La sfida della Città Metropolitana al centro di due incontri nei Palazzi della politica

E’stato davvero un peccato che due interessanti appuntamenti come quelli di stamane a Palazzo dei Leoni, sui Liberi Consorzi, ed a Palazzo Zanca, sulla Città Metropolitana, si siano tenuti allo stesso orario e lo stesso giorno. Le due tematiche, oltre a far parte della stessa regionale, camminano sullo stesso binario che è quello del futuro del nostro territorio. I relatori ed i protagonisti dei due incontri sono gli stessi e l’auspicio è che in futuro si possa organizzare un incontro che affronta in modo unitario le stesse tematiche. Fortemente voluto dal parlamentare Enzo Garofalo, Ncd, componente della commissione nazionale trasporti, l’incontro che si è tenuto alla Provincia, alla presenza dei sindaci del territorio provinciale, puntava a sottolineare l’importanza del sistema mobilità e trasporti sia nel caso dei Liberi Consorzi che della Città Metropolitana.

“Se in corpo umano le vene non trasportano sangue la morte sarà inevitabile” ha sintetizzato in un modo chiarissimo Garofalo a Palazzo dei Leoni con riferimento al fatto che se il sistema dei trasporti e delle infrastrutture non funziona siamo destinati al fallimento. Pochi minuti dopo, a Palazzo Zanca, il presidente del consiglio comunale di Scaletta Zanclea, Francesco Grungo, così come altri colleghi, lamentavano la realtà di territori provinciali che già adesso vivono quotidianamente i problemi di collegamenti inesistenti non con New York, ma persino con il Comune più vicino. A San Pier Niceto, 40 famiglie a causa di un incrocio tra ordinanze, hanno due sole vie d’accesso, una strada ed un torrente, in entrambi i casi con divieto d’accesso. Ecco perché quindi le due riunioni avrebbero potuto tenersi contestualmente, perché i cambiamenti in itinere devono essere affrontati sotto tutti i punti di vista e quello dei trasporti, ad esempio, è vitale in una realtà come la nostra dove mentre si discuteva di Città Metropolitana, UsticaLines annunciava lo stop alle corse con Reggio Calabria.

“Senza un sistema di trasporti efficiente rischiamo di avere una bellissima isola e basta, poco produttiva- ha detto Garofalo- Il sistema dei trasporti deve essere interno ed esterno. In quest’ottica è fondamentale l’apporto dell’Università e delle sue competenze. Ai sindaci e a maggior ragione al Comune di Messina ricordo che non devono esserci individualismi e che nessuno deve essere inglobato. Nella zona jonica e nella zona tirrenica ci sono tante specificità che potrebbe portare, rispettando le singole realtà, ad un unicum in tutta Italia”.

E’ toccato al professor Michele Limosani (al quale si deve l’emendamento che ha salvato le Città Metropolitane all’Ars) far la spola tra i due Palazzi per spiegare i mille sì dell’adesione alla Città Metropolitana, oggi più che mai, domani più che mai, prima che sia troppo tardi. “L’Europa è nata da un’intuizione- ha detto a Palazzo dei Leoni- che ha unito più Paesi in nome del mercato del carbone e dell’acciaio. E’ l’intuizione che dobbiamo comprendere e far crescere. Lo status di Città Metropolitana accresce la nostra capacità di accedere direttamente ai fondi europei e rende il territorio più attrattivo”. Il pro rettore si è soffermato sulla realtà universitaria tra le due sponde. L’Ateneo di Messina fa registrare 80 mila spostamenti quotidiani tra Messina, la provincia e Reggio. Il 50% degli studenti viene dalla provincia o da Reggio. “La federazione tra i due atenei porterà alla Sapienza del Sud”. Spostandosi al Comune Limosani ha poi illustrato ai presidenti dei consigli comunali le opportunità che deriveranno dall’adesione alla Città Metropolitana. “In Italia sono solo 10 per legge, e le città fanno a gara per poter ottenere lo status e per contestare alla Sicilia il “privilegio” di istituirne altre tre e noi qui discutiamo perché ci sono ancora Comuni che vogliono uscire fuori dalla Città Metropolitana?”

Il commissario della Provincia Filippo Romano ha approfondito gli aspetti tecnici della normativa ed ha dato piena disponibilità per ogni tipo di supporto, mentre il vicesindaco Signorino ha ribadito che il Comune di Messina “non ha alcuna logica di prevaricazione nei confronti degli altri Comuni”, perché ogni realtà ha una ricchezza diversa che sarà valorizzata in un’ottica di sistema. Per fare un esempio la zona tirrenica, con Milazzo e Barcellona sarà di tipo industriale, mentre quella jonica turistica. Signorino ha poi ricordato che è fondamentale riuscire a mantenere l’Autorità portuale in questa visione d’insieme.

Più o meno contestualmente un analogo dibattito, interessante allo stesso modo, si stava svolgendo a Palazzo Zanca, dove la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile ha accolto i colleghi presidenti dei consigli comunali con le note dell’Inno di Mameli simbolo di un’unità che è l’unica arma per poter andare avanti e vincere la sfida dello sviluppo. “Siamo particolarmente orgogliosi di offrire una sintesi degli avvenimenti che, dal dicembre dello scorso anno ad oggi, ci consentono di testimoniare l’impegno scientifico da un lato, espresso dall’Università e politico-istituzionale dall’altro con questo Consiglio comunale che è stato supportato anche dai pareri positivi delle componenti sociali, sindacati ed ordini professionali, che hanno condiviso con noi le tesi elaborate dai professori Josè Gambino e Michele Limosani” ha spiegato la Barrile tracciando una sintesi del lavoro svolto in questi mesi dal consiglio attraverso diverse sedute aperte dedicate all’argomento.

“La Città Metropolitana entra, così, senza enti intermedi, nel necessario processo di integrazione europea. L’ampliamento del territorio con il coinvolgimento e l’adesione dei 51 Comuni del medesimo ambito territoriale, geografico e politico, la previsione di strumenti atti a favorire la più larga partecipazione popolare, la pianificazione di una progettazione condivisa nel rispetto delle vocazioni territoriali, sono tutti irrinunciabili traguardi. Con lo stesso spirito che ha visto nascere qui, 60 anni fa, La Comunità Economica Europea voluta da Gaetano Martio facciamo in maniera che giunga da questo consesso a tutta l’Europa la prova tangibile che quando le idee camminano sulle gambe degli uomini di buona volontà, ogni traguardo è possibile”.

Ai presidenti dei consigli comunali (i cui interventi pubblicheremo nei prossimi giorni) il professor Limosani ha spiegato sia le ragioni dello stare insieme che gli svantaggi del girarsi dall’altra parte, prevenendo obiezioni e perplessità ma anche cercando di accendere quella “luce” che finora non ha ancora portato alcun calore nei consigli dei 51 Comuni. Attentissimi, messaggeri informati della volontà di intere comunità di non essere emarginate, i presidenti, hanno poi espresso dubbi, certezze, dipingendo una drammatica realtà provinciale che viene fuori da decenni di una politica volta ad ignorare le istanze di chi è più lontano. A loro il sindaco Accorinti ha lanciato un brevissimo messaggio di unità, ricordando che “nessuno sarà capofila, saremo tutti insieme perché solo insieme si vince”.

Rosaria Brancato