Il Consiglio dice sì alle tariffe Tares, per tutti solo “un grande atto di responsabilità”

20 voti favorevoli su 28 consiglieri presenti in aula, 2 astenuti e 6 contrari. Con questi numeri è stata approvata la delibera che introduce il piano tariffario che di fatto da il via libera alla Tares per l’anno 2013. Come era accaduto per il regolamento della nuova tassa sui rifiuti, anche stavolta il voto è arrivato in notturna, il Consiglio comunale ha trascorso il sabato sera tra i banchi per riuscire a mettere la parola fine ad una questione di vitale importanza per la città. Adesso Messina ha ufficialmente adottato la tanto discussa Tares, una decisione arrivata dopo giorni di lavoro serratissimo, di polemiche, di lunghe riunioni fino a tarda sera per capire come riuscire a non far pesare troppo un tributo che di certo non è una bel regalo di natale. In corso d’opera era saltata fuori l’ipotesi di abbandonare la Tares e trasformare tutto per passare alla Tares “semplificata”, i consiglieri e l’amministrazione hanno però valutato che con la semplificata avrebbero pagato quasi tutti di più, mentre con la Tares integrale ci sono categorie più colpite di altre: famiglie numerose e alcune tipologie di commercianti. Dunque perché caricare su tutti quando invece si poteva solo trovare il modo per aiutare chi sarà più colpito dalla Tares? Alla fine è stato questo ciò che hanno fatto ieri stesso i capigruppo consiliari, tranne il Megafono, insieme all’assessore Guido Signorino: inserire nel regolamento delle modifiche che serviranno per aiutare chi vive in condizioni di disagio economico e quei commercianti che rientrano nelle fasce in cui si sono registrati aumenti fino al 400%.

Prima della delibera sono stati dunque messi in discussione e approvatidue emendamenti presentati. Il primo, proposto da tutti i capigruppo, tranne De Leo del Megafono, è servito per inserire al regolamento riduzioni ed esenzioni oltre per le famiglie numerose e in condizioni economiche disagiate, famiglie che proprio per il fatto che la Tares si basa anche sul numero dei componenti del nucleo familiare pagano una tassa più alta. Si andrà incontro anche ai commercianti che appartengono alle categorie 22, 27 e 29, cioè ristoranti, trattorie, osterie, pub, ortofrutta, pescherie, fiori, pizza al taglio,banchi di mercato di generi alimentari. Categorie che appunto avevano registrato i rincari più alti. Anche per loro il Consiglio proporrà un aiuto in base a volume d’affari e fedeltà contributiva.

Il secondo è stato invece presentato dall’assessore Signorino e prevede da dove attingere risorse per coprire questi ulteriori sconti. Ci si affiderà al “fondo svalutazione crediti” fissato in 2 milioni di euro e inserito nel piano finanziario per la gestione rifiuti. Un fondo previsto per ammortizzare il rischio di mancata riscossione che il Ministero prevede debba ammontare allo 0,5% del totale complessivo tariffario. Per Messina dev’essere dunque di circa 500mila euro ma l’amministrazione aveva preferito prevedere 2 milioni di euro, ritenendo la cifra “maggiormente realistica”. Adesso invece in quel fondo si lasceranno solo quei 500mila euro, il resto sarà destinato a a ridurre le tasse per le fasce disagiate, riducendo di conseguenza l’evasione a cui si andrebbe incontro visto che queste fasce probabilmente non pagherebbero comunque perché impossibilitate.

Ciò che dopo la votazione molti consiglieri hanno tenuto a spiegare è il senso della scelta fatta e il perché di questa decisione finale dopo giorni in cui a distanza di poche ore si è riusciti a cambiare idea infinite volte. A parlare sono soprattutto i numeri. Confrontando infatti i dati della Tares con quelli della semplificata i consiglieri si sono resi conto che la seconda ipotesi sarebbe stata sicuramente meno equa nella ripartizione del tributo. Dando uno sguardo alle utenze domestiche vediamo che con la semplificata avrebbero sicuramente risparmiato le famiglie che hanno almeno 4 componenti, mentre quelle fino a 3 avrebbero pagato nettamente di più con la semplificata.

