Le direttive di Croce sul bilancio di previsione 2012

A Palazzo Zanca si cambia registro e per la redazione del bilancio di previsione 2012 le direttive arrivano direttamente dal commissario straordinario, Luigi Croce. Il reggente di Palazzo Zanca, alle prese con una situazione economico e finanziaria drammatica, sembra intenzionato a dettare le regole del gioco ed a tracciare una linea di discontinuità col passato. Sul documento contabile di previsione, che dovrà essere redatto e approvato prima del 12 dicembre – giorno in cui il Comune si troverà ancora dinanzi alla Corte dei Conti – le indicazioni fornite, con nota protocollata, al responsabile Area Bilancio, Giovanni Di Leo, ed al responsabile della Ragioneria Generale Ferdinando Coglitore, sono rigide e precise.

«Nel redigere il bilancio -scrive Croce – si dovrà tenere conto: dei rilievi mossi al consuntivo 2011 dal Collegio dei Revisori; dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti; della effettiva situazione delle partecipate ed in particolare delle società Atm, Messinambiente, Ato Me 3 ed Amam». Se negli anni passati sulle partecipate si è chiuso un occhio e pure due, quasi ignorandone l’esistenza, adesso gli occhi bisognerà sbarrarli entrambi, «tenendo nel giusto conto – sottolinea nel documento il commissario – che alcune di tali società evidenziano un particolare squilibrio finanziario, altre una strutturale e persistente difficoltà a riscuotere i crediti».

Stando alle direttive di Croce, inoltre, il previsionale dovrà tenere conto « della circostanza che l’ufficio legale ha comunicato che la somma per le spese legali ammonta ad euro 16.865.967,00; della circostanza che il dirigente ai Tributi ha comunicato che «non sussistono i presupposti per certificare la perdurante sussistenza dei residui attivi risultanti al 31 dicembre 2001 afferenti agli esercizi 2006 e precedenti; della cronica e persistente difficoltà del Comune di Messina a riscuotere crediti; e di un piano di dismissioni che non si ritiene possa raggiungere gli obiettivi prefissati».

L’ex procuratore capo è stato chiarissimo, adesso tocca a Di Leo e Coglitore recepire le istanze e collaborare. Ed a proposito di collaborazione, l’esperto del commissario, Antonino Dalmazio, nega qualsiasi contrasto con i due dirigenti di Palazzo Zanca: «Rappresentiamo la stessa parte ed abbiamo il dovere di fare tutto ciò che possiamo per evitare quello che consideriamo il male peggiore» ha dichiarato in Commissione bilancio, alla cui seduta ha partecipato insieme agli altri due esperti, Paolo Tomasello e Luigi Saccà, affiancati da una new entry Luigi Montalbano, esperto in diritto societario. In merito alla doppia relazione presentata alla Corte dei Conti, l’ex presidente di Messinambiente ha sottolineato che non esistono differenze di numeri tra la loro relazione e quella redatta da Coglitore e Di Leo, «primo perché una (quella dei due dirigenti interni i ndr) non riporta numeri e secondo perché le conclusioni sono identiche».

Dalmazio ha, inoltre precisato che, nel redigere quel documento, che riporta una massa debitoria di 240 milioni di euro, lui e gli atri due esperti si sono «ripromessi di fotografare i fatti così come effettivamente fossero , senza considerazioni e giudizi», evidenziando- al contempo- che la situazione è addirittura più grave di come l’hanno descritta perché «i numeri sono riportati per difetto». Dalmazio ha, però, anche voluto rassicurare tutti: «i numeri – ha detto- possono essere pensati come qualcosa che impedisce di redigere un bilancio, ma non è così». La ricetta è semplice: «fare sacrifici e tagliare le spese. Non è possibile che ci siano edifici comunali chiusi e si paghino fitti passivi; non è possibile che il Comune non sia in grado di recuperare crediti e tributi». E sul previsionale che verrà, la linea è quella di Croce: «E’ chiaro che bisogna tener conto delle criticità, se non fotografiamo la realtà per quella che è, rinviando i problemi a sei mesi, la situazione potrà solo peggiorare».

Nel suo intervento, Dalmazio non ha risparmiato una stoccata, rivolta a «titolo personale», al Consiglio comunale: «Lo voglio dire con umiltà nei confronti dell’unico organo politico che adesso rappresenta la città, non ho gradito che, in questo momento di difficoltà, il Consiglio comunale non si sia espresso sul consuntivo 2011, abbiamo rischiato di perdere 5 milioni di euro (dei trasferimenti statali ndr). I consiglieri comunali gli hanno ricordato di aver bocciato il documento finanziario di fine esercizio e non, come ha detto Dalmazio, di «essere scappati dalle proprie responsabilità».

Espressa la sua opinione sul Civico consesso in merito a quella singola circostanza, Dalmazio ha voluto rivolgere un appello ai consiglieri: «Non è il momento di fare polemiche, ma di guardare in faccia la realtà». Appello immediatamente disatteso dal consigliere del Fli Pippo Trischitta, che contro l’uomo di fiducia di Croce ha puntato il dito:« La sua posizione – ha detto rivolgendosi a Dalmazio – è inconciliabile con il suo incarico di esperto in quanto è già stato amministratore di Messinambiente e politicamente schierato in campo, con una lista di sostegno a Buzzanca».

“Scaramucce” a parte, la commissione bilancio è servita a fare chiarezza su un punto importante: il bilancio previsionale 2012 dovrà essere una fotografia reale della situazione economica del Comune, che tenga conto di tutto. Anche di ciò che non piace ma che purtroppo esiste e influisce sui conti di Palazzo Zanca.

(Danila La Torre)