“Il mio rapporto con Messina? Pura nostalgia. Amo la mia città.”

Inizia con l'articolo che segue la collaborazione con l'Associazione FuoridiMe, nella quale confluiscono molti giovani messinesi che studiano fuori dalla nostra città. E' un modo che il nostro giornale ha immaginato per valorizzare il contributo al dibattito cittadino di tanti ragazzi, che, seppur lontani, vogliamo che costituiscano ancora una risorsa, anche solo di pensiero, per il nostro futuro ma anche per il nostro presente.

Trasferirmi a Barcelona è stato qualcosa di totalmente inaspettato. Lo ricordo bene, fu un attimo. Perché non continui il tuo percorso di formazione a Barcelona, in Catalunya? – furono le prime parole di mio padre, a seguito di un confronto sul percorso post-laurea – Entrerai in contatto con un ambiente stimolante, che ti permetterá di avere una formazione a 360 gradi. Continuò a parlare per svariati minuti, durante i quali ebbi la sensazione che il tempo si fosse fermato. Mi raccontò la sua esperienza meravigliosa nella “ciudad condal” ed io, preso dai racconti della sua giovinezza, non riuscivo a interromperlo. Dentro di me, però, provavo emozioni fortemente contrastanti: da un lato il desiderio di cimentarmi in una nuova esperienza, dall’altro l’enorme paura di trovarmi spiazzato, fuori luogo, tagliato fuori dalla vita degli amici e dei cari; nonostante ció, poche settimane dopo, feci le valigie e partii.

Voglio essere sincero: fu tremendo, molte volte pensai di rifare le valigie e tornare indietro, a casa mia. La preoccupazione più grande era di non riuscire a colmare quel gap che c’era tra i miei compagni di master e me. Mi trovavo a fare i conti con una realtá totalmente differente, uscivo finalmente dalla “comfort zone” e l’unica cosa su cui potevo fare affidamento era la mia preparazione e la mia voglia di fare.

Con il passare dei mesi, le cose cambiavano e cominciavo ad apprezzare la ciutat. Sono rimasto molto impressionato dalle strutture universitarie. Tutto a misura di studente: agevolazioni economiche, collegamenti efficienti, qualità delle strutture e laboratori di pratica a cinque stelle. Un ambiente lavorativo e universitario serio, duro e stimolante. Poi ho trovato che la città fosse ideale per vivere: mare, montagna, divertimento, cultura, ambiente cosmopolita, tutto a portata di mano. Mi identifico nel Barri del Born, un quartiere tutto da scoprire che in qualche modo mi ricordava i paesaggi urbani della Sicilia: vicoletti caotici arricchiti da una popolazione giovane e multiculturale.

Il mio rapporto con Messina? Pura nostalgia. Amo Messina, la mia città, la città più bella del mondo. Un sentimento questo, maturato soprattutto da quando mi trovo ospite in un’altra nazione. Quando ci vivevo, tendevo a vedere solo i lati peggiori di Messina e dei Messinesi. È proprio vero: si comincia ad apprezzare una cosa solo quando la si perde. Mi tengo aggiornato sulle vicissitudini della mia città. Molto spesso mi capita di infuriarmi e non riuscire a capire perché una città con così tante potenzialità resti nella “palude”. Inspiegabile.

Che consigli mi sento di dare a un “possibile” FuoriSede come me? Di “lasciare” la propria città natale, viaggiare, conoscere nuove persone, fare nuove esperienze, entrare in contatto con nuove culture e nuovi modi di pensare. Conoscere come funziona il mondo, quali sono le dinamiche di una città nuova e, finalmente, tornare. Tornare per “donare” la propria esperienza e contribuire al rilancio della propria Città.

Cosimo Galletti

FuoridiMe