La giunta affetta da sindrome dell’assedio dà uno schiaffo al Consiglio comunale

La sintesi di quanto accaduto ieri sta tutta in un’immagine: nello stesso edificio, nello stesso orario e sullo stesso ordine del giorno, si sono svolte in un’Aula, quella consiliare, la seduta sulla replica del sindaco (senza Accorinti presente) ed in sala giunta, la conferenza stampa di replica del primo cittadino (con sindaco e assessori schierati).

E’ l’immagine simbolo dello strappo definitivo e nel contempo ossimoro di quel che doveva essere l’amministrazione Accorinti, ovvero quella della pacificazione e del confronto e che invece non è stata.

I due consessi che discutevano nello stesso momento e sullo stesso tema ai due poli estremi del Palazzo rappresentano l’immagine di una frattura da ieri insanabile. L’immagine dell’assessore ai rapporti con il consiglio Sergio De Cola che abbandona l’Aula annunciando una conferenza stampa nella quale la giunta farà ai giornalisti il resoconto dell’attività, evitando iil confronto con i consiglieri, resterà come l’inizio della guerra. Le due immagini, l’Aula che dibatte sul mancato intervento e quella dell’amministrazione che quello stesso intervento lo fa ma in sala giunta snobbando il Consiglio rappresentano il simbolo della fine del dialogo.

Da un lato l’amministrazione, come l’ha definita CapitaleMessina, affetta da sindrome dell’assedio preferisce la conferenza stampa (peraltro convocata senza le normali procedure) al confronto con l’Aula, dall’altro un consiglio, che ha fatto da stampella per due anni e che si vede disconosciuto nel suo ruolo e nella sua autonomia di organizzazione. Nel mezzo la figura di un sindaco, Accorinti, (eletto dai mesisnesi) che accetta che i suoi assessori (non eletti dai cittadini ma nominati dal sindaco) gli costruiscano intorno una cintura di protezione e per ben due volte, il 9 ed il 15 settembre, non replica. Ma andiamo per ordine.

Alle 19.30 in Aula, per la seduta convocata appositamente per la replica sul tendagate e dimissioni di Ialaqcua, i posti riservati a sindaco e assessori sono vuoti. Si presenta solo l’assessore ai rapporti (ormai ex rapporti) con il consiglio comunale Sergio De Cola per annunciare che la giunta non sarà presente e parlerà in conferenza stampa. In mattinata la conferenza dei capigruppo aveva fissato le modalità della seduta: 1) sarà data parola inizialmente al sindaco (senza limiti di tempo) seguiranno le repliche (5 minuti) dei capigruppo 2) potrà replicare l’assessore Ialacqua (senza limiti di tempo) e seguiranno gli interventi (5 minuti) dei capigruppo 3)per quanto attiene gli interventi degli assessori si è convenuto di riservare in apposite sedute la programmazione degli interventi.

Accorinti, che fino a prova contraria è il sindaco eletto dai messinesi e rappresenta l’intera giunta sia come indirizzo politico che come attività amministrativa, e Ialacqua, chiamato in causa nella seduta del 9, avrebbero potuto replicare in Aula. Gli altri assessori avrebbero potuto farlo in apposite sedute. Ma la giunta non ci sta, non intende far parlare Accorinti da solo e trasforma la seduta di replica in quelle relazioni annuali previste per norma, che dal 2013 non ha mai fatto.

La giunta “commissaria” il sindaco, gli fa da barriera protettiva e decide che o parlano tutti contestualmente o nessuno, decidendo di dettare le regole dell’Aula, negandone ogni autonomia. “Non è stata prevista la possibilità di intervento per gli assessori ad eccezione di Ialacqua- legge De Cola prima di lasciare la seduta- Questa decisione priva gli organi dell’amministrazione, sindaco, giunta e consiglio, di un democratico e doveroso confronto, limita il diritto di replica alle osservazioni ed alle accuse avanzate nella seduta del 9 settembre”.

La conferenza stampa che si svolgerà immediatamente dopo non sarà un incontro per chiarire per quale motivo l’amministrazione ha deciso di “snobbare” il Consiglio ma sarà un resoconto di 2 anni di amministrazione, settore per settore. Sarà quella relazione annuale finora mai presentata in Aula. L’amministrazione “disconosce” al Consiglio il ruolo per ben due volte nello stesso momento: in 2 anni non presenta alcuna relazione, ma lo fa, prendendo spunto da una seduta convocata su altro argomento, senza parteciparvi e tramite conferenza stampa, senza contraddittorio con chi è invece chiamato a votare gli atti ed a “vigilare” sull’amministrazione.

E mentre in sala giunta si apprendono i dati delega per delega, in consiglio è un coro di proteste contro la “strategia di chi ha fallito e adesso fa di tutto per essere sfiduciato per poter poi passare per martire”. Un’amministrazione affetta da sindrome dell’assedio che vede ovunque nemici e colpevoli dello sfacelo, scambia le critiche per scontri personali e la condivisione con le conferenze stampa.

