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Fondi Fsc. De Luca: “Zero euro dalla Regione al Comune di Messina”

MESSINA – Cateno De Luca pretende chiarezza dal governo regionale. Il candidato alla presidenza della Regione Siciliana per Sicilia Vera, già sindaco di Messina, si domanda «che fine abbiano fatto i fondi Poc, Programma operativo complementare, destinati a Messina, e perché i fondi Fsc – Fondi di sviluppo e coesione 2021-2027 non arrivino in questa città».

Al suo fianco, in questa presa di posizione, l’ex vicesindaca e assessora Carlotta Previti (nella foto con De Luca), oggi nella squadra designata per Federico Basile sindaco, la quale chiede la revoca in autotutela della delibera: «L’intervento in questo caso, avrebbe dovuto essere strutturale, finalizzato a ridurre il divario tra nord e sud. Le priorità a Messina non mancano, in tal senso, e non capisco che criteri abbia adottato il governo regionale». Sull’argomento interverrà ora il deputato regionale di Sicilia Vera, Danilo Lo Giudice.

“Risorse zero per la città di Messina”

Ha rilevato De Luca: «Sono 237 i milioni di euro dal Fsc decisi dalla giunta Musumeci. Con una delibera del settembre 2021, di queste risorse quante sono state assegnate alla città di Messina? Zero. Al contrario, otto milioni di euro sono state assegnati in vari Comuni della provincia di Messina. La parte del leone l’ha fatta, con quasi 50 milioni di euro, la città di Catania e subito dopo Palermo e Siracusa. La provincia di Messina – ha dichiarato il leader di Sicilia Vera – è stata equiparata a Siracusa. Ovviamente uno scippo a tutti gli effetti. Di queste risorse il 50 per cento sono in previsione, come gestione, da parte della diretta regia della Regione Siciliana per coprire spese correnti. La parte rimanente, circa il 50 per cento, riguarda scelte compiute a favore di diversi territori secondo un criterio per me discutibile».

In generale, 116 milioni di euro sono le risorse distribuite ai Comuni; 121 milioni le risorse non distribuite.

“Messina penalizzata perché c’è Cateno De Luca?”

Ha osservato ancora il leader di Sicilia Vera: «Da notare, per esempio, che nei quasi 50 milioni di euro di Catania, 40 milioni risultano destinati ai nuovi uffici giudiziari. È una vergogna che non si risolva invece il problema del Palagiustizia a Messina! La visione che hanno avuto le autorità competenti, in questa vicenda, è stata quella di continuare a sbagliare nel trovare la soluzione. Di conseguenza, io mi domando: è un problema di Musumeci nei confronti di Messina perché c’è Cateno De Luca? Non sarebbe bello: non bisogna colpire l’avversario. Io sono sempre per il rispetto nei confronti delle istituzioni. E spero che non si vogliano fare dispetti a Cateno De Luca, penalizzando Messina».

Previti: “Si ristrutturi la rete idrica e si provveda alla bonifica dei siti contaminati”

A sua volta, ha osservato l’ex vicesindaca Previti: «Questi interventi decisi dalla giunta regionale non sono compatibili con le finalità del fondo sviluppo e coesione perché esso finanzia interventi strutturali, servizi materiali e immateriali per ridurre il divario tra nord e sud. Non si capisce la logica di ristrutturare un Palagiustizia o caserme di polizia, o di finanziare il sistema di rilevazione delle presenze dei dipendenti regionali o dei sistemi di telefonia integrata. Chiederemo una revoca in autotutela di questo atto deliberativo, domandando quale sia stato il criterio seguito nel distribuire queste risorse e la logica nel finanziare, con oltre 120 milioni di euro, servizi di telefonia integrata e siti internet».

Che cosa si potrebbe fare per Messina? Ecco che cosa risponde l’ex vicesindaca: «237 milioni di euro sono da distribuire su tutto il territorio della Regione Sicilia, sulla base del numero di popolazione e dei Comuni e sulla base del Pil. Falce, bonifica dei siti contaminati, ristrutturazione della rete idrica, che è un colabrodo, risultano le priorità. Tutti interventi che riportino la città di Messina a un livello vivibile, come abbiamo fatto noi in tre anni e mezzo».

Carlotta Previti tiene a evidenziare che continuerà a «mettere a disposizione della città l’esperienza su fondi europei, pubblici e privati e d’investimento, se Basile sarà eletto come sindaco. Fondi a disposizione in Italia grazie al Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, e al nuovo ciclo di programmazione. Sono in arrivo davvero ingenti risorse e servono amministratori, per Messina, che sappiano reperire questi finanziamenti e avviare le progettualità strategiche necessarie per il territorio dopo anni di malgoverno».

“Fondi da intercettare: Messina prima per capacità di spesa”

L’ex vicesindaca si dice orgogliosa «della macchina comunale con un ufficio che si è distinto per capacità di spesa nel reperire fondi: è risultato il primo a livello nazionale. Ho selezionato io stessa, assieme alla macchina amministrativa, i dirigenti dell’ufficio, le persone migliori, le persone più adatte».