Renzi e la norma “Salva Silvio” che potrebbe aiutare anche Genovese

Spunterebbe anche il nome del deputato Pd Francantonio Genovese, arrestato lo scorso maggio nella maxi inchiesta Corsi d’Oro Bis, nella lunga lista di coloro che beneficerebbero della cosiddetta “Norma Salva Silvio”, quella inserita dal premier Matteo Renzi nel decreto legislativo che attua la delega fiscale, presentato lo scorso 24 dicembre in Consiglio dei Ministri.

A finire nel mirino delle polemiche degli ultimi giorni, difatti, è in particolare quell’articolo 19 bis, comparso soltanto il giorno della Vigilia di Natale, che recita che “per i reati previsti dal presente, la punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato”. Un vero e proprio condono per evasori e frodatori fiscali che potrebbe far gioire molti, e non solo l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi.

Accanto ai nomi snocciolati dal sito Dagospia, da Fabrizio Corona a Lele Mora, dall’ex amministratore delegato di Fonsai Emanuele Erbetta all’ex amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, da Alessandro Profumo a Corrado Passera, compare in evidenza anche quello dell’ex Sindaco di Messina Francantonio Genovese. Dallo scorso maggio, “Mister 20mila preferenze” si trova ai domiciliari poiché indagato nella maxi inchiesta Corsi d’Oro bis, quella relativa agli Enti di Formazione siciliani finanziati dalla Regione e dall’Unione Europea. Genovese, accusato di associazione a delinquere, truffa e frode fiscale, si era costituito nel carcere di Messina subito dopo che la Camera dei Deputati aveva votato l’autorizzazione al suo arresto. Dopo aver trascorso qualche giorno nel centro clinico di Gazzi, il deputato era poi stato messo ai domiciliari nella sua villa di Ganzirri, dove si trova tutt’oggi, nonostante il Tribunale del Riesame ha stabilito che deve ritornare in carcere (l’ordinanza non è comunque esecutiva fino al momento in cui lo diventerà per termini o sentenza di Cassazione). Il processo a suo carico comincerà proprio alla fine del mese di gennaio e lo vedrà imputato insieme al deputato regionale Franco Rinaldi, suo cognato.

Quel che è certo è che del Decreto Fiscale e della norma “Salva Silvio – ma non solo” se ne continuerà a discutere parecchio sia a livello nazionale che locale, almeno fino al 20 febbraio, data in cui Matteo Renzi ha dichiarato si ridiscuterà tutto il pacchetto delle norme fiscali. Dopo le opposizioni all’interno del suo stesso Pd, infatti, sembra che il premier preferisca rinviare la “patata bollente” al dopo Giorgio Napolitano, o quantomeno non appena si farà un po’ di chiarezza su chi potrebbe essere il papabile del Colle. “Per essere chiari – ha dichiarato Renzi – noi non facciamo norme ad personam, né contra personam. E' una norma semplice che rispetta il principio di proporzionalità. E che si può naturalmente eliminare, circoscrivere, cambiare. Ma per evitare polemiche – sia per il Quirinale, che per le riforme – ho pensato più opportuno togliere di mezzo ogni discussione e inserire anche questo decreto nel pacchetto riforme fiscali del 20 febbraio”. (Veronica Crocitti)