Liberare la Rada San Francesco : al via la petizione del “Comitato la Nostra Città”

Liberare Messina dalla schiavitù dei tir. Da oltre 10 anni è questo il “must” del “Comitato la nostra città”, che domenica mattina, a partire dalle 10, avvierà la a petizione contro la proroga, l’ennesima, alla concessione della rada San Francesco. Il banchetto sarà allestito davanti alla sede dell’ Autorità portuale, in via Vittorio Emanuele.

Secondo Visicaro e il “Comitato la nostra città”, l’unico modo per porre fine ad una schiavitù che dura da quarant’anni è non rinnovare più la concessione, chiudendo per sempre questo capitolo e restituendo la città ai cittadini, affinché questi se ne riapproprino, smettendo così di avere paura di attraversare le arterie centrali, letteralmente invase dai mezzi pesanti a tutte le ore del giorno e della notte .

In questi quarant’anni, Messina ed i messinesi sono stati costretti ad assistere inermi a numerosi incidenti mortali, al caos quotidiano, non sono bastate le proteste né i cortei anti-tir. Non è bastata neanche la realizzazione dell’approdo a sud, quello di Tremestieri, costruito come peggio non si poteva, in punto in cui ad ogni mareggiata corrisponde un danneggiamento e la conseguente chiusura. E così, i tir continuano a far da padroni, dal viale Boccetta al viale Europa, passando per la via la farina, come è emerso chiaramente anche dalla recente relazione degli esperti di Palazzo Zanca.

Tornando all’iniziativa del “Comitato la Nostra Città”, va aggiunto che la petizione sarà poi presentata ai vertici dell’Autorità portuale ed al commissario straordinario Luigi Croce. “La pluridecennale concessione- si legge nel testo – assegnata sempre allo stesso gruppo, contro ogni legge dello stato e della comunità europea, con scadenza nel settembre 2013, non potrà e non dovrà più essere rinnovata. La tutela della sicurezza e della salute impongono l’immediato ripristino della zona dell’ex chalet con il divieto assoluto di transito per il gommato pesante e leggero che deve essere trasferito in altro sito”. (DLT)