L’Orsa: “Hanno perso tutti”. L’Udc si rivolge al sindaco: “Apra il confronto”

“E’ mancata la capacità di analisi, si è svolto tutto come in una partita di calcio da terza divisione, con due squadre in campo, l’Amministrazione Comunale e il gruppo Franza, che hanno provato a stravincere tirando bordate alla rinfusa nella porta avversaria, senza preoccuparsi della tattica e dell’organizzazione. Sugli spalti la peggiore categoria di messinesi, quelli che fanno i tifosi col paraocchi per mestiere: franziani e accorintiani, ambientalisti e progressisti, opinionisti e tuttologi del nulla, immersi nella caciara perpetua che negli anni ci ha resi degni destinatari della nomea emblema di Messina: buddaci”. L’Orsa ricorda di aver provato in tutti i modi a portare la questione sul piano del confronto collettivo per giungere ad una soluzione provvisoria e condivisa, “in attesa che la città decida, una volta per tutte, di fare il salto di qualità rivendicando con determinazione strutture e infrastrutture volte a migliorare la qualità della vita dei messinesi senza penalizzare la produzione e i livelli occupazionali, senza accontentarsi ed evitando di fare gli idioti tifosi quando i governi, di ogni colore, fanno melina ponendo i cittadini nell’eterna scelta: ponti o navi, tapis roulant o treni, Tir e lavoro o salute e ambiente. Noi vogliamo tutto. Siamo stati sul cavalcavia con il sindaco a manifestare contro la proverbiale arroganza di Caronte&Tourist che, abituata a sottomettere Messina, non ha voluto trattare neanche sulla rimodulazione degli orari estivi di esercizio per evitare di intasare la città nelle ore di punta; di contro, non abbiamo esitato a contestare l’Amministrazione quando ha fatto prevalere la questione di principio con ordinanze sommarie e autoritarie che hanno inquadrato l’attività di traghettamento come un problema invece di valutarla risorsa preziosa in una città a vocazione marittima”.

Secondo il sindacato autonomo, in questa vicenda hanno perso tutti:

“hanno perso i Franza confermandosi cinica macchina da soldi che snobba la città dopo averla piegata per decenni alle proprie esigenze, facendo sentire i messinesi ospiti in casa propria, utilizzando a proprio piacimento i beni comuni per monopolizzare l’attività di traghettamento. Alla prima difficoltà lasciano Messina in panne, salutano e vanno a Catania decantando la grande ospitalità degli etnei. Per la seconda volta hanno umiliato la città, se i messinesi non accettano il diktat del potere economico la pagano cara, come accadde in ambito calcistico con la presidenza Franza, tutto bene fin quando la città ha dato: acquisizione della squadra e del parco giocatori a costi irrisori, concessione dello stadio S. Filippo senza se e senza ma… Al primo intoppo, quando c’era da mettere le mani in tasca per salvare la squadra e la dignità di Messina, hanno salutato lasciando le macerie”.

“Ha perso il sindaco annaspando nel pantano dei principi fini a se stessi, perdendo di vista la concezione dell’insieme, indispensabile per governare una città. Accorinti ha perso pretendendo di cambiare in fretta un sistema portuale radicato, sapendo di non avere a disposizione infrastrutture alternative, scommettendo da sempre sull’approdo di emergenza a Tremestieri senza accorgersi che l’alternativa al porto storico era perdente già in fase progettuale perché, a parte la sabbia e lo scirocco, non è stato progettato per ospitare navi con stazza simile alle Cartour, pertanto, con o senza l’approdo a sud, il grosso dei tir è destinato a transitare dal cavalcavia e non c’è ordinanza che tenga”.

“Hanno perso i messinesi, quei messinesi che aggirano le questioni e banalizzano la discussione, riducendola a posizioni da ultras, in cui non è rilevante argomentare, proporre, rivendicare ma solo screditare o lodare a prescindere”.

“Ha perso Messina che cede produzione e occupazione a Catania mentre i tir, nonostante tutto, continuano a circolare liberamente in città mietendo vittime”.

