Contratto dopo contratto ecco come si è arrivati al danno per il Comune di 25 milioni di euro

Dei nove contratti derivati sottoscritti dal Comune di Messina nel periodo compreso tra il 2003 ed il 2007 restano 24,9 milioni di euro di debiti. Un danno economico che, col senno di poi, poteva essere evitato, come dimostra la perizia tecnica firmata dall'esperto comunale a titolo gratuito in materia di prodotti, strumenti e servizi finanziari, Giuseppe Cannizzaro, che ripercorre la cronistoria dei contratti, evidenziandone il dettaglio dei flussi e illustrando l’adeguatezza o per meglio dire l’inadeguatezza degli stessi.

La finanza derivata irrompe a Palazzo Zanca nel 2002 quando la Giunta del tempo, guidata dal sindaco Salvatore Leonardi, conferì incarico di consulenza (a titolo gratuito) a due istituti di credito, Dexia Spa e Bnl, con l’espressa finalità di individuare «idonei strumenti finanziari utili a determinare un immediato beneficio per le casse comunali, in termine di riduzione degli oneri finanziari relativi a debiti preesistenti».

Palazzo Zanca cercava una via "facile" per azzerare la mole di debiti che già allora mandava in rosso i conti del Comune.

La Bnl uscì dal cilindro la proposta, accolta dall’ente, di sottoscrivere un contratto Interest rate Swap – Over the counter. Tecnicamente – viene spiegato nella perizia tecnica firmata da Cannizzaro – si tratta di «una specifica tipologia di derivati, ovvero contratti in cui due controparti si obbligano a scambiarsi periodici pagamenti per una durata prefissata, calcolati su un capitale di riferimento (nozionale), i cui importi verranno a determinarsi in funzione della variazione dei tassi di interesse».

Posto che, secondo Cannizzaro, la sottoscrizione di questo tipo di contratti derivati non rappresenta un’operazione negativa di per sé, l’anomalia del caso specifico sta nel fatto che l’ente NON deteneva posizioni debitorie a tasso variabile e, dunque «non era assolutamente esposto al rischio di oscillazione dei tassi». Anzi – scrive l’esperto comunale – «il rischio viene assunto dal Comune proprio a seguito della sottoscrizione dei contratti derivati, che si debbono senza alcun dubbio definire speculativi».

Il concetto messo nero su bianco nella perizia tecnica è stato ribadito da Cannizzaro nella conferenza stampa di ieri mattina (vedi correlato): «Il Comune – ha detto – si è assunto un rischio illimitato, con un’unica finalità: la speculazione, la scommessa per ridurre gli oneri finanziari. Parlare di scommesse – ha aggiunto – non è un’esagerazione e possiamo tranquillamente affermare che si trattava di una scommessa fortemente sbilanciata a favore delle Banche, in quanto i due contraenti non avevano le stesse probabilità di vincere».

Attraverso quei contratti il Comune, – che si impegnava formalmente sino al 2036, salvo continue e costosissime rimodulazioni non ha usufruito di elargizioni ma di finanziamenti, che Cannizzaro ha testualmente definito «fonti di indebitamento opache». Era una partita a perdere, in cui il Comune avrebbe dovuto dare alle banche più di quanto avrebbe ricevuto dalle stesse o addirittura non avrebbe mai potuto ricevere alcun vantaggio economico. In partica, si trattava di «contratti swap che non avrebbero mai swappato», ha sottolineato Cannizzaro, evidenziando un altro paradosso, e cioè che Bnl e Dexia Spa oltre ad essere gli Istituti di credito con cui il Comune ha sottoscritto i contratti derivati svolgevano anche il ruolo di consulenti, con un evidente conflitto di interessi. Che al tempo nessuno notò, forse.

La tesi sostenuta dal consulente di Palazzo Zanca è quella che ha indotto, nel 2011, l’amministrazione Buzzanca a ritirare in autotutela gli ultimi tre contratti (Buzzanca era sindaco anche nel 2003 quando fu stipulato il primo contratto derivato, quelli siglati nel 2007 risalgono invece all`amministrazione Genovese). Da allora è iniziato un contenzioso che si è snodato su tre livelli: amministrativo, civile e penale. Al Tar si sono rivolti gli istituti di per chiedere l’annullamento della revoca dei contratti in autotutela e se il giudice non li considererà illegittimi, l’ente dovrà accollarsi una spesa di 25 milioni di euro. Dal canto suo, il Comune di Messina ha invece citato BNL in sede civile e in sede penale. La causa penale è stata chiusa con un’archiviazione da parte del Gip Vermiglio, e dopo l’esposto in procura di Accorinti l’amministrazione spera in una riapertura dell’inchiesta; la causa civile va avanti e la prossima udienza è fissata a marzo 2015.

