Inchiesta bis sui derivati, nuovi indagati

Prende forma l'inchiesta bis sull'investimento in derivati compiuto nel decennio scorso dal Comune di Messina. Adottati dalla prima giunta Genovese – su input dell'allora consigliori l'avvocato Piero Cami e sponsorizzati dall'assessore al Bilancio, lo scomparso Mario Centorrino, vennero poi in parte dismessi dalla giunta Buzzanca. Una prima inchiesta della Procura di Messina ipotizzò un danno di 17 milioni di euro per le casse comunali e puntò il dito sulle modalità di stipula del contratto.

L'indagine fu poi archiviata, sulla scia della giurisprudenza nazionale. Una più recente sentenza della Cassazione ha poi aperto uno spiraglio, ridefinendo gli investimenti in derivati come finanziamenti. Grazie a questo spunto anche la giunta Accorinti diede incarico a un consulente di rivedere i contratti firmati con BNl, advisor la Dexia Crediop e la relazione è stata consegnata in Procura dall'avvocato Fabio Repici, legale che assiste la Giunta attuale in questo tipo di procedimenti.

Così l'aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Stefania La Rosa hanno incaricato i carabinieri del Nucleo Investigativo di svolgere gli opportuni accertamenti ed adesso nel registro degli indagati figurano dieci persone, cioè l'ex sindaco Giuseppe Buzzanca e diversi funzionari di banca che hanno trattato i contratti, mentre altre saranno interrogate come persone informate sui fatti. La novità centrale dell'inchiesta, ancora alle prime battute, riguarda il reato di usura, adesso ipotizzato nella fase di stipula dei contratti.

(Alessandra Serio)