“Vogliono la sfiducia perché è l’unica opzione che hanno dopo aver fallito- sintetizza Gino Sturniolo– La sfiducia è per loro una via di fuga”. E Piero Adamo ribadisce: “in ogni occasione si cerca lo scontro tra tifoserie, si alzano i toni, si ha un approccio guerrafondaio lontano da ogni pacificazione” La decisione di disertare l’Aula è inevitabilmente un modo che acuisce le divisioni: sono loro i cattivi che non ci fanno parlare quindi noi parliamo davanti alle telecamere ed ai taccuini. Come però gli è stato ricordato da tutti i consiglieri, presidente Barrile in testa, in quell’Aula non ci sono 40 consiglieri, ma i rappresentanti dei messinesi. “mi preoccupa il clima non più sereno. Qui non ci sono Mario Rizzo o Elvira Amata, ci sono i rappresentanti dei messinesi, lei signor sindaco non replicando a noi non parla ai cittadini” dice Mario Rizzo, e Giuseppe Trischitta rincara la dose “nessun sindaco avrebbe mai permesso di farsi difendere dagli assessori e gli altri assessori per rispetto mai avrebbero voluto parlare loro al posto del sindaco”, stessa cosa De Leo “la mancanza di rispetto è nei confronti di Accorinti se si ritiene che non sia in grado di replicare da solo”. I consiglieri del Pd Nicola Cucinotta e Simona Contestabile abbandonano il consiglio annunciando che non torneranno fin quando Accorinti non interverrà in Aula, Donatella Sindoni rifiuta il gettone di presenza per “questa farsa. Avevamo dato ad Accorinti una settimana di tempo per prepararsi le risposte visto che il 9 non le ha volute dare. A quanto pare non sa cosa dire”. David e Amodeo parlano di trappola, agguato per spingere il consiglio a sfiduciarlo, mentre Daniele Zuccarello lo invita a dimettersi: “Accorinti e le sue fasi, santo, atleta, leone, le ha fallite tutte ed ora vuole diventare martire con la sfiducia. Ma non gli faremo questo favore. O si dimette o dimostra che sa fare il sindaco”. Abbate parla di “comportamento adolescenziale volto all’affermazione del sé” Mondello invita la Barrile a segnalare le inadempienze del sindaco nei confronti dell’Aula all’assessore regionale agli Enti locali, Santalco sottolinea “sono orgoglioso di avere avuto maestri come Leonardi che primus inter pares dettavano la linea alla giunta, ora c’è un sindaco che scappa e assessori che si comportano come docenti in cattedra e si ritengono i migliori di tutti”. La Lo Presti si sofferma su una giunta che vuol dettare le regole all’Aula e nel contempo sbandierare parole come condivisione“l’unica faccia che alla fine sarà collegata a questo sfacelo sarà la sua. Accorinti cita spesso Gaber, gli ricordo che Gaber scrive la libertà non è stare sotto un albero, libertà è partecipazione”.

Dall’altro capo del Palazzo Accorinti snocciola i dati e difende l’assessore Ialacqua, poi uno per uno gli assessori (tranne Perna, assente) fanno altrettanto. L’incomunicabilità è totale. Amministrazione e consiglio sono separati in casa.

C’è da chiedersi cosa accadrà. Finora l’amministrazione ha avuto a disposizione una maggioranza bulgara che ha votato tutto, in qualsiasi condizione, atti presentati all’ultimo secondo, presentati e ritirati, modificati e ripresentati. Nonostante l’Aula abbia detto sempre sì adesso è stata disertata da una giunta che ancora deve presentare il bilancio consuntivo (Accorinti disse a gennaio: presenteremo il consuntivo a marzo e subito dopo il preventivo, ci metto la faccia) del quale a settembre non c’è traccia. I consiglieri hanno detto che non spianeranno la strada al martirio ed alla beatificazione facendo del sindaco un sindaco sfiduciato ma lo strappo è definitivo. Probabile quindi che voteranno gli strumenti finanziari ma sugli altri atti non ci saranno più sconti. Il primo provvedimento che arriverà in Aula sarà la Tari con quelle tariffe salatissime che i messinesi dovranno pagare a fronte di un servizio che non c’è. In Aula è emerso ieri un altro dato, segnalato da Daniela Faranda: ieri a Torre Faro sono stati distribuiti da Messinambiente i kit per la raccolta differenziata nel corso dell’assemblea di Cambiamo Messina dal basso, alla presenza di assessori e rappresentanti della partecipata.

Un macigno in un percorso che va ovunque tranne che verso la “pacificazione” e la condivisione annunciata. Una rivoluzione che va al contrario.

Infine una considerazione: se l’amministrazione vuol fare il resoconto di 2 anni di attività (e ha avuto 2 anni per farlo) convochi una conferenza stampa nelle modalità previste anche per dare modo ai giornalisti (tutti e non solo quelli presenti in quel momento) di partecipare e fare domande. Se vuol presentare la relazione annuale come prevede la normativa lo faccia. In Consiglio e nei modi indicati dalla legge.

Rosaria Brancato