“E’ arrivato il momento di cambiarla veramente dal basso questa Messina – conclude l’Orsa – con i fatti, con le proposte popolari, con l’intelligenza collettiva al servizio della collettività. Per evitare la farsa Tremestieri, ad esempio, sarebbe stato sufficiente ascoltare a suo tempo i pescatori della zona sud che assistevano ai lavori dell’approdo sghignazzando, loro conoscono quei fondali molto meglio degli ingegneri, strapagati con soldi pubblici, che ancora oggi vanno in televisione a presentare soluzioni futuristiche invece di consegnare dignitose dimissioni. Se si vuole affrontare seriamente il problema dei tir senza penalizzare il lavoro, bisogna che l’arroganza lasci il posto all’umiltà e alla proposta costruttiva, è necessaria una trattativa sociale che coinvolga tutti: lavoratori, autotrasportatori, armatori, utenza, cittadini; ogni parte deve fare un passo indietro per giungere ad un accordo mediano; c’è bisogno dell’apporto di tutti perché la cecità della politica e l’arroganza del potere economico, lasciate da sole, hanno procurato solo disastri per la città senza individuare soluzione”.

Sulla vicenda, interviene anche il gruppo consiliare dell’Udc, con una lettera aperta al sindaco Accorinti. “La città di Messina ed il mare, un binomio inscindibile che caratterizza, insieme al fascino dello Stretto, il nostro territorio quale uno tra i più suggestivi al mondo. Tale considerazione, che conferma un dato di fatto, dovrebbe fare da premessa per un resoconto di dati estremamente positivi e derivanti da ottimi risultati nel settore del turismo, del trasporto e dei collegamenti marittimi, oltre ai conseguenti risvolti benefici in termini occupazionali e, quindi, economici per il tessuto cittadino. Purtroppo, ad oggi, non possiamo certamente rendicontare tutto ciò”.

Per i consiglieri Mario Rizzo, Andrea Consolo, Carmela David, Libero Gioveni, Francesco Mondello e Maria Perrone, manca un’adeguata progettualità e ci sono forti perplessità. “Innanzitutto l’approdo di Tremestieri – scrivono – ormai ostaggio dello scirocco e, quindi, della sabbia: ciò comporta la presenza dei tir in città con una evidente contrazione della vivibilità cittadina, oltre ai già noti risvolti occupazionali. Il mancato completamento del recupero del water-front, iniziato dalle Amministrazioni Comunali precedenti in collaborazione con l’Autorità Portuale, con un forte ritardo anche sui progetti che riguardano la Via Don Blasco, necessaria per fornire una degna arteria viabile in più”.

Ecco, allora, cosa occorre fare secondo l’Udc: “Una definizione presente e futura per fornire un efficiente servizio di collegamenti marittimi da e per Reggio Calabria a supporto delle esigenze dei pendolari (studenti e lavoratori). E’ necessario continuare la battaglia politica per la continuità territoriale chiedendo alle Ferrovie impegni certi basati sul rispetto dei messinesi e dei siciliani e sul loro diritto costituzionale alla mobilità. Occorre concertare, con gli organi e gli enti interessati, un programma ben preciso per migliorare ed ampliare le infrastrutture marittime, così come, negli ultimi anni, ha ben fatto Catania, sia in termini di turismo croceristico che in quello trasportistico, in modo da scongiurare la fuga dalla nostra città degli imprenditori marittimi, recentemente paventata tramite comunicati stampa, che provocherebbe una inevitabile emorragia occupazionale locale con la conseguente mobilità dei lavoratori del settore. Insomma , serve una politica di rilancio dei settori marittimi legati allo Stretto ed alla città di Messina in particolare. Se l’Amministrazione Comunale intende fermamente dare precedenza a questo aspetto della propria azione amministrativa deve al più presto costituire un’ organo di confronto tecnico-politico-amministrativo per sviluppare idonee strategie per lo sviluppo costiero in cui il metodo da attuare sia il confronto di proposte ed idee provenienti da tutti i soggetti che hanno titolarità in merito, oltre all’apporto tecnico di esperti universitari e del mondo scientifico, quest’ultimi necessari per evitare nuovi disservizi legati a fenomeni erosivi delle correnti marittime, nell’ambito di nuove progettualità. Quanto fatto fino ad oggi dall’Amministrazione Comunale non è stato sufficiente ad ottenere risultati efficaci in termini di sviluppo e rilancio di tale tematica, ritenendo che se tale metodo politico-amministrativo sarà confermato, non crediamo si possano avere in futuro risultati migliori di quelli non proprio esaltanti riscontrati ad oggi”.