Corsi d’oro, a giudizio immediato le mogli degli ex sindaci Buzzanca e Genovese

Nel giorno in cui l'inchiesta Pandora scopre la gestione illecita dei fondi destinati alla formazione professionale a Catania, a Messina nella tarda mattinata va a notifica la fissazione dell'udienza per le 11 persone coinvolte nel blitz Corsi d'oro, l'analoga inchiesta della Guardia di Finanza di Messina sugli enti Aram, Lumen ed Ancol.

Il processo comincerà il prossimo 17 dicembre davanti ai giudici della II sezione Penale e riguarda Chiara Schirò, moglie di Francantonio Genovese; Concetta Cannavò, ex tesoriere del Pd; Daniela D’Urso, moglie dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca; e Elio Sauta ex consigliere comunale del Pd; e Melino Capone, ex assessore comunale nella giunta Buzzanca; Graziella Feliciotto, moglie di Sauta e operatrice della formazione; Natale Lo Presti, Nicola Bartolone, Natale Capone e Giuseppe Caliri. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Udienza anche per Carlo Isaia, funzionario dell'Ispettorato al Lavoro sospeso dalle funzioni.

Per tutti il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Procura di Messina di disporre il giudizio immediato, senza cioè passare dal vaglio dell'udienza preliminare. Non è stata ancora depositata, invece, la decisione del Tribunale del Riesame sulla richiesta della Procura, tornata a chiedere provvedimenti più rigorosi per Elio Sauta e l'arresto de persone coinvolte, sino ad oggi solo indagate. I magistrati, ad esempio, avevano chiesto l'arresto anche per Elena Schirò, sorella di Chiara e responsabile del centro Lumen. Richiesta negata invece dal Gip Giovanni De Marco, che ha sì sottolineato la gravità del modus operandi della "cricca", ma non ha trovato ragioni valide perché scattassero misure cautelari più severe, nel luglio scorso.

L'accusa di fondo è di aver dragato i fondi destinati agli enti di formazione professionale attraverso una rete di società intestate o gestite da familiari dei referenti politici. A coordinare l'inchiesta sono stati i pm Camillo Falvo, Fabrizio Monaco e Antonino Carchietti, insieme al procuratore aggiunto Sebastiano Ardita.(Alessandra Serio)