Non è più la stagione delle lunghe file di pullman organizzati per i leader Pd, che anzi, sceglievano Messina per le convention e non altrove. Ma loro, i Pd dello Stretto, quelli rimasti dopo il trasloco di massa delle truppe genovesiane a Forza Italia, si sono organizzati lo stesso. Con il cuore e la passione di chi non ha truppe cammellate al seguito ma la voglia di fare ugualmente politica. Da Messina e zona joinica sono partiti due pullman, con il carico dell’entusiasmo di chi il Pd lo vuole ricostruire anche tra le macerie e vecchi o nuovi ostacoli. Giovani e meno giovani,renziani della prima ora e dell’ultima, tesserati Pd o simpatizzanti, si sono dati appuntamento al Boccetta con destinazione Villa Bellini: il comizio di chiusura di Renzi alla Festa dell’Unità.
I deputati, gli amministratori Pd, i big del partito, hanno raggiunto Catania con i propri mezzi, ma i “simpatizzanti”, i giovani Dem, gli iscritti che avevano voglia di respirare l’aria delle Feste dell’Unità vecchio stile (quelle che si concludevano con il panino con la salsiccia o le braciole, un bicchiere di vino e una citazione di Gaber), sono saliti sui pullman. Francesco Palano Quero, Alessandro Russo, Liliana Modica, Antonella Russo, Nino Bartolotta, Giacomo D’Arrigo, Guglielmo Sidoti, Antonio Ramires, e tantissimi altri, per andare ad ascoltare quel leader che negli ultimi mesi è diventato bersaglio di attacchi e strali. Molti di loro, renziani della prima ora, lo sono rimasti anche quando il vento è cambiato e sarebbe stato molto più semplice defilarsi.
Il Partito a Messina è senza struttura organizzativa dalla primavera del 2013 e dall’ottobre 2015 è commissariato. Sono lontani i tempi delle folle oceaniche e delle maggioranze bulgare, adesso la ricostruzione è lenta e deve fare i conti con numeri ridotti al lumicino e con la spietata concorrenza dei 5Stelle.
Così a Catania loro ci sono andati. Come sono andati alla Leopolda sin dalla prima edizione quando su Renzi non puntava nessuno.
Per il comizio di chiusura di Renzi Villa Bellini è stata blindata ed anche la partita del Catania contro il Fondi è stata rinviata. Un corteo di protesta è partito da piazza Iolanda con destinazione Villa Bellini (organizzato da No Muos, No tav, comitati contro la riforma della scuola e per il No al Referendum). All’arrivo, a comizio concluso, non sono mancate le tensioni, i tafferugli tra forze dell’ordine e manifestanti e 2 giovani vestiti di nero sono stati fermati.
“La storia di questo Paese è legata alla storia della Sicilia in ogni aspetto, positivo e negativo- ha detto il premier tra gli applausi- Nella lotta contro la mafia la Sicilia ha dimostrato di poter sconfiggere i luoghi comuni che sono assurdi e da respingere. Quando ad un vertice internazionale mi son sentito dire “ma in Sicilia c’è la mafia” ho deciso. Il G7 si terrà in Sicilia per sconfiggere i luoghi comuni. Dobbiamo farlo insieme”.
I temi li ha toccati tutti nel corso del suo intervento, dal terremoto al ricordo dell’11 settembre e delle Torri gemelle, dalla politica di Obama al turismo.
“Il M5S? Per tanto tempo hanno urlato di trasparenza, di trasmissioni in streaming. Invece adesso si sono nascosti. Hanno finito i giga”. Sulla Sicilia ha ricordato i 9 punti in meno nel Pil ma anche quel Patto firmato sabato ad Agrigento “nella terra dove il papa Giovanni Paolo II ha scomunicato i mafiosi. Vengono i brividi” e la necessità di puntare sull’isola che ha un potenziale inespresso, soprattutto per il turismo.
Ha quindi elencato quanto fatto dal governo, il successo dell’Expo, le leggi sull’omicidio stradale e sulle unioni civili, la lotta all’evasione, il completamento della Salerno-Reggio Calabria, la riforma della scuola perfettibile “c’è una grande differenza di monte ore tra Nord e sud e su questo dobbiamo lavorare”.
Quindi la querelle sul Referendum “che non deve essere un Congresso del Pd. Chi vuole si conta, ma in quella sede. Il referendum serve per rendere più forti le istituzioni. La legge elettorale la possiamo rivedere insieme, ma non facciamoci trascinare dalla macchina del fango”.
Tutto il Pd siciliano aspettava le dichiarazioni del premier che ha scelto Catania per la chiusura della Festa dell’Unità e la Sicilia per il G7. E il premier guarda la Sicilia perché sarà il primo test elettorale dopo il referendum con le amministrative di primavera (occhi puntati su Palermo) e le Regionali d’ottobre. Non c’è stata nessuna investitura ufficiale per il candidato al dopo-Crocetta. Ufficiale no, ma dietro le quinte già da tempo si lavora. Messina non potrà dare al Partito quella “copiosa messe” di voti dell’era genovesiana, ma il partito dello Stretto sta provando a ricostruire il legame col territorio, sta provando a rimettere in moto la macchina organizzativa. E la tappa di Catania, anche se meno “vistosa” è stata importante.
Il Pd di Messina c’è. Nonostante tutto e tutti. Anche se la strada è in salita.
“Ci siamo sforzati tutti assieme per rappresentare adeguatamente Messina alla festa de L'Unità di Catania e per partecipare al comizio finale di Renzi- dice Alessandro Russo- Non ci saranno state le grandi masse di un tempo, che venivano mobilitate con facilità e mezzi al di sopra di ogni ragionevolezza, tuttavia siamo soddisfatti della partecipazione corale di amici, compagni e semplici cittadini che si sono recati a Catania anche grazie ai due pullman che con gli altri amici di partito abbiamo organizzato. Per la prima volta senza distinzioni di aree o di sensibilità siamo andati a Catania ed abbiamo dato una importante prova di esistenza vita del PD messinese. Il Pd di Messina sta tornando ad essere vitale; a presto una nuova sede ed una festa nazionale in fase di organizzazione a Messina ed il dibattito politico che può ripartire, come da tempo non accadeva. Certo, non è ancora il partito ottimale perché molto c'è da ricostruire. Ma lo sforzo e la sfida non ci preoccupano: c'è un grande numero di giovani, di uomini e donne, di militanti, di tutte le sensibilità interne, che hanno voglia di tornare ad impegnarsi. Su questo e tanto altro, nei prossimi mesi, il PD tornerà protagonista”.
Rosaria Brancato