Crocetta: “Impugnativa ideologica”, Picciolo: “Attacco a Godzilla”, M5S: “Si torni al voto”.

“L'impugnativa da parte del Commissario dello Stato sui diritti delle coppie di fatto, ci è sembrata ideologica e frutto di una visone statica della società italiana”. A poche ore dalla decisione del Commissario Aronica di impugnare 33 delle 50 norme della Finanziaria il governatore Crocetta passa al contrattacco e commenta con amarezza in particolare la bocciatura del comma relativo all’estensione di alcuni benefici previsti per le famiglie tradizionali anche alle coppie di fatto.

“ L'art 3 della Costituzione afferma che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana
e l'effettiva uguaglianza dei soggetti- spiega Crocetta- Ci colpisce in modo particolare la negazione dei diritti in materia sanitaria alle coppie di fatto poiché, tali affermazioni, sono in contrasto con il diritto inviolabile alla salute di ogni cittadino. Nell'impugnativa del Commissario, le coppie di fatto sono trattate come soggetti alieni, irriconoscibili, mentre sono persone in carne e ossa, con gli stessi diritti degli altri”. Il Presidente ricorda poi anche alcune sentenze della Corte Costituzionale e direttive europee, nonché normative adottate in altre Regioni e annuncia: “Non rinunciamo a questa battaglia di civiltà e proporremo una nuova legge
specifica”.

L’impugnativa del Commissario dello Stato sulla Finanziaria votata nei giorni scorsi si è abbattuta come un ciclone su una maggioranza sfilacciata e su un’Assemblea attraversata dalle polemiche legate all’inchiesta sulle spese folli dei gruppi che ha portato a 83 indagati.

E se a caldo Crocetta ha commentato “il passato ci insegue, così non possiamo fare le leggi”, nel pomeriggio ha poi rincarato la dose soprattutto sulla norma per le coppie di fatto, voluta espressamente dalla giunta regionale.

Per il Pd l’impugnativa pone conseguenze sulla tenuta del ‘sistema Sicilia’.

“Il Governo regionale – dichiara Baldo Gucciardi – dovrà procedere alla tempestiva pubblicazione della legge di Bilancio, affinché vengano garantite le spese obbligatorie della Regione, a partire dagli stipendi e da quanto assicuri la tenuta del socio-economico nel suo complesso e valutare l’opportunità di una manovra finanziaria che consenta di assicurare gli equilibri di bilancio per fornire un’adeguata risposta ai settori più colpiti dall’impugnativa”.

A sparare a zero contro la bocciatura di oltre la metà delle norme della Legge di stabilità per il 2014 è il capogruppo dei Drs Beppe Picciolo che si chiede, alla luce dell’ennesimo stop del Commissario nei confronti di una legge dell’Ars se non sia arrivato il momento di interrogarsi sul perché di certi meccanismi: “Sembra che l’impugnativa del Commissario dello Stato abbia i canoni di un attacco scagliato contro “Godzilla”. Sono certo, invece, che la finanziaria regionale non era un mostro da abbattere ma una legge seria di risanamento e una norma essenzialmente tecnica. C’è da chiedersi se davvero abbia senso ancora per una regione autonoma la figura del Commissario dello Stato censore. Qui si corre il rischio che si dia retta troppo alle sirene invece di valutare lo sforzo del governo e del parlamento in direzione della messa in sicurezza dei conti e dei tagli ai privilegi. E’ assurdo che mentre la Regione intraprende un percorso virtuoso, agisce un Commissario dello Stato che con certe decisioni mina alle fondamenta il potere legislativo del parlamento. Mi chiedo dove fosse in passato tale figura quando si facevano leggi omnibus e norme clientelari a cui questo governo e la sua maggioranza hanno messo fine”.

Di parere opposto M5S e PdS che puntano i riflettori “sull’incapacità di legiferare” da parte della giunta” e su una squadra non all’altezza delle esigenze.

“La sonora bocciatura- si legge nel comunicato dei 5stelle- è la certificazione della totale incapacità di questo governo di legiferare. Preso atto di ciò e del fatto che il Pd ha voltato le spalle all'esecutivo, si dica chiaramente ai siciliani che è ora di tornare subito al voto. In diverse occasioni abbiamo definito la manovra completamente inadeguata. L'unica cosa che ci consola e di cui andiamo fieri è che parecchie delle norme proposte da noi non sono state impugnate. Se fossero passati alcuni nostri sub emendamenti il disastro poteva essere contenuto. Ci riferiamo ad esempio ad alcune norme sui forestali”.

Tra le tante note negative una nettamente positiva per i deputati Cinquestelle è la bocciatura della norma salva-petrolieri, che abbassava le royalties sulle estrazioni di idrocarburi, per le quali i deputati del Movimento si erano battuti.

“Meno male che sono tecnici, altrimenti chissà cosa avremmo visto- commenta invece il capogruppo del Partito dei Siciliani MpA Roberto Di Mauro- Nonostante i ripetuti avvisi dell'opposizione sulla mancata copertura finanziaria di molte norme per circa 500 milioni, il Governo e la maggioranza, hanno scelto di andare avanti, portandoci oggi ad una situazione di una gravità mai vissuta prima. La verità è che questa armata Brancaleone fatta da quattro amici di Crocetta che casualmente si ritrovano a fare gli Assessori ha mostrato di non avere né la stoffa dei tecnici né la stoffa della politica e oggi la Sicilia si trova come mai prossima al baratro. Basta pensare che certamente a fine mese saranno migliaia i lavoratori che non potranno prendere lo stipendio, per esempio all'ESA e all'EAS."

Sullo stop di Aronica interviene anche il segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava :“la quantità e qualità delle eccezioni di incostituzionalità sollevate conferma le preoccupazioni della Cisl riguardo all’improvvisazione e approssimazione che caratterizzano l’azione del governo regionale. La Sicilia versa in una pesante crisi economica e sociale che impone ristrutturazioni della spesa, dell'economia e della macchina pubblica. Non può quindi permettersi di continuare con “un uomo solo al comando, privo di strategia e sorretto soltanto da una pletora di esperti e superburocrati che mostrano gravi lacune nell’esercitare adeguatamente l’azione amministrativa e di governo. Sarebbe il caso, finalmente, che i partiti, piuttosto che concentrarsi su risse ed equilibri interni, mettessero in discussione questo modo approssimativo, inadeguato, autoreferenziale, di gestire il governo della Regione”.

Rosaria Brancato