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Furci, all’Istituto superiore “Pugliatti” si fa lezione di solidarietà

FURCI SICULO – Oggi si fa lezione di solidarietà. Quando la cultura si fa vita, si va oltre qualunque libro e le lezioni trascendono le nozioni per fare spazio ai gesti concreti d’amore.

Così, ancora una volta il “Pugliatti”, sede di Furci Siculo, diventa destinatario di un’opera di solidarietà promossa dall’associazione no profit “Diamo voce e volto agli invisibili onlus”, per il sostegno alle malattie non riconosciute scientificamente. Un’opera che non ha visto l’istituto superiore ricevere passivamente, ma impegnarsi in prima persona nel collaborare fattivamente alla finalità del progetto: raccogliere fondi per sovvenire alle necessità di studenti affetti da disabilità.

Attraverso la vendita di uova di pasqua, che ha coinvolto sollecitamente studenti e docenti della scuola, persino con alcuni che si sono recati nella piazza del Duomo a Messina, è stata acquistata una carrozzina ultraleggera, consegnata alla scuola durante una cerimonia ufficiale tenutasi lunedì 6 maggio.Alla presenza di studenti e professori, il dirigente scolastico prof. Luigi Napoli ha espresso il suo compiacimento per la lodevole iniziativa, complimentandosi con i volontari dell’associazione. Dritte al cuore dei giovani studenti le parole di Arturo Sergi, presidente dell’associazione che ha promosso il progetto, il quale ha ringraziato tutti gli studenti che hanno sposato questa causa, tanto da farsi anche loro volontari.

“Il mondo non si ferma al ‘non ho’, in seguito c’è ‘io posso’ – ha detto Sergi – accompagnato dagli altri due membri dell’associazione, Barbara Garufi e il Francesco Greco. Presenti la professoressa Cettina Minutoli, importante tramite tra la scuola superiore e l’associazione, il collaboratore del dirigente, la professoressa Graziella Cacciola e ad altri docenti, i quali hanno espresso la soddisfazione per l’ottima riuscita del progetto, mettendo in evidenza la sensibilità dei giovani che dà incisività ai valori e più forza agli ideali… per dire con i fatti: “io posso”.