“Andiamo a scuola in Tpl”. Buona la teoria, l’Atm rimandata sulla pratica

Esattamente 4 mesi fa partiva uno dei primi esperimenti dell’amministrazione Accorinti nel difficilissimo settore della mobilità cittadina. “Andiamo a scuola in Tpl” è stato forse il progetto di battesimo per l’assessore Gaetano Cacciola che la mattina del 21 ottobre, e poi per molti giorni a seguire, ha puntato la sveglia al mattino presto per toccare con mano se l’idea elaborata per dare agli studenti messinesi un sistema alternativo per andare ogni giorno a scuola funzionasse davvero. Perché si sa, passare dalla teoria alla pratica è sempre difficile e lo diventa ancor di più in una città come Messina quando si parla di trasporti.

Che cos’era “Andiamo a scuola in Tpl”? Per chi non lo ricordasse più è il piano che prevede un servizio di bus e tram concentrato nella fascia oraria che va dalle 7 alle 7.30, la più critica per il traffico di studenti che raggiungono le scuole. Sono stati istituiti cinque sistemi a pettine, due dei quali servono i capolinea Gazzi e Annunziata gli altri tre viale Giostra (con fermata in corrispondenza di via Torrente Trapani), viale Boccetta e, dalla fermata di fronte al Municipio, la zona tra via Cesare Battisti e corso Cavour. Per funzionare però il progetto aveva bisogno di un fattore principale: garantire in quella fascia oraria la frequenza del tram ogni sette minuti. Solo così, infatti, il sistema di interscambio con i bus avrebbe funzionato alla perfezione. Per fare ciò era stata stabilita la partenza di tre vetture dai due capolinea alle 7.15, alle 7.22 e alle 7.30, orari che erano stati studiati in modo da corrispondere all’arrivo ai capolinea dei bus che provengono dai villaggi e subito dopo con la partenza degli altri mezzi che portano i ragazzi a scuola. Sistema che può filare senza difficoltà solo se si mettono in moto almeno 7 tram.

Ma oggi, a distanza di quattro mesi, cosa è accaduto al famoso Tpl? Siamo andati a vedere con i nostri occhi che cosa succede in una normale mattinata della settimana a chi decide di muoversi da casa a scuola a bordo dei mezzi pubblici. Mercoledì mattina siamo stati al capolinea del tram di Gazzi per vedere se davvero i ragazzi in questi quattro mesi hanno imparato cosa significa “trasporto pubblico locale”. Intanto, dei tre tram previsti sulla carta, ne abbiamo visti partire solo due, uno alle 7.15 e uno alle 7.30. Sparito il tram delle 7.22, quello che cioè doveva scandire la differenza di soli sette minuti tra le due partenze. Purtroppo però all’Atm bisogna fare i conti anche con ciò che c’è a disposizione e con un parco mezzi che non consente grandi rivoluzioni. E dunque il tram, anche se con difficoltà, funziona, non però come da progetto. Salta così uno dei capisaldi di ”Andiamo a scuola in Tpl” che diventa un normalissimo servizio di trasporto pubblico che poco ha di sperimentale.

Mercoledì mattina tanti ragazzi sono giunti al capolinea di Gazzi con i bus che arrivavano dai villaggi. I tram sono partiti a intervalli di 15 minuti l’uno dall’altro, in questo modo però rispettare gli orari delle coincidenze con gli altri mezzi diventa difficilissimo e addio Tpl scuola. Abbastanza puntuali gli 8 bus giunti in quella fascia oraria dalla zona sud, nessuno ha infatti superato i 10 minuti di ritardo. Poco o nulla utilizzato il bus 17 nel suo proseguimento progettato per gli istituti ubicati sul viale Boccetta e quasi scomparso il circuito cittadino del numero 15 che avrebbe dovuto con una "circolare" servire le scuole del centro nel quadrilatero Cannizzaro-Battisti– Garibaldi- Cavour e presente solo a singhiozzo, mezzi permettendo, il 53 destinato sul viale giostra a studenti di Antonello e Marconi.

In questi mesi nessuno ha più parlato del progetto, doveva essere un esperimento ma non sappiamo se e quali frutti ha prodotto. Abbiamo dunque interpellato l’assessore Cacciola che ha spiegato che il servizio continua ad andare avanti, ma che non mancano le difficoltà e gli intoppi, soprattutto a causa di quel parco mezzi ridotto all’osso. Non siamo riusciti a sapere se i risultati dell’esperimento sono positivi o negativi, probabilmente non si è ancora capito. Qualche dato certo però c’è: i mezzi erano abbastanza pieni, ma sono troppo pochi per garantire determinati servizi.

Limitarsi ad un solo giorno di osservazione però può essere riduttivo e dunque, per monitorare tutto l’andamento di questi mesi siamo tornati indietro andando a verificare quanti tram sono stati messi in servizio da ottobre ad oggi perché, lo ripetiamo, il Tpl ha bisogno di almeno sette vetture in circolazione per rispettare gli intenti per cui è nato. Si scopre che nel mese di gennaio, dal rientro dei ragazzi a scuola, solo in quattro giornate l’Atm è riuscita a far uscire sette tram, precisamente il 21, 22, 27 e 31 gennaio. Il periodo in cui ha funzionato meglio è stato quello compreso tra la fine di novembre e la pausa natalizia degli studenti. Dal 21 novembre al 18 dicembre infatti hanno circolato sempre sette tram tranne in sei giornate in cui ne sono stati messi in circolazione cinque o sei.. Non è andata bene ancora prima, dal 21 ottobre al 20 novembre, mese in cui il piano è stato rispettato alla perfezione solo per nove giorni, mentre nei restanti sono usciti cinque o sei macchine. Questo piccolo report è lo specchio di quanto, nonostante gli sforzi, la buona volontà e le idee non bastano. E può essere anche lo spunto di riflessione in prospettiva futura se si guarda al progetto di integrazione con la metroferrovia. Il sistema dovrebbe essere molto simile, con tram e bus che si interscambiano, ma sicuramente si verificherebbero gli stessi identici problemi. E sarà così fino a quando i tram saranno così pochi e i bus in strada non saranno più di 30, come è successo mercoledì, quando al mattino ne erano usciti 39 e durante la giornata in 9 sono stati costretti a rientrare per guasti vari. L’ideale sarebbe avere a disposizione 10 tram, con partenze ogni 9 minuti, mentre oggi ci si deve accontentare di vederne partire uno ogni 15, se non ci sono intoppi.

Tornando al Tpl una sensazione emersa ascoltando qualche viaggiatore è che la gente è stata un po’ disorientata da questi orari che non sempre vengono rispettati, soprattutto per quanto riguarda i tram in quella fascia oraria mattutina. Servirebbe un “memorario” cadenzato con partenze fisse, basandosi sulle risorse che l’Atm può mettere davvero in campo, sarebbe un modo per dare ai cittadini la sicurezza di andare alle fermate e sapere che entro tot tempo arriverà il tram.

Al momento quindi il giudizio non può essere molto positivo. In questa pagella di fine primo quadrimestre sul Tpl scuola l’amministrazione Accorinti e la Dirigenza ATM non prende un buon voto, anzi si becca una bella insufficienza. Ma l’anno scolastico non è ancora finito e il tempo per recuperare ancora c’è. Altrimenti arriverà la bocciatura.

(Francesca Stornante)