Come si è soliti dire in circostanze come queste, la giustizia farà il suo corso. In attesa di sapere come si pronunceranno i giudici, la verità sulla finanza derivata è contenuta nelle condizioni e negli effetti di quei contratti derivati stipulati da Palazzo Zanca.

Vi proponiamo quindi la cronistoria, così viene riportata dall`esperto Cannizzaro, ovviamente sintetizzando al massimo i dati contenuti nella perizia tecnica

I CONTRATTI DERIVATI

CONTRATTO N.1: viene stipulato con la Bnl il 28 maggio 2003, il nozionale è di 139.780.692 euro, l`anticipo di 2.350.000, 00 euro. Secondo le condizioni iniziali, il Comune riceve flussi netti pari allo 0,26% qualora l`Euribor registri un valore inferiore al 4%, diversamente paga flussi negativi crescenti, correlati allo stesso Euribor. L`entità dei flussi è limitata per la Banca, senza alcun limite prefissato per il Comune. Effetti del contratto: La banca versa al Comune, in fase di sottoscrizione, un anticipo (up front) pari a 2.350. 000,00 euro. I flussi ammontano a 11.252,34 euro. Il contratto, la cui scadenza era prevista al 31/12/2022 viene anticipata al 2 ottobre 2003. Il costo dell`estinzione è di quasi 6 milioni di euro.

N.B. il costo medio della rimodulazione dei contratti prima della naturale scadenza è di 5 milioni di euro.

CONTRATTO N.2: viene stipulato con la Bnl il 17 settembre 2003, il nozionale è di 143.815.192 euro, l`anticipo di 300.000,00 euro. Effetti del contratto: La struttura è simile a quella del contratto precedente. I flussi ammontano a 71.412,11 euro. Il contratto, la cui scadenza naturale era prevista al 31/12/2022 viene anticipata al 29 novembre 2004 ed il costo di estinzione è di 4,6 milioni di euro

CONTRATTO N.3: stipulato con la Bnl il 29 novembre 2004, il nozionale è di 131.770.359 euro, stavolta non c`è alcun anticipo. Effetti del contratto: Rispetto ai due contratti precedenti, con i quali il Comune sopportava un rischio illimitato nel caso dell`Euribor, il contratto n. 3 presenta una soglia di rischio massimo. Il Comune riceverà flussi netti positivi, circa lo 0.38%, finché l`Euribor manterrà il suo valore al di sotto del 3%. In caso contrario la banca beneficerà di un tasso a proprio favore pari a all`Eur6 + 2,4% con un massimo di 9,2%. Detta soglia- si legge nella perizia tecnica- viene posizionata ad un livello molto alto, il cui sforamento risultava estremamente improbabile alla data della sottoscrizione. I flussi ammontano a 1.209.147,89 euro. Il contratto, la cui scadenza era prevista al 31/12/2022 viene anticipata all`11 gennaio 2006 ed il costo di estinzione è di 3,2 milioni di euro.

CONTRATTO N.4: viene stipulato con la Bnl il 18 luglio 2005, il nozionale è di 31.664.000 euro, l`anticipo è di 316.000 euro.Effetti del contratto: Il primo anno il Comune riceverà due flussi semestrali certi, complessivamente pari a 1,16% sul nozionale. Successivamente e fino alla scadenza, le controparti si scambieranno flussi semestrali periodici secondo le seguenti pattuizioni: la banca pagherà sempre un tasso fisso (4,55% medio ponderato), il Comune pagherà importi percentuali diversi, calcolati sul nozionale decrescente, in funzione dell`andamento dell`Euribor6m. La struttura presenta caratteristiche molto simili a quelle del contratto n.3. Il contratto, la cui scadenza era prevista al 31/12/2024 viene anticipata al 28 giugno 2007 ed il costo di estinzione è di 4 milioni di euro (Cannizzaro specifica che si tratta di un importo indicativo).

