Palagiustizia: Casa dello Studente o Margherita? Mentre il tempo passa, ecco chi ci guadagna

Passata l’estate, si torna a parlare del secondo palazzo di giustizia, della necessità di accelerare le procedure per non perdere i restanti 17 milioni di euro di finanziamento ministeriale. Passata l’estate, la situazione resta al palo.

Qualche giorno fa un incontro tra l’Ordine degli Avvocati, il Comune e la Corte d’Appello per rilanciare l’ipotesi ex Casa dello Studente di via Cesare Battisti. Una ipotesi che, pochi giorni dopo, il neo Rettore Navarra accoglie, dicendosi pronto a mettere a disposizione la struttura. Due però i problemi principali.

L’edificio non è a norma. L’Ersu, proprietario dello stabile, nell’ottobre 2011 ha approvato un progetto per l’adeguamento sismico della palazzina di via Cesare Battisti. La gara viene effettuata e sospesa poi, un anno dopo, annullata in autotutela su parere dell’avvocato Antonio Saitta: nessuna delle ditte che hanno concorso ha i requisiti in regola, di fatto.

L’ex Commissario straordinario Luigi Croce, anche su input dell’avvocatura, ci prova comunque: all’inizio dell’anno incarica l’avvocato Enrico Caratozzolo di fornire lumi sulla proprietà e la reperibilità dello stabile. L’Ente per il diritto allo studio universitario gli risponde nell’aprile 2013: pur non essendo utilizzata, la struttura è stata sempre adibita agli usi universitari e l’Ersu vi ha fatto attività conservativa, tanto che l’anno prima era stata effettuata la gara.

Navarra dovrebbe quindi alienare un bene dell’Università, vincolato. Per poi ritrovarsi a dover reperire un’altra struttura per la quale spendere i circa 2 milioni di euro a disposizione da adibire ad alloggi. Gli andrebbe bene l’ex ospedale Margherita, ha affermato contestualmente. Ma chi gli dà la certezza che la Regione lo svincoli a beneficio dell’edilizia studentesca? Tutti intoppi da superare in un lasso di tempo limitato, visto che di corsa contro il tempo per non perdere il finanziamento si parla.

Seconda questione: spazi disponibili. Il 28 maggio 2013 il Dipartimento Patrimonio e Demanio del Comune, con una relazione siglata dal dirigente Domenico Signorelli e dal direttore di sezione, Vincenzo Cacciola, si esprime sulla casa dello Studente. In primo luogo, scrive Palazzo Zanca, occorre un serio intervento di adeguamento sismico. Quel progetto bandito dall’Ersu e poi tornato nel cassetto, insomma. La Casa dello Studente, afferma Signorelli, dispone di 8540 metri quadri di superficie utilizzabile. “Il Comune di Messina, scrive Signorelli, attualmente detiene in affitto immobili di proprietà privata destinati ad uffici giudiziari per una superficie complessiva di 7722 mq circa (…) per una spesa annua per fitti passivi di 1.341.075, 23 euro, come da prospetto allegato”. La Casa dello studente, quindi, sarebbe idonea ad ospitare il secondo palazzo di giustizia.

La cifra di quasi 8 mila metri quadri e relativo costo è ricavata dalla pagina del prospetto “Fitto reale passivo di immobili destinati ad uffici giudiziari” che evidentemente il dirigente considera come ultima pagina. Manca cioè il costo e la metratura del Tribunale di Sorveglianza, che compare in un’altra pagina non allegata alla relazione e che fa lievitare costi e metratura. In realtà i metri quadri sin qui utilizzati per gli uffici di giustizia sono oltre 10.632,94, con un costo annuo per il Comune di 1.871.743,6 euro. Un altro “intoppo” da superare prima che il finanziamento si volatilizzi.

Perché quindi spingere sull'ex Casa dello Studente? Un verbale del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati indica tra i requisiti che il secondo palazzo di giustizia deve avere quella della vicinanza all'attuale Palazzo Piacentini.

Ben altre metrature all’ex ospedale Margherita, che la Regione continua a smantellare malgrado le prese di posizione locali che vogliono mantenervi quel minimo di presidio sanitario ancora esistente. Proprio ieri l'assessore Lucia Borsellino, a Messina, ha affermato: "Piena disponibilità al cambio di destinazione d'uso, la superficie è ampia, basterà per mantenere il presidio ma anche per valorizzare il resto dell'area, stiamo valutando diversi progetti".

Quasi 30 mila metri quadri su 12 corpi di fabbrica, che i funzionari regionali si sono già detti disponibili a svincolare. Una soluzione che ha trovato d’accordo 200 tra magistrati, personale della giustizia e avvocati. Firmatari di un appello consegnato alla Regione nella scorsa primavera, al sindaco Renato Accorinti lo scorso settembre in una nota siglata dall’avvocato Aurora Notarianni, coordinatrice dell’iniziativa.

Mentre la discussione va avanti tra proclami e alcun nulla di fatto, il tempo passa e la possibilità di accedere ai fondi ministeriali sembra sempre più lontana, Palazzo Zanca continua a pagare i fitti per quasi 2 milioni di euro l’anno. Ecco a chi:

1) Demanio dello Stato: 106.050 euro

2) Carrozza Pietro: tre uffici per complessivi 83 mila euro circa.

3) Carrozza Emanuele: 66.120 euro

4) Pugliatti Giuseppe: 391.660 euro

5) Neptunia spa (la stessa ditta che aveva concorso alla realizzazione del secondo palazzo di Giustizia, facente capo al gruppo Franza): 339.743 euro circa

6) Carrozza Giuseppe: 24.224 euro

7) Imfra Immobiliare: 23.058 euro

8) Agenzia del Demanio: 5.060 euro

9) Miscela d’oro: 112.363 euro

10) Urbano Francesco: 67.782 euro circa

11) Iacp: 78.250 euro

12) Garda srl: 20.450 euro

13) EdilSud srl (di Dino Arrigo): due uffici per poco meno di 79 mila euro.

14) Ardizzone Antonietta: 20.450 euro

15) Ard Immobiliare: 39.600 euro

16) Uffici del giudice di Pace: 247 mila euro.

17) Giovanbattista Magno – che ospita gli uffici del Tribunale di Sorveglianza, quelli “dimenticati” in todo dalla relazione di Palazzo Zanca: 148.400 euro.

E’ semplice, per un messinese, scorrere l’elenco e scorgere famiglie di noti avvocati.