Questo il prospetto basando l’ipotesi su 100 mq:

1 componente: Tares 256,86; Tares semplificata 297

2 componenti: Tares 350,59; Tares semplificata 425

3 componenti: Tares 391,99; Tares semplificata 425

4 componenti: Tares 450,08; Tares semplificata 425

5 componenti: Tares 502,11; Tares semplificata 425

6 o più comp: Tares 536,05; Tares semplificata 425

Non sarebbe andata meglio per le utenze non domestiche. Con la semplificata quasi tutte le 30 categorie avrebbero pagato di più rispetto a quanto dovranno sborsare di Tares, le fasce penalizzate sono però già state inserite negli emendamenti approvati ieri sera e dunque avranno la possibilità di risparmiare.

Insieme alle tariffe i consiglieri per la prima volta si sono ritrovati a dover votare il piano finanziario dell’Ato che raccoglie costi e numeri dell’intero servizio rifiuti gestito da Messinambiente. A mettere la lente d’ingrandimento sul piano il capogruppo dei Progressisti democratici Daniele Zuccarello che ha snocciolato un paio di cifre inserite nel piano. Zuccarello ha chiesto come mai si spendono 5 milioni in differenziata quando poi il ricavo che arriva dal Conai è di soli 90.750 euro, sulle isole ecologiche chiede perché ad oggi non ci siano le pesatrici o come sia possibile che per alcuni servizi venga previsto un autista per due mezzi. Il consigliere ha poi parlato del rapporto tra Messinambiente e Ato, sostenendo di fatto che il lento fallimento della società di via Dogali è stato in parte provocato dall’Ato che negli anni ha spesso ridotto in corso d’opera il budget a disposizione di Messinambiente.

Tornando invece alla Tares, quella dei consiglieri è stata una prova di responsabilità nei confronti della città, questo il messaggio che i capigruppo di Udc, Pdl, Cambiamo Messina dal Basso, Pd. Progressisti Democratici e Dr hanno voluto lanciare ai cittadini. Un scelta fatta e concertata con l’amministrazione, hanno spiegato molti consiglieri, e dunque anche per questo a maggior ragione opportuna.

Le polemiche però non sono mancate. A dire no a questa Tares e alle sue tariffe sono stati i quattro del Megafono, Nina Lo Presti e Simona Contestabile. Per il capogruppo del Megafono De Leo l’opzione doveva essere la Tarsu, recuperando la parte che sarebbe mancata per coprire il costo totale del servizio dalla fiscalità generale, dunque per esempio da tutte le entrate che il Comune non riesce a recuperare. Per Nina Lo Presti di Cambiamo Messina dal Basso quella di ieri è stata una pagina triste per la città, “abbiamo votato un piano tariffario che intaccherà i bilanci delle famiglie e trasferito i debiti ai cittadini e alle realtà produttive”. L’attacco di Simona Contestabile invece legato al modo in cui l’amministrazione ha gestito tutta la vicenda, con un accento particolare posto sulla mancanza di quei principi di legalità, trasparenza e condivisione che invece il Sindaco cita come pilastri di questo cammino.

Tra chi invece ha deciso di dire sì il capogruppo Pdl Pippo Trischitta che ha voluto far presente che anche se ci fossero stati Buzzanca o Genovese il risultato non sarebbe cambiato. E per chiudere le polemiche sui costi ha fatto notare che a Catania è vero che gli aumenti non hanno superato il 10% in regime di semplificata, ma questo solo perché i cittadini coprivano già quasi per intero i servizi. Anche Gino Sturniolo, sulla Tares lontanissimo dalla collega Lo Presti, ha fatto un plauso alla prova di grande responsabilità nei confronti della città, spiegando che gli errori fatti in questi giorni sono stati fatti per provare a rendere le cose più eque possibili. Ai colleghi che si sono opposti ha detto invece che tutte le posizioni sono legittime, ma ognuna deve avere l’alternativa e qui evidentemente non c’era. Poi un appello agli assessori, come già aveva fatto Libero Gioveni, affinché la giunta coinvolga di più il Consiglio. Parole sposate dalla consigliera del gruppo misto Antonella Russo. La considerazione che ne viene fuori è che sulla tassa sui rifiuti il Consiglio ha assunto una geografia particolare. Maggioranza e opposizione hanno lavorato gomito a gomito e in sinergia con l’amministrazione, una consigliera di maggioranza si è rivelata la più dura oppositrice e un gruppo ha mantenuto la sua idea dal principio in barba alle discussioni e alle polemiche. Ai cittadini ciò che interessa è che il 16 dicembre arriverà la prima rata della Tares. Probabilmente però si allungherà fino a fine gennaio il tempo a disposizione per pagare senza incorrere in una mora.

Francesca Stornante