Dichiarazione Ottavio Navarra, direttore del Festival ‘Una Marina di libri’

“Mancano ormai pochi giorni all'avvio del Festival. Anche questa edizione nasce grazie alla preziosa volontà del Consorzio Commerciale Naturale di Piazza Marina che ha scelto di scommettere sulla valorizzazione della cultura come risorsa per il proprio territorio.

Abbiamo lavorato per garantire una edizione di qualità e innovazione.

Il calendario ricco di oltre 130 eventi in tre giorni e la presenza di 50 editori tra i più significativi del panorama della piccola e media editoria indipendente italiana sono la migliore conferma del rafforzamento di un lavoro che tende a far diventare Palermo, sempre più, un polo di rilievo nel panorama dei festival letterari italiani.

Anche quest'anno abbiamo arricchito i tre giorni con eventi che parlano sincreticamente più linguaggi: dalla musica al teatro, dall'arte al cinema. Il tutto correlato con workshop, laboratori per bambini, reading, spettacoli.

E nuovamente tutta la manifestazione è stata realizzata senza alcun contributo pubblico, con un budget ridottissimo – circa 10.000 euro provenienti dalle quote di iscrizione degli editori presenti in fiera e da piccole sponsorizzazioni private – grazie alla collaborazione di tutto il tessuto culturale della città, al supporto delle tante associazioni coinvolte nell'organizzazione, alla passione e all'entusiasmo degli organizzatori, dello staff e di un gruppo di giovani volontari.

Un festival low cost che dimostra che è possibile fare cultura, e con questa sviluppo economico e sociale, senza sperpero di risorse ma con idee innovative, coraggio e entusiasmo. Una piccola battaglia di resistenza civile e culturale che vogliamo ostinatamente portare avanti, anche se rimarremo inascoltati, per far diventare da qui ai prossimi anni “Una Marina di Libri” un appuntamento fisso e immancabile per la città e candidare Palermo a terzo polo della cultura e dell'editoria dopo Torino e Roma.

Vogliamo con questo anche poter mostrare una Sicilia libera dal gioco dei soldi pubblici e in grado, con uguale o maggiore intensità, di realizzare occasioni di incontro e confronto capaci di attivare circuiti virtuosi nei territori.”