“Bouillon petillant avec Erik”, sublimi divagazioni

“Bouillon petillant avec Erik”, sublimi divagazioni

giovanni francio

“Bouillon petillant avec Erik”, sublimi divagazioni

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mercoledì 09 Marzo 2016 - 23:10

Originale spettacolo della pianista Pinuccia Giarmana con l'attrice Francesca Caratozzolo tra musica, canto, recitazione e immagini per il 150°anniversario della nascita di Satie

La stagione concertistica della Filarmonica Laudamo ha offerto al numeroso pubblico del Palacultura un curioso e originale spettacolo/concerto con musiche di Erik Satie. Il titolo dello spettacolo, “Bouillon petillant avec Erik”, che significa “Brodo scoppiettante con Erik”, indica l’intento di rappresentare, in una serata, le molteplici sfaccettature che hanno caratterizzato l’attività musicale di Erik Satie, musicista francese del quale ricorre quest’anno il 150° anniversario della nascita (il 17 maggio 1866 a Honfleur splendida località balneare della Normandia).

Nel corso della sua vita Satie sperimentò una poetica musicale difficilmente classificabile con i generi conosciuti, cercando di essere sempre innovativo, in polemica con la musica colta, ad esesmpio del contemporaneo Claude Debussy, – che pure inizialmente frequentò durante le mitiche serate presso il caffe parigino “Le chat noir”, ritrovo dei principali artisti francesi dell’epoca – in favore di una musica più disimpegnata, ammiccando alla musica leggera, generando un filone musicale che ebbe come seguaci i musicisti francesi riunitisi sotto il “circolo dei 6” (Poulenc e altri). Tutta la sua vita d’altronde fu caratterizzata da una sorta di ribellione e reazione al mondo circostante, perfino la sua formazione musicale fu coltivata da autodidatta, reagendo alla opinione negativa che gli insegnanti del conservatorio avevano di lui. La sua musica, prevalentemente per pianoforte, è costituita da molti, brevissimi pezzi, e tuttavia Satie è anche l’autore del brano più lungo mai scritto, “Vexations”, composto da trentacinque battute ripetute 840 volte per una durata totale di circa venti ore, recentemente eseguito al Teatro Massimo di Palermo, con l’alternarsi di diversi giovani pianisti, con inizio la sera per finire il mattino seguente. Le bravissime artiste Pinuccia Giarmanà al pianoforte, ma con varie divagazioni recitate, e Francesca Caratozzolo cantante e voce recitante, hanno presentato una selezione di brani che ripercorre le varie epoche compositive del musicista francese. Lo spettacolo ha inteso rievocare anche la stravagante esistenza di Satie, che viveva in una casa composta di due stanze, di cui una chiusa a chiave: alla sua morte si scoprì che quest’ultima conteneva una collezione di ombrelli non usati, oltre vari cappelli e abiti di velluto. E così, in un palcoscenico riempito di oggetti come l’ombrello, la bombetta, il cilindro etc., le artiste hanno alternato brani al solo pianoforte, altri con il piano che ha accompagnato la bellissima voce di Francesca Caratozzolo in alcune canzoni francesi, altre infine hanno visto il pianoforte fare da accompagnamento a brevissimi brani recitati. Fra i brani eseguiti al piano solo spiccano in particolare la “Gymnopedie n.1”, brano neoclassico, dall’atmosfera ipnotica, uno dei più popolari di Satie, facente parte di un gruppo di tre pezzi molto simili fra loro (analogamente alle sei altrettanto famose “Gnossienne”) e “Poudre d’or Valse”, un incantevole valzer molto applaudito. Satie presto abbandonò lo stile neoclassico per dedicarsi a composizioni più leggere, da varietà, essendo egli stesso un famoso pianista di cabaret del tempo. Ecco quindi composizioni per pianoforte tipiche del cabaret, come i Trois Veritables preludes flasques, e le canzoni francesi, splendidamente interpretate da Francesca Caratozzolo, non solo dal punto di vista vocale ma anche della resa scenica, come La Dive de "L'Empire" e Je te veux, un valzer cantato di cui esiste anche la versione per piano solo. Una parte cospicua dello spettacolo ha visto protagonista la musica dedicata all’infanzia, con voce recitante accompagnata al pianoforte, con un sottofondo di immagini (molto belle, di Charles Martin) a carattere fumettistico, che esplicitavano meglio le parole recitate, movimentate dall’aggiunta progressiva di colori su disegni in bianco e nero. Si tratta di un insieme di brevissimi pezzi – “Sport et Divertissements” e “Menus propos enfantins” – tratti da spunti di vita quotidiana propria dei bambini (il tennis, il picnic, le corse…etc.), raccontati con brevi frasi recitate, anche con il ricorso a pupazzi manovrati con la mano, accompagnati da elementari accordi al pianoforte.

La musica dedicata all’infanzia è una costante nella poetica musicale francese del novecento (ma ha per precursore Robert Schumann autore del celeberrimo Kinderszenen – scene infantili); infatti Debussy scrisse i “Children’s corner” per pianoforte, dedicati alla figlia amatissima Claude-Emma, da lui chiamata “Chouchou”, mentre Ravel compose addirittura un’opera teatrale “L’Enfant et les sortileges”. La musica di Satie dedicata all’infanzia non raggiunge però le altezze delle opere dei suoi contemporanei, e sembra essere scritta “per” i fanciulli, piuttosto che essere ispirata “ai” fanciulli, per cui ci appare ormai superata, sicuramente la parte meno interessante, da punto di vista artistico, dello spettacolo, nonostante i bei disegni di Martin ed il simpatico estro di Francesca Caratozzolo, molto più convincente nel cantare le ultime canzoni francesi, in particolare “Je te veux”. Le due brave e simpatiche artiste hanno riscosso un notevole successo, ed hanno eseguito come bis, concesso a fatica a causa delle non perfette condizioni di salute delle due artiste, un intenso e lungo brano di Kurt Weill dal titolo “Youkali”, un malinconico lied dal vago ritmo di tango.

Giovanni Franciò

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