CONTRATTO N.5: viene stipulato con la Bnl il 18 luglio 2005, il nozionale è di 33.887.998,80 euro, anche questa volta l`anticipo è zero. Effetti del contratto: il Comune, dal 30 giugno 2005 al 30 giugno 2006 paga il 4,7% (base annua) il primo semestre, ed il 4,9% il secondo. Successivamente per tutta la durata del contratto, corrisponde importi differenziati in funzione all`andamento dell`Euribor. La Banca paga il 6% o l`Euribor + 0,25, a seconda che detto parametro abbia valore inferiore o superiore al 6%. I flussi ammontano a 406.683,00 euro. Escluso il primo anno il contratto genera flussi netti positivi per l`ente nel caso in cui l`Euribor registri un valore inferiore al 3,5%. Nella misura di 0,25% (se Euribor compreso da 0 a 2,1%) 1,25% decrescente (se Euribor compreso da 2,1% a 3,5%). Superata la soglia del 3,5% i flussi si invertono in maniera crescente a favore della banca sino ad un massimo di 2,45 punti percentuali.Il contratto la cui scadenza era fissata al 30 giugno 2031 viene anticipata al 28 giugno 2007 ed il costo di estinzione è di 4,3 milioni di euro (Cannizzaro specifica che si tratta di un importo indicativo).

CONTRATTO N.6: viene stipulato con Bnl l`11 gennaio 2006, il nozionale è di 113.726.000,00 euro, non c`è anticipo Effetti del contratto: La struttura presenta caratteristiche molto simili a quelle del contratto n.3. I flussi sono di 902.007 euro. Il contratto, la cui scadenza era prevista al 31/12/2034 viene anticipata al 28 giugno 2007 ed il costo di estinzione è di 13 milioni di euro, ma si tratta di «importo approssimativo».

CONTRATTO N.7: viene stipulato con la Bnl il 28 giugno 2007, il nozionale è di 88.500.000,00 euro e l`anticipo è ancora una volta pari a zero.Effetti del contratto: Nel corso del primo anno, il contratto genera due flussi netti negativi pre il comune, rispettivamente pari a 0,159% e 0,167%. Successivamente e fino alla scadenza, il comune riceverà dalla banca un tasso pari al 4,51% medio ponderato, mentre pagherà alla banca un tasso variabile compreso tra un minimo di 5,52% ed un massimo di 7,23%. Ne consegue che i flussi netti avranno sempre valore negativo per il Comune e saranno compresi tra un minimo di 1,07% ed un massimo 2,78%. Il contratto, la cui scadenza era prevista al 31/12/2036, è stato revocato nel 2011 in autotutela.

CONTRATTO N.8: viene stipulato con la Dexia il 28 giugno 2007, il nozionale è di 14.161.437,00 euro. Effetti del contratto: la banca pagherà al comune il 6% nel caso in cui l`Euribor 6M non superi il 6%; diversamente pagherà lo stesso Euribor 6M + 0,3%. Il Comune pagherà alla banca il 5,94% nel caso in cui l`Euribor 6M non superi il 5,94% lo stesso Euribor 6M + 0,99% nell`intervallo compreso tra 4,95% e 6,99%. Oltre tale soglia pagherà il 7,98%. Qualora l`Euribor 6M registri un valore inferiore al 5%, la banca incasserà flussi etti semestrali pari a 0,06% sul nozionale decrescente. Diversamente pagherà alla banca flussi netti variabili con un massimo di 0,89%. Il contratto, la cui scadenza era prevista al 31/12/2031 è stato revocato nel 2011 in autotutela.

CONTRATTO N.9: viene stipulato con la Dexia il 28 giugno 2007, il nozionale è di 109.175.667,04 euro, l`anticipo è ancora una volta pari a zero. Effetti del contratto: Le condizioni contrattuali sono identiche a quelle del contratto n.7 sottoscritto in pari data con Bnl. Il contratto, la cui scadenza era prevista al 31/12/2036, è stato revocato nel 2011 in autotutela.

Dopo aver passato al setaccio tutti i contratti derivati sottoscritti dal Comune, nelle conclusioni della perizia tecnica, Cannizzaro giunge ad una serie di considerazioni finali. In particolare l`esperto sottololinea che «le banche /consulenti hanno assunto la veste di controparte nell`ambito di contratti assimilabili a vere e proprie scommesse, effettuate con finalità diametralmente opposte alle tipiche funzioni di copertura che potrebbero giustificarne l`utilizzo da parte di un ente pubblico». Aggiunge inoltre che «le perdite prodotte non sono ascrivibili a intervenute condizioni avverse di mercato, che ha anzi registrato nel periodo una evoluzione (teoricamente) favorevole per il Comune».

Volendo usare una metafora "marinara", la nave (il comune), che già era in alto mare , non è stata improvvisamente colpita da una tempesta che l`ha fatta affondare ma ci è andata incontro con conseguenze devastanti. Una scelta che oggi appare scellerata e non si sa bene se dettata da ignoranza in tema di finanza, da "ingenuità "o da chissà cos`altro. Il danno complessivo, al di là delle cause che lo hanno generato, ammonta complessivamente a 25 milioni di euro, che pendono come una spada di Damocle sulla testa di Palazzo Zanca …e dei cittadini.

Danila La Torre