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Furci. Triolo porta “Sicilia vera” in Consiglio: “Ecco perché mi dimetto da capogruppo di minoranza”

FURCI – Fermenti politici in seno agli ambienti del Consiglio comunale di Furci. Il consigliere Sandro Salvatore Triolo si è dimesso da capogruppo di minoranza assumendo una posizione indipendente e rimanendo comunque all’opposizione.

Triolo ha comunicato ufficialmente la sua decisione al presidente del civico consesso Carmelo Maccarrone, alla segretaria comunale e al primo cittadino, Matteo Francilia. Con questa mossa, sbarca in Consiglio comunale, a Furci Siculo, “Sicilia Vera”, il movimento guidato dal sindaco di Messina Cateno De Luca. Proprio con De Luca “il sottoscritto – sottolinea Triolo – ho condiviso i 5 anni della sua missione amministrativa nella cittadina di Santa Teresa di Riva (dove De Luca è stato sindaco per 5 anni dal 2012 al 2017), e con il quale ha partecipato attivamente al ‘cambiamento’ di amministrare gli enti locali. Modello da prendere in riferimento con scelte forti e determinate.

Una precisazione va fatta: non è un abbandono del gruppo Disegniamo il futuro (che rimane composto da Paolo Mascena, Agatino Pistone  e Rosaria Ucchino, ndr) – chiosa Triolo –  con il quale rimango in simbiotica collaborazione. Come ebbi a dire nel discorso di insediamento, amministrare nell’interesse della comunità furcese è per me la priorità assoluta”.

Di fatto però lo strappo c’è stato. Come dimostrano le ultime interrogazioni presentate dai consiglieri di “Disegniamo il Futuro”, in calce alle quali non c’è la firma di Triolo.

Triolo lascia così “Disegniamo il futuro”, la coalizione con la quale si era candidato alle amministrative del 2018, che indicava alla carica di primo cittadino l’avvocato Francesco Rigano. Il quale venne eletto tra le file della minoranza, ma lasciò subito quello scranno.

Dal punto di vista politico, tuttavia, l’ingresso di Sicilia Vera, potrebbe aprire nuove prospettive, nonostante la consiliatura non sia ancora nemmeno giunta al giro di boa. I cittadini del centro jonico saranno chiamati alle urne fra tre anni… Ci vuole ancora tanto, troppo tempo.