, senza sapere che il Pd di Messina non sa sognare.

Rosaria Brancato