Corsi d’oro, la Procura: le mogli degli onorevoli della Formazione devono tornare agli arresti

E' stata una udienza molto "tecnica" quella di oggi davanti al Tribunale del Riesame, per l'operazione Corsi d'Oro, il blitz della Guardia di Finanza e della Polizia Giudiziaria sulle presunte truffe ai danni della Regione attraverso gli enti Aram, Ancol e Lumen.

Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita ha chiesto al Collegio della Libertà di rivedere la decisione della II Sezione del Tribunale che all'ultima udienza ha rimesso in libertà tutti gli imputati e cioè: Daniela D'Urso, moglie dell'ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca (PDL), Chiara Schirò, moglie del deputato Pd Francantonio Genovese, Carmelo Capone, ex assessore Pdl alla viabilità, Elio Sauta ex consigliere comunale Pd ed ex presidente dell’Aram, Graziella Feliciotto moglie di Elio Sauta, Natale Lo Presti e Nicola Bartolone.

Lo stesso Collegio alla prima udienza del processo, qualche settimana prima, aveva rigettato la stessa richiesta di scarcerazione avanzata dai difensori degli imputati. Secondo la Procura, infatti, era necessario che tutti restassero ancora ai domiciliari, per via di una parte delle indagini ancora in corso e perché il processo non era ancora entrato nel vivo, quindi era ancora attuale il pericolo di inquinamento delle prove. Soltanto un paio di udienze dopo, lo stesso Collegio ha cambiato orientamento e li ha rimessi in libertà senza alcun obbligo.

La Procura oggi è tornata a far valere le stesse ragioni che avevano portato i magistrati ad arrestare e poi tenere ai domiciliari per molti mesi tutti i protagonisti, a cominciare dal fatto che pur incardinato, il processo in effetti non ha ancora registrato l'inizio vero e proprio. Tra qualche giorno ad esempio, il 5 marzo, si tornerà in aula con l'audizione dei consulenti ai quali è stato affidato il compito di decidere una volta per tutte quali intercettazioni ambientali e quale materiale informatico, captati nel corso delle indagini, potranno entrare a far parte delle prove e quali invece no. Soltanto dopo sarà aperto il dibattimento vero e proprio. Il Tribunale del Riesame, oggi, dopo aver ascoltato anche i difensori, si è riservato la decisione. (Alessandra Serio)