Questo Pagghiaru s’ha da fare. E s’è fatto. E’ questo, parafrasando uno dei più celebri versi manzoniani, il messaggio che padre Orazio Anastasi, appartenente alla famiglia religiosa dei Rogazionisti, parroco di Bordonaro dalla scorso ottobre, ha rivolto alla comunità non più tardi di una settimana fa, dal pulpito della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Un appuntamento atteso non soltanto dagli abitanti del villaggio ma anche dai tanti cittadini che, tramandando la tradizione di famiglia in famiglia, salutano le feste, nel giorno dell’epifania, assistendo alla rapida scalata del grande albero addobbato con agrumi e pane azzimo. Eppure quest’anno, a dispetto delle apparenze, il rischio che l’edizione 2012 saltasse è stato quasi toccato con mano. Il rinvio da giorno 6, così come tradizione vuole, a giorno 8 gennaio, non è però dipeso da problemi di carattere organizzativo ma solo ed esclusivamente da fattori temporali/climatici.
A “svelarci” il dietro le quinte di un’edizione diversa, ma decisamente più sentita da parte della comunità, è proprio padre Anastasi, a cui va il merito di avere spronato gli abitanti di Bordonaro a non rinunciare alla secolare tradizione del Pagghiaru. Alla base dei problemi, i mancati finanziamenti elargiti dal Comune che negli ultimi anni hanno reso possibile l’organizzazione della manifestazione. Il detto “senza soldi non si canta messa”, stava insomma trasformandosi in realtà, eppure, ironia del destino, è stato proprio al termine di una messa (quella del 2 gennaio) che il parroco ha parlato ai suoi fedeli: «Ho detto loro che la tradizione non poteva andare persa e che tutti insieme avremmo dovuto fare il possibile per raccogliere il minimo indispensabile per organizzare l’evento». E’ così, nel giro di qualche giorno, con un’attiva campagna di “auto tassazione” porta a porta, resa possibile grazie anche al supporto dei componenti del consiglio parrocchiale e dei confrati della Confraternita SS Maria delle Grazie, la comunità è riuscita a raccogliere oltre 4 mila euro. Somma utilizzata per le spese quali la raccolta della legna, con l’aiuto degli uomini della forestale, il montaggio del grande albero della cuccagna, i costi assicurativi e gli immancabili fuochi d’artificio finali, brevi ma intensi.
L’Associazione “Mari e Monti” si è invece occupata di curare la parte burocratico-amministrativa.
«Non programmare la manifestazione – racconta padre Anastasi, soddisfatto della risposta della comunità – sarebbe stata una sconfitta. E’ un momento importante a cui non bisognava rinunciare. Inoltre mi sarebbe dispiaciuto che ciò fosse avvenuto proprio nel mio primo anno come parroco di Bordonaro. Il fatto che la Chiesa sia stato il centro dell’organizzazione e’ stato anche un modo per mettere in luce l’aspetto cristiano dell’evento. Di base, come si sa, è una tradizione pagana, portata dai monaci Basiliani che il 6 gennaio festeggiavano il Natale e non l’epifania (da qui la forma dell’albero). Successivamente è stata cristianizzata, ma negli anni questo aspetto è stato messo in secondo piano perché ci si è soffermati più sul fattore ludico. E’ momento di divertimento ma anche di religiosità». Un ritorno alle radici che ha permesso ai cittadini di non essere solo appassionati spettatori della scalata ma anche parte attiva.
«E’ importante sottolineare – commenta Paolo Gogliandolo, cassiere del consiglio parrocchiale – che quello di quest’anno è stato il Pagghiaru della comunità. Sono stati i cittadini che con il loro contributo hanno permesso l’organizzazione, testimoniando il loro attaccamento alla tradizione». Sulla scia di questo entusiasmo, si pensa già alle possibili novità da introdurre nell’edizione 2013, pensando perché no anche ad un Pagghiaru-baby, con l’obiettivo di avvicinare il maggiore numero possibile di persone che non conoscono ancora il rito. La mancanza di contributi pubblici, che pure ha pesato in termini organizzativi, ha dunque risvegliato lo spirito di unione del villaggio: anzi a detta di qualcuno, è stato il sapere di non avere a che fare con la politica ad aver invogliato i cittadini a mettere a disposizione i propri risparmi. Un’indifferenza reciproca, vista anche l’assenza dei più “alti” esponenti dei “palazzi”, di cui nessuno sembra aver sentito la mancanza. Almeno per una volta il vero successo è quello di non dove dire grazie a nessuno. (ELENA DE PASQUALE)
Pper eventuali donazioni e’ possibile rivolgersi direttamente in parrocchia o usare il CCP n°1002353090 intestato a “Parrocchia Santa Maria delle Grazie Bordonaro Messina”