Reset: “I soldi del Ponte per lo sviluppo della città”. E La Destra chiede il referendum

“Per noi di Reset il Ponte sullo Stretto non rappresenta il modello di sviluppo per Messina”. La nota del Movimento giunge dopo l’approvazione all’Assemblea Regionale Siciliana della mozione di revoca del progetto. Reset, però, ci tiene a precisare “che le risorse destinate alla costruzione dell’opera devono essere utilizzate esclusivamente per interventi ed infrastrutture ricadenti sul territorio della città di Messina”. Le motivazioni sono presto dette: “La città ha pagato a carissimo prezzo l’attesa del Ponte. Quell’attesa che ha portato Messina a non darsi una prospettiva di sviluppo alternativa. I Messinesi hanno pagato abbastanza per l’inerzia di una classe dirigente inadeguata che non ha saputo immaginare un futuro ed uno sviluppo socioeconomico diverso”.

Secondo Reset i 300 milioni del decreto legge 187/2012 non vanno utilizzati per la tangenziale nord Annunziata-Torre Faro, ma per spostare la stazione ferroviaria a Contesse e liberare la città dal fascio di binari di circa 3 km dalla Stazione Marittima al Curvone Gazzi. “La liberazione di quest’affaccio a mare darebbe finalmente alla città una prospettiva alternativa di sviluppo. Non vorremo, infatti, che le “solite” logiche ed i compromessi, cui la politica partitica ci ha ormai abituati, penalizzassero ancora la nostra città. Crediamo che Messina ed i Messinesi abbiano il diritto di trarre, per una volta, vantaggio dal “tema-Ponte. Chiediamo, quindi, ufficialmente a tutta la deputazione regionale di farsi carico e di essere garante degli interessi del nostro territorio poiché il testo votato all’Ars non promette nulla di buono. Speriamo di sbagliarci ovviamente”.

Reset chiede dunque a tutta la deputazione nazionale, a quella regionale, al Presidente Crocetta, ed ai rappresentanti locali dei partiti, dei movimenti, dei sindacati e delle associazioni oltre che alla società civile di ottenere che il governo regionale destini le eventuali somme collegate al progetto del Ponte per realizzare lo spostamento della stazione ferroviaria a Contesse.

Sull’argomento interviene anche La Destra, tramite il responsabile trasporti e infrastrutture, Roberto Scalzo: “Il governo regionale, rispetto alla mozione votata all’Ars, non muova un passo prima di interpellare i cittadini. E’ evidente che su un argomento di questa rilevante importanza, sul quale non si è trovata unanimità nemmeno all’interno di talune forze politiche, è necessario procedere alla consultazione popolare. Quello dato al Governatore – prosegue Scalzo- è un mandato drogato dalla fretta pre elettorale. È necessario prendere una decisione definitiva ed al più presto visto che ormai è da quarant’anni argomento di programmi elettorali e proprio per questo era opportuno aspettare ormai un sereno svolgimento delle elezioni politiche è amministrative evitando strumentalizzazioni di sorta”.

Gli fa eco Silvano Arbuse, segretario provinciale del Partito, che si inserisce nel dibattito sollevato dalla discussione all’Ars sull’opera: “I cittadini siciliani devono essere ben informati sull’opera, sull’impatto ambientale, su quello economico e sociale. Poi il referendum popolare è l’unica vera strada. Liberare questa decisione da preconcetti ideologici è necessario per poter serenamente esprimersi su un’opera di rilievo